Cambi di posizione

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Will se ne stava lì sulla sedia, la stessa di dove stava prima che i due scagnozzi iniziassero a divertirsi, a fare di lui ciò che desideravano. Il suo corpo sanguinante e pieno di ferite, quali più, quali meno serie, era scivolato rimanendo in qualche modo poggiato sulla sedia

In quel momento il dottore poté fare un piccolissimo sospiro di sollievo, le torture, almeno per ora sembravano essere terminate.

Era stato lasciato di nuovo solo e finalmente si poté lasciare andare. Lacrime di dolore scendevano copiose dai suoi occhi e pian piano scivolò giù finendo ancora una volta a terra e rimanendo lì, per lo più immobile, sanguinante mentre i due scagnozzi stavano aiutando il loro capo a sistemare qualcosa in una stanza adiacente a quella dove lui si trovava. Da dov'era riusciva a sentirli. Stavano spostando oggetti, forse mobili. Dal rumore che si udiva parevano trascinare cose pesanti.

Con quei tre criminali distratti quello sarebbe stato davvero il momento perfetto per scappare e per un po' l'idea balenò nella mente del giovane Halstead. Nessuno lo stava controllando, nessuno lo stava osservando o tenendo d'occhio.

Lentamente con fatica Will, spostando per lo più lo sguardo, diede un'occhiata in giro. Non vi era nulla che lasciasse presagire che quei criminali lo stessero osservando.

Si, tutto era dalla sua parte, doveva solo alzarsi da lì ed avvicinarsi alla porta. Se fosse stato fortunato forse non l'avrebbe trovata chiusa a chiave così da poterla aprire ed uscire.
Forse avrebbe dovuto trovare qualcosa di appuntito per sbloccare la serratura.
Alla fine si sarebbe trovato all'esterno, in un posto sperduto chissà dove, ma pur sempre libero.

Il problema però era il suo essere a mille pezzi, non aveva nemmeno la forza di tirarsi su mettendosi a sedere.
Era ormai rassegnato, era alla fine e non poteva fare nulla per evitarla.

Pensava: a Natalie ed al suo piccolo Owen che non avrebbe mai visto crescere e che avrebbe perso per la seconda volta la figura paterna a cui si era affezionato, a Jay che non si sarebbe mai perdonato per non essere riuscito a salvare suo fratello.

Già Jay, fin da ragazzini lui lo aveva salvato spesso quando si metteva nei guai.
Il dottore a differenza del fratello non era mai stato bravo con le mani, quindi ogni qual volta che ad esempio finiva in una zuffa era necessario che l'altro intervenisse per salvarlo.
Questa volta quasi sicuramente il detective non l'avrebbe trovato in tempo.

I colpi che Will aveva ricevuto avevano causato dei danni, era un medico e non era difficile capirlo. L'unica difficoltà, per lui, era il non poter comprendere totalmente l'entità delle ferite.

Ormai però, aveva deciso di lasciarsi andare, di non combattere più contro i suoi rapitori.
Non era tipo da mollare così facilmente, anzi era il contrario, era tenace e testardo, ma quella volta il suo corpo non rispondeva più alle sue richieste e la sua testa forse per i colpi ricevuti non riusciva a pensare in modo lucido.

Era inutile poi combattere, non c'è l'avrebbe potuta fare contro quegli energumeni, ancor più nello stato in cui si trovava.

E così, terminate ormai anche le lacrime che per diverso tempo gli avevano solcato il viso mischiandosi al sangue che fuoriusciva dalle ferite presenti su di esso, chiuse gli occhi lasciando che l'oscurità lo avvolse in pochissimi istanti.

Da quel momento in poi non Will non si accorse più di nulla.
Mentre era svenuto i due scagnozzi rientrarono nella stanza e, dopo averlo preso come fosse un sacco di patate, lo portarono nell'altra stanza proprio dove avevano sistemato il tutto per dare la possibilità al loro capo di attuare la seconda parte del suo piano malvagio.

I due, dopo averlo adagiato su di una specie di lettino, gli legarono con delle fibbie molto strette mani e piedi.

Vicino a lui delle braccia meccaniche piene di quelli che sembravano essere aghi e poco più distante un computer mediante il quale sarebbe stato possibile controllare e gestire quel macchinario.

Una poltrona, invece, quella su cui soleva stare seduto il "dottor" Brown quando valutava gli esiti dei suoi esperimenti, era stata sistemata di fronte al lettino che ricordava molto una barella di un ospedale.

Il criminale si sistemò immediatamente su di essa in attesa di dare inizio al suo piano.

Se ne stava lì, comodo, in attesa. Mancava ancora qualcosa perché potesse entrare in azione.

Brown non era più uno scienziato farmacista, la qualifica gli era stata revocata visto ciò che aveva fatto, ma lui si faceva ancora chiamare così.

Un paio d'ore dopo, comunque Will iniziò a riprendersi. Cominciò a muoversi millimetricamente e ogni piccolo spostamento gli causava un dolore atroce.
Alla fine, con enorme difficoltà riaprì gli occhi, sentendosi poggiato su qualcosa di un pochino più morbido rispetto al pavimento dove si trovava in precedenza.

Dovevano averlo spostato. Guardandosi intorno faticò a capire dove si trovasse.
Riusciva ad aprire un solo occhio, il sinistro, l'altro era troppo tumefatto, gonfio e le palpebre semichiuse a causa del pugno che aveva ricevuto in viso, forse il medesimo che gli aveva rotto il naso.

Il dottore si rese conto di essere sdraiato, su una barella presa in un pronto soccorso.
Ne conosceva bene la tipologia ormai, lavorando da anni in un pronto soccorso. Era giunto al punto in cui non aveva bisogno di vederne una per riconoscerla.

Lentamente voltò la testa di lato, alla sua sinistra e vide un braccio meccanico pieno di aghi. Era terrorizzato, chissà cos'altro aveva in mente di fargli quel maledetto. Quanta sofferenza gli sarebbe ancora stata inflitta? Quanto avrebbe ancora dovuto partire?

Il leggero e lento movimento del giovane Halstead comunque, non sfuggirono al dottor Oliver.

- Oh! Che bello, finalmente il nostro bell'addormentato si è svegliato.- disse lui sornione.

Will trasalì nel sentire la voce.
Non si era accorto della presenza nella stanza dello scienziato farmacista che se ne stava comodamente seduto a contemplare la sua opera fin lì realizzata  e dei suoi due scagnozzi, posizionati dietro di lui, uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra.

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora