Amicizia

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Erano ormai le quattro del mattino ed attorno a sé Jay sentiva solo silenzio e maggior parte della gente a quell'ora dormiva profondamente da tempo. I ragazzi dell'intelligence invece erano ancora al lavoro, dovevano aiutare il loro collega, dovevano trovare il fratello r riportarlo a casa sano e salvo.

Mouse era stato informato di ciò che era accaduto e non appena saputo che il fratello del suo miglior amico era stato rapito si mise subito all'opera per cercare il suo cellulare.

Era appena rientrato nella stanza d'albergo quando ricevette la chiamata di Voight e subito, senza nemmeno togliere il giubbotto, prese il suo computer dalla borsa che lo conteneva e si sedette alla scrivania mettendosi subito all'opera.

Mentre lavorava però il suo cuore era triste e non poteva fare a meno di pensare al suo migliore amico Jay che in quel momento stava soffrendo.

Mouse decise quindi di chiamarlo. Doveva assolutamente fargli sentire la sua vicinanza e capire come stava in quel momento così difficile.

Il detective Halstead nel frattempo dopo aver raccontato ciò che sapeva al sergente, senza che nessuno se ne rendesse conto decise di allontanarsi dal resto del gruppo. Aveva bisogno di stare un po' da solo. Non si sarebbe mai lasciato andare finché non sarebbe stato solo.

Camminando senza meta nel buio della notte giunse ad un parco.
Quel luogo non era molto grande, ma al contrario del giorno non brulicava di gente. Nessuna coppietta che passeggiava, nessun giovane che correva o andava in bicicletta e nessun bambino che giocavano.

Era così silenzioso a quell'ora.
Un luogo perfetto per chi voleva starsene da solo.

Le lacrime riempivano gli occhi di Jay anche lui rifiutava di lasciarle scendere, il suo cuore traboccava di dolore.

Quella trascorsa doveva essere una serata di gioia e spensieratezza e invece si era trasformata in un incubo.

- Non è vero.. no! Non può essere vero!

Queste parole si ripetevano come un mantra costante nella mente di Jay che si maledica addossandosi la colpa di tutto.

Se lui non avesse organizzato la festa nulla sarebbe accaduto a Will. Se lui non fosse un poliziotto nessuno avrebbe fatto del male a suo fratello.
E nel frattempo, ignaro che Hailey lo stesse cercando, continuava a camminare dando calci qua e là per il nervosismo che provava.

Era così immerso nei suoi pensieri che quasi sobbalzò quando il suono acuto della sua suoneria si propagò nel silenzio della notte.

In un primo momento ipotizzò di lasciarlo suonare. Non aveva né la voglia, né la forza di parlare con qualcuno.

Poi però ipotizzando che potesse trattarsi di una chiamata dei rapitori prese il cellulare dalla tasca e lesse il nome sul display: MOUSE

Come mai lo stava chiamando? Forse era tornato a casa dalla sua riunione e voleva raccontargli come era andata. Forse aveva saputo cosa era successo.

No, la seconda ipotesi era poco probabile secondo il detective. Pensò di mettere il telefono in tasca lasciandolo suonare come per dargli capire che stava dormendo, ma invece alla fine rispose quasi come se in modo automatico.

- Ehi - disse semplicemente distrutto il detective

- Ehi amico - rispose il tecnico. - Ho appena saputo. Mi dispiace.

A queste parole Halstead sospirò, lo avevano avvisato di tutto.
Jay stava facendo un grande sforzo per trattenere le lacrime.

Mouse conosceva molto bene il detective. Immaginava come potesse sentirsi in quel momento.

Non aveva bisogno che il suo amico parlasse apertamente o che mostrasse i suoi veri sentimenti.
Aveva vissuto molto tempo al fianco di Jay, si erano conosciuti durante un tour e dopo diversi anni, ormai riusciva a leggerlo come fosse un libro aperto.

Sapeva anche cosa dire e spesso intuiva cosa l'altro volesse sentirsi dire.

- Ehi, ascoltami, non disperare. Troveremo Will. Lui sta bene, non mollare, non scoraggiarti Jay -

Il detective ancora una volta rimase in silenzio, sapendo che se avesse parlato sarebbe facilmente scoppiato a piangere, lacrime inconsolabili intrise di grande dolore.

Era sempre riuscito a nascondere le sue emozioni, ormai era diventato bravo a farlo. Aveva costruito un muro attorno al suo cuore bloccando qualsiasi tipo di emozione potesse essere potenzialmente negativa e dolorosa, ma quella volta tutto era troppo.

La voce e le parole del suo migliore amico, suo fratello che era stato rapito a pochi metri da lui, in non riuscire a capire come potesse essere stato possibile lo facevano sentire come se fosse pronto per esplodere.

Il detective stringeva il telefono in una mano e l'altra era chiusa a pugno e tenendola dentro la tasca.

- Jay, non tenerti tutto dentro. Ascoltami è peggio. Se hai bisogno io sono qui. Io non ti lascio sappilo. Ci siamo fatti una promessa in guerra ed intendo mantenerla. Esserci sempre l'uno per l'altro in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa. -

Jay sapeva che il suo amico aveva ragione. Non poteva trattenere tutto, fare ciò lo avrebbe fatto sentire molto peggio.

Allo stesso modo non voleva crollare, non voleva lasciarsi andare. Non lo aveva fatto prima davanti a tutti e non poteva farlo ora. Prima o poi avrebbero iniziato a cercarlo e non poteva farsi vedere in lacrime come fosse un debole.

I colleghi erano ormai la sua famiglia, lavoravano insieme da anni e si conoscevano benissimo. Ma ciò a Jay non bastava. Lui era un tipo molto riservato, troppo, e non voleva assolutamente scoppiare davanti a loro.

Approfittando di un attimo di distrazione, infatti, con Hailey che era stata chiamata dal sergente decise di allontanarsi un po' dal gruppo per camminare un po' ed avere il tempo di schiarirsi leggermente le idee.

Pochi minuti dopo essere arrivato in quel piccolo parchetto, ricevuta la chiamata di Mouse, dopo aver camminato per un po', si sedette su una panchina continuando ad ascoltare ciò che Mouse gli diceva.

Greg aveva un tono così tranquillo, così accogliente che gli trasmetteva sicurezza ed in poco tempo le barriere di Jay si sciolsero come fossero neve al sole ed il detective scoppiò in un pianto liberatorio.

Quando alla fine il tecnico lo sentì finalmente piangere ne fu felice. In quel momento Jay ne aveva bisogno.

Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora