colpi e dolore

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Will cominciava davvero ad avere paura, più di quanta ne avesse quando, aperti gli occhi, si ritrovò in un ambiente diverso legato.

- Cosa vuoi da me? - urlò a squarciagola

- Cosa voglio? Voglio vederti soffrire, come tu hai fatto soffrire me e voglio che tuo fratello provi lo stesso dolore che ho provato io perdendo qualcosa a cui tiene veramente tanto, come fosse un figlio. Lui figli non ne ha, quindi chi meglio di un fratello? - disse l'uomo sogghignando soddisfatto.

- Io non ti ho fatto nulla - gridò ancora Will con tutta la rabbia che aveva in corpo dimenandosi nel vano tentativo di liberarsi.

Lo scienziato farmacista, questa volta, non disse nulla, mise in atto solo una sonora risata che rimbombò in quel magazzino vuoto facendo accapponare la pelle a tutti i presenti.

- Ragazzi è tutto vostro - disse poi alla fine ai suoi ai suoi energumeni - ricordate che lo voglio vivo! Ho in serbo una sorpresa per lui. Per il resto potete farlo soffrire quanto volete.

E così si allontanò lasciando Will solo in balia del suo destino.

I due giganti erano posizionati davanti al dottor Halstead e rispetto alla loro stazza quest'ultimo non era altro che un omino piccolo e indifeso.

Una volta che il capo fu uscito, i due si sistemarono in modo tale da poter iniziare a divertirsi.
Uno si mise leggermente più alla destra di Will, l'altro poco più alla sua sinistra.

In contemporanea i due si sfregarono le mani pronti e felici che fosse finalmente arrivato il loro momento. Avrebbero potuto fare ciò che li soddisfava di più, arrecare dolore e sofferenza al giovane malcapitato.

La prima cosa che fecero fu slegarlo, uno si occupò delle mani l'altro dei piedi. L'avrebbero colpito a turno come da loro abitudine.

Quello che era alla sua destra dopo avergli sciolto le mani rimase dietro di lui per tenerlo fermo. E così il divertimento cominciò non prima però che l'altro gli legasse nuovamente i piedi tra loro in modo che lui non potesse usarli per reagire.

L'uomo che si trovava alla sinistra di Will si piazzò davanti a lui preparandosi a colpirlo.

Ed ecco partire tre pugni ben assestati, tre colpi che avrebbero dovuto causare molto dolore e sofferenza, ma non danni gravi. Quell'energumeno sapeva ciò che stava facendo e ciò che voleva causare al povero dottore.

I due non erano uomini qualunque, erano addestrati a fare ciò.

Il primo pugno andò a segno sullo sterno di Will.

Era un destro molto potente, un pugno dato con molta forza e soprattutto precisione. Di sicuro doveva avergli rotto qualche costola poiché il dottore sentì un dolore lancinante che lo portò ad inclinarsi un po' in avanti come per chiudersi a riccio, cosa che non poté fare del tutto perché l'altro criminale lo stava trattenendo da dietro impedendogli di muoversi.

Il secondo colpo fu diretto all'addome, abbastanza in profondità, mentre il terzo aveva colpito Will in pieno viso.

Anche questi altri due pugni avevano fatto danni. Uno aveva sicuramente danneggiato qualche organo interno, forse milza o fegato, era molto potente e mirato. L'ultimo gli aveva di sicuro rotto il naso e spaccato il labbro superiore a giudicare dal sangue e aveva iniziato subito a scendere sul suo viso.

Il dottore si chinò in avanti vomitando ciò che aveva nello stomaco misto a sangue che proveniva dall'interno del suo corpo, dal naso e dal labbro.

Una volta soddisfatto del suo operato il criminale diede il cambio al suo collega prendendo il suo posto dietro Will tenendolo fermo.

Il dottor Halstead stava ormai in piedi a malapena. La maggior parte dei suo peso era retto dall'uomo che lo stava tenendo fermo.
Il suo corpo era pervaso da grande dolore, tanto che iniziò a pensare che,  nonostante le parole del loro capo, alla fine i due lo avrebbero ucciso.

Il secondo omone, dopo essersi posizionato, decise di colpirlo con una raffica di pugni, rapidi e precisi, tipici di un incontro di boxe diretti tutti tra torace e addome.

Will urlava di dolore e le lacrime avevano iniziato a scorrere giù dai suoi occhi. Quello che stava provando era un dolore atroce. 

Quando il criminale ebbe finito di assestare i suoi colpi l'uomo, che stava ancora trattenendo il giovane medico da dietro, lo lasciò andare, di colpo aprì le mani allontanandosi poi da lui arretrando di qualche passo.

Il dottore cadde in avanti a carponi, tipica posizione quadrupedale dei bambini che imparano per la prima volta a spostarsi da soli. Le gambe avevano ceduto piegandosi immediatamente, erano flosce, si chinò in avanti riuscendo solo a portare le braccia verso terra prima di arrivarci con il viso.

Tremava come una foglia, era un ammasso di dolori.

Will continuò a vomitare e sputare sangue e pian piano si accasciò a terra.

L'uomo che si trovava davanti, nonostante il dottore fosse ormai a terra, continuava senza sosta a colpirlo prendendolo a calci senza avere una meta precisa. Voleva solo arrecargli ancora dolore, come se lui non ne avesse avuto già abbastanza.

Il dottore cercava istintivamente di coprirsi cercando di raccogliersi il più possibile a palla. Purtroppo fare ciò però non era facile, il suo corpo non era altro che un ammasso di atroce dolore. Aveva ferite ovunque.

Desiderava solo che tutto finisse al più presto. Troppa sofferenza stava provando.

Per sua fortuna però ciò che voleva così ardentemente alla fine avvenne. Tutto finì, non sapeva come, ma poco dopo averlo desiderato il dolore era sparito ed attorno a lui vi erano solo oscurità, calma e quiete.

Will si era lasciato andare. Tutto era diventato troppo per lui. Le tenebre avevano preso il sopravvento e lui aveva perso i sensi.

Pochi minuti dopo, il signor Brown entrò nuovamente nella stanza fermando i suoi scagnozzi.

Quegli uomini erano davvero senza cuore. Avevano sul volto un'espressione felice, di stavano divertendo molto. Vedere il loro viso avrebbe fatto rabbrividire.

- Adesso basta ragazzi. - esclamò il capo - Rimettetelo sulla sedia, ho detto mi serve vivo! -

Loro ubbidirono, un po' delusi poiché erano stati interrotti dal fare il gioco che gli stava procurando piacere.

Accovacciandosi vicino a lui, presero Will di peso e lo misero nuovamente nella stessa posizione in cui era prima che iniziassero a divertirsi. 
A differenza di prima però i due non lo legarono. Non ce n'era bisogno, in quello stato non sarebbe, mai potuto scappare.


Due fratelli da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora