LA FENICE - SNAMIONE

CAPITOLO 37

Mi sdraio.

Ho appena fatto ritorno in camera.

Sono a pezzi.

I giorni passano lentissimi.

Non posso fare niente.

Devo sempre essere accompagnata da Harry e Ginny.

Ron ha deciso di allontanarsi dal gruppo.

È ancora arrabbiato con me.

Ma a me non importa.

Se vuole fare il bambino, è libero di farlo.

Io non devo rendere conto a nessuno.

E come se non bastasse, Severus ed io non ci parliamo da una settimana.

Ovviamente dopo quanto accaduto faccio fatica anche a guardarlo in faccia.

Lui non mi degna di uno sguardo o una parola.

A lezione non mi guarda.

Quando siamo nei suoi alloggi, sta sempre alla scrivania o nel suo laboratorio.

Io mi sono relegata in camera mia.

In salotto c'è lui e non voglio averci a che fare.

Fa male.

Molto male.

Lui mi manca.

Ogni giorno mi maledico.

Non avrei dovuto baciarlo.

Se non l'avessi fatto, ora sarebbe tutto a posto.

O forse no.

Dopotutto era freddo e distaccato anche prima del bacio.

Tuttavia non riesco a non incolparmi.

Ora lui mi evita e basta.

Si sta comportando come se non esistessi.

Come se avessi perennemente addosso il mantello dell'invisibilità.

Come se fossi invisibile.

Trasparente.

Non alza gli occhi su di me neanche per sbaglio.

Ed io sto male.

Sto male perché il rapporto che avevamo prima mi manca.

Rapporto che non avremo mai più.

Lui ha detto che dobbiamo stare lontani.

Che è meglio per tutti.

Ma non per me.

Gioco con la mia collana.

Stavo pensando di rifugiarmi nella radura.

Non sono mai andata lì dopo aver fatto ritorno ad Hogwarts.

Dato che vivo sotto scorta e non posso fare nulla, questo potrebbe essere un buon metodo per evadere.

Ma si dai!

Perché no!

Stringo forte la collana.

Chiudo gli occhi.

Mi sento risucchiare.

Cadere nel vuoto.

Urlo.

Cado per terra.

"Col tempo imparerai a migliorare l'atterraggio Hermione, ben tornata!"

"Calista!"

"È un piacere rivederti, Fenice."
Afferma una voce alle mie spalle.