CAPITOLO 62

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Apro gli occhi.

Mi scoppia la testa.

Devo essere stata stordita.

Cerco di rimettermi in piedi, a fatica.

Ispeziono l'ambiente circostante.

Mi trovo in una stanza buia e fetida.

Mi guardo intorno.

Solo un malconcio materasso è presente nella stanza.

Sono in una prigione.

Chissà dove.

Non vedo nulla oltre le sbarre di ferro arrugginite.

Buio.

Sento qualcuno scendere le scale.

Si avvicina pian piano.

Uno degli scagnozzi di Bellatrix.

Fa scattare la serratura.

La porta si apre con un cigolio sinistro.

Vengo afferrata per un braccio.

Mi dimeno.

"LEVAMI LE MANI DI DOSSO!"
Urlo furibonda.

Mi molla una sberla.

La guancia va a fuoco.

E no!

Questo no!

Gli rifilo un calcio sullo stinco.

Lui urla dal dolore.

Allenta appena la presa sul mio polso.

È il mio momento.

Mi libero dalla presa, non senza farmi male al braccio per la forza con la quale lo estraggo dalla morsa del Mangiamorte.

Percorro le scale fino al piano terra.

Mi ritrovo in un salone.

L'ambiente ricorda soltanto la sfarzosità e lusso dell'epoca.

I mobili sono coperti da teli bianchi.

Le ante delle finestre sono smontate.

I vetri rotti.

I quadri impolverati.

Ragnatele ovunque.

Questa villa dev'essere abbandonata da secoli.

Cerco una via d'uscita.

Questo posto mi mette i brividi.

Vedo una porta.

Corro.

Corro a più non posso.

Sono quasi arrivata.

Vedo la salvezza.

Qualcosa mi colpisce alle spalle.

Un incantesimo.

Cado rovinosamente a terra.

Sento una voce ridere sguaiatamente, dietro di me.

Bellatrix.

"Eh no carina, mi dispiace, ma di qui non puoi andartene.
Se non da morta, certo."
Dice con la sua odiosa voce strillante.

Ride maligna.

Vengo pervasa da brividi di terrore.

Lei mi afferra per un braccio.

Mi costringe ad alzarmi.

Mi porta al centro del salone.

Mi ributta violentemente per terra.

Altri tre Mangiamorte arrivano.

Riconosco Dolohov, MacNair e Rookwood.

Bellatrix mi immobilizza a terra.

I quattro si dispongono in cerchio, attorno a me.

Flashback.

La Fenice, al centro del cerchio formato dai suoi assassini.

No!

Non ho intenzione di soccombere!

Ad Hogwarts hanno bisogno di me.

Severus..

Non posso lasciarlo solo.

Devo uscire di qui!

"Et Creator morietur"

*intanto ad Hogwarts*

Severus spalanca la porta dell'ufficio di Silente.

Al suo interno vi sono Harry Potter, Ginny e Ronald Weasley.

Silente li sta interrogando in qualità di testimoni, per cercare di recuperare quanti più particolari possibili al fine di rintracciare Hermione.

Alla rumorosa entrata del professore di pozioni, tutti si girano spaventati.

Silente scatta in piedi.

"Severus, allora?"

"Niente.
Il Manor che utilizzavano come quartier generale è vuoto.
Non hanno portato lì Hermione, ma questo potevo immaginarlo."

Severus si avvicina al muro.

Guarda fuori dall'enorme finestra presente nella bizzarra stanza circolare.

Chiude gli occhi nell'intento di cercare un po' di calma.

Cerca di placare il respiro.

Il petto si alza e abbassa velocemente per la rabbia.

Spalanca gli occhi.

Tira un pugno violentissimo al muro.

Si gira di scatto.

Guarda Silente negli occhi.

"HANNO PRESO HERMIONE E NON SAPPIAMO DOVE L'HANNO PORTATA!
HO CERCATO IN TUTTI I LUOGHI DI PROPRIETÀ DEI LASTRANGE, DEI BLACK E ANCHE DEI MALFOY!
NIENTE!
SPARITI!"

"Severus, cal..."

"NON DIRMI DI CALMARMI!
IO NON MI ARRENDO!
Sono stato un Mangiamorte per vent'anni!
Una spia, certo, ma pur sempre uno di loro.
Farò fede a tutte le mie vecchie conoscenze e contatti.
IO LA TROVERÒ!"
Urla fuori di se.

"Severus, ti prego, cerca di ragionare.
Tutti i Mangiamorte e i loro simpatizzanti ti vedono come un traditore, nessuno ti aiuterà!"

"E ALLORA COSA DOVREI FARE?
LASCIARLA NELLE LORO MANI?"

"Fidarti di lei, Severus, questo è quello che devi fare.
Lei è la Fenice."

"Ma non era ancora pronta Albus!
Se Bellatrix l'ha rapita è perché sa come ucciderla!
Hermione non era ancora pronta per affrontare un pericolo del genere!"

"Severus, forse hai ragione.
Non le abbiamo dato il tempo per fare pratica con i suoi nuovi, enormi, poteri.
Ma lei non è la Fenice per niente, non è stata scelta per caso.
È stata scelta per la sua nobiltà d'animo, per la sua prontezza di spirito.
Hermione è la Fenice e non importa quanta poca pratica abbia fatto con i suoi poteri, non importa chi abbia di fronte, non importa quale pericolo si trovi ad affrontare.
Quei poteri li ha nel sangue."

LA FENICE - SNAMIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora