LA FENICE - SNAMIONE

CAPITOLO 55

"Hermione!
Hermione rispondi!
Apri gli occhi, dannazione!"

"Sev."
Mormoro con un filo di voce.

Apro gli occhi a fatica.

Mi scoppia la testa.

Ho male dappertutto.

Il petto va a fuoco.

"Vieni, ti aiuto a tirarti su."

Mi prende in braccio.

A fatica appoggio i piedi a terra.

Severus mi sostiene dalla vita.

Guardo avanti.

La Fenice è andata via.

Lasciandomi qui.

Dolorante.

Appoggiata a Severus.

Con la testa piena di confusione.

Tutt'intorno a noi sparisce.

Torniamo in quella fredda e buia stanza.

Il pensatoio non c'è più.

Mi aspettavo più consigli e suggerimenti da parte sua.

Mi ha lasciata con dei poteri immensi, tante responsabilità e poche parole.

Devo cavarmela da sola.

D'altra parte, ora sono la Fenice.

Severus si guarda intorno.

Poi posa lo sguardo su di me.

Sorride appena.

"La Fenice rinasce dalle proprie ceneri.
È morta qui, ed è rinata qui.
È rinata qui con te."

Gli sorrido.

Ha ragione.

Qui è morta e qui è rinata.

Mi tengo stretta a lui.

"Andiamo, hai bisogno di riposare.
L'ingresso di questi enormi poteri nel tuo corpo ti ha destabilizzata, è normale.
Una fiala di Corroborante, una di antidolorifico e qualche ora di sonno ti rimetteranno in sesto.
Intanto io andrò da Silente a fare rapporto.
Ormai siamo quasi alla fine.
Ora che hai completato la tua missione, ora che sei giunta alla fine del tuo percorso, è tempo di mettere un punto a questa guerra."

Annuisco.

Usciamo dalla stanza.

Percorriamo l'angusto corridoio, fino ad immetterci in quello principale.

Siamo al settimo piano, arrivare nei sotterranei con me in questo stato e senza essere visti sarà un'impresa.

Vedo Severus dirigersi verso una finestra.

La apre.

Io lo guardo interrogativamente.

"Pensi che passeremo dalla porta principale, Granger?
Non stai nemmeno in piedi, se qualcuno ti vedesse conciata così come lo giustificheresti?
Dobbiamo passare dall'esterno."

Non mi da nemmeno il tempo di replicare.

Mi prende in braccio.

Scavalca il davanzale della finestra e si butta giù.

Trattengo l'istinto di gridare.

So che non mi accadrà nulla.

La solita nube grigia ci avvolge.