Capitolo 1: Normalità (quarta parte)

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La sorpresa di Jake non è stata per niente gradita. Qualcuno lo difenderà e sosterrà l'atto come tenero. Io lo condanno. Sa bene che non deve sbucare così dal nulla. È complicato parlare del nostro rapporto, ci sarebbe un'infinità di cose da raccontare. Metto una pietra sopra, tutti sbagliano.

Mi sto preparando per una cena. Vige una regola non scritta, che è quella di pubblicare contenuti sui social. Certe volte la vita sembra gestita da un apparecchio elettronico piuttosto che da noi stessi. La dividiamo in foto e video invece di godercela per intero. In fondo non mi lamento, ognuno agisce come vuole.

Mi troverò in ottima compagnia. Ho l'umore alle stelle, sono al settimo cielo. Controllo che sia tutto in regola. I capelli sono legati in una coda di cavallo alta  con delle ciocche che sfiorano le guance. Il top verde acqua, i jeans neri accompagnati dalla cinta, i tacchi sono ben combinati. Il fondotinta, lo smokey eyes rosa-fucsia-viola-nero, il mascara, la tinta labbra nude sono al punto giusto. Adoro truccarmi, è un bel passatempo. L'importante è non esagerare. Sistemo i vestiti lasciati alla rinfusa. Mi piace mantenere ordine nella mia cameretta. È piccola, raccolta, forse un po' spoglia. È il nascondiglio dalle pareti viola.

Esco fuori di casa, aspetto il mio fidanzato. Non tarda ad arrivare. Cinge i fianchi con le mani, stampa baci continui sul collo.
"Andiamo? Cassandra, Josephine, Douglas ci stanno aspettando".
"Ho già detto che faremo un po' tardi".

La frase risuona come un grido confuso nella protesta. Perché non consultarmi? La coppia è composta da due persone, non una. Il copione non cambia.
"Potevi avvisarmi della tua idea" controbatto calma.
"In verità mi andava di trascorrere più tempo da soli. Ultimamente sei distante" Mi schiaccia contro il tronco di un albero. Quel contatto fisico che tanto mi piaceva, adesso risulta ripugnante. Un senso di colpa ambiguo s'instaura nel cuore.

È ciò che voglio, che vorrò? Per scoprirlo lascio che le mani ispezionino la schiena, la pancia, la vita. Permetto che le sue labbra premano sulle mie. Guardati, Helena. Tocchi e muovi la lingua meccanicamente. Qualcosa non va, devo appurare il problema.

Il tragitto per giungere al pub è una corsa ad ostacoli. Resetto. Trovo rifugio vicino al mio migliore amico. Sorrido libera e spensierata. Se non avessi lui, sarei persa in un mare di guai. Non mi sento giudicata e sbagliata.
"Brutto momento?".
"Infernale".
Mi comprende in un batter d'occhio, non gli servono troppe spiegazioni. Guarda discretamente Jake che sta incrociando gli occhi e poi me. Scoppiamo a ridere come due idioti. Scherzare con lui è un toccasana. Ho perso l'appetito, ma in compenso voglio divertirmi. Mi trascina per il polso al centro della sala. C'è uno spazio enorme fra i tavoli, la cassa, la cucina. I camerieri camminano senza difficoltà.

Parte Signs di Snoop Dogg ft Justin Timberlake e Charlie Wilson. Non ci credo! Prendiamo gusto e ritmo. Sì, è vero, prima ero turbata. Ora sono gasatissima. Il resto è futile. Mi scateno senza limiti. Douglas mi indica la scorciatoia per rilassarmi. Solo lui s'infischia della bella figura, dell'apparenza. È normale quello che stiamo combinando? Non credo. Il ragazzo usa metodi particolari per consolare. Piovono applausi. La gente si concentra sul ballo e non sul cibo.

Le note di Dang, canzone di Mac Miller, volano presto. Gli salto al collo, l'abbraccio.
"Ne avevi davvero bisogno".
"Ti voglio tanto bene".
Mi gusto le carezze del mio angelo, del mio salvatore, del mio eroe.

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