Capitolo 1: Normalità (seconda parte)

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Il silenzio parla incessantemente. I sentimenti esprimono concetti più chiari dei discorsi. Le immagini del dolore, della rabbia, dello smarrimento si stabiliscono. Tre soldati si dirigono verso una meta ignota, la giornata non subirà variazioni.

Un momento, un momento. Chi colloca ostacoli all'infuori di me? Posso cambiare ciò che mi pare e piace. "Resterete a casa mia fino a stasera".
Cassandra non batte ciglio, Josephine annuisce svogliatamente. Forse sbaglio, magari desidera restare da sola. Tuttavia, credo che certi dolori non vadano sminuiti. Una spalla su cui piangere, un'uscita, una serata fra amiche costituiscono piccoli rimedi per attenuare lo sconforto.
La guardo con due occhi più grandi del mondo. Le voglio un bene dell'anima. Le fitte della sconfitta colpiscono lo spirito.

Mangiamo al ristorante, pago io per tutte. La sala è piena, gli ordini tardano ad arrivare, siede tacita. Questa fase di gelo crea profonde riflessioni.

Mi scontro con le sfaccettature della realtà. Siamo abituati erroneamente a pensare che determinate fatalità succedano ad altri, non ai nostri cari o a noi stessi. Ho sempre avuto paura del tradimento? Non ci avevo mai pensato, non posso rispondere. Potenziamente siamo tutti traditori e traditi. La cattiveria è insita nella maggior parte degli individui. È facile tenerla a bada?

Cassandra si lamenta per sciocchezze. Le dico garbatamente di smettere. La privacy e il rispetto non sono facoltativi. C'è del sano egoismo? A quanto pare è difficile metterlo da parte. Non è la prima volta che accade, scuoto la testa.

Andiamo a prendere il mio fratellino Austin. Ha soltanto 11 anni ed è più maturo dei suoi coetanei. È educato, riflessivo, attento a non ferire il prossimo. Mi saluta con un bacio sulla guancia, gli stringo la mano. Giunti a casa si chiude nella stanza. Noi ragazze siamo libere.

Come si tira su di morale? Non esistono vere istruzioni. Ci sediamo sul letto faccia a faccia. Amica mia ti conosco, non scappare. Le accarezzo il viso. Finalmente si lascia andare ad un pianto liberatorio. L'eyeliner bellissimo si è liquefatto come le sue aspettative. Consolare è una delle arti più complicate del pianeta. Farò il possibile per non sbagliare, ci riuscirò.
"Perché l'ha fatto?".
Per ogni domanda v'è una risposta che non sono pronta a pronunciare. Apre un lungo racconto sul primo incontro, le differenze di carattere, i bei momenti. Sottolinea una meraviglia inesistente. Cosa c'è di fantastico in un ragazzo prepotente? L'amore o chi per lui acceca irreparabilmente. Smette di singhiozzare a fine racconto. La rabbia prevale.
"Nessuna possibilità, mi raccomando".
"È un capitolo chiuso" conclude lei.

Le alzo il mento, decido di truccarla nuovamente. Corro a prendere gli strumenti di lavoro. Sceglie il rossetto, i colori per lo smokey eyes.
Stiro accuratamente i capelli con la piastra. Un bello scatto in galleria non guasta. Sono piena di stimoli, idee, non riesco a fermarmi. Sforno una bella torta al cioccolato per il dopo cena. Le ragazze si rilassano nel soggiorno davanti al computer.
"Gli amici non mentono".
La voce infantile di Undici in Stranger Things sentenzia la sacrosanta verità. Mangiamo le pizze, spegniamo le luci.

Comincia la maratona di Annabelle. Verità o bugia, è meglio non scherzare su certi argomenti. L'immersione totale nella saga distrae dal cellulare. D'altronde chi mi cercherebbe proprio in questo momento? Due mani sconosciute si posano sulle spalle. È frutto di realtà o immaginazione? Una voce irriconoscibile sussurra qualcosa all'orecchio. Schizzo in aria come un razzo, grido spaventata. Mi precipito verso l'interruttore. Sgrano gli occhi. È Jake! Il cuore martella nel petto. "Come hai fatto a entrare? La porta è chiusa a chiave!"
"Sono passato per la finestra di camera tua".
Una punta insopportabile di fastidio corrode il corpo. Mi sento violata, priva di spazi, in gabbia.
"Non rispondevi e così ho fatto un salto".
"Mi stavo facendo una vita" aggiungo spaesata.
Aveva inviato più di cinquanta messaggi. Tampona le malefatte baciandomi la fronte. Sospiro. Inizia a dialogare con Josephine. L'osservo basita. Si comporta come un bambino. Cassandra studia il mio disagio, ridiamo sotto i baffi.

Colgo l'occasione per rifugiarmi nella fantasia: cosa starà facendo la ragazza bionda?

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