Capitolo 6: Battito d'ali (quarta parte)

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La rabbia scolpisce i nervi, rivelando enormi vene sulla tempia e al collo. Il vulcano è dormiente, ma non per questo non esploderà in futuro. Il disastro è imminente. Non c'è scampo. La lava investe e ripulisce il suolo nel calore della rivalsa.

Se c'è una cosa che detesta da sempre è il bullismo accompagnato da violenza inaudita. Perché un ragazzo picchia un suo simile? Scuote la testa. È meglio non porsi domande, perché la follia di Jake è insormontabile.

Quell'individuo nasconde segreti raccapriccianti, piani diabolici. Il figlio del demonio si fa spazio in società. La cattiveria è una setta diffusa in tutto il mondo.

La realtà è la parte più complessa e difficile dell'universo. La meschinità non dà tregua. Attacca all'alba, al tramonto, a metà mattina, a metà pomeriggio. Nessuno è immune, tutti sono vittime di questo perfido nemico.

La fretta lo porta a scontrarsi con una ragazza bassina sui quattordici anni. I due mettono a fuoco lo sguardo, sgranano gli occhi. Melody è ormai un'adolescente, Jacob è ufficialmente un adulto. I tratti allegri della ragazza non sono mutati, ma la felicità è sostituita dal nervosismo. Si salutano freddamente, saltando i convenevoli. È palese che lei non lo veda di buon occhio, poiché sa dei traumi che ha provocato all'amica. Lui non si offende, al momento merita la diffidenza altrui.

"Lo conosco da parecchi anni, ora raggiungeremo la sua abitazione. Ho un piano, quindi sostienimi in qualsiasi scelta. So che ti chiedo molto, ma ne varrà la pena. Daremo una bella lezione a quel criminale"

La struttura emana un'aria pesante, asfissiante, angosciante. La sua enormità scoraggia i comuni mortali. Fitti cespugli intralciano il percorso per l'ingresso. L'ansia assume le sembianze dei due alleati. Serve abbondante autocontrollo, la razionalità non è una dote scontata. Il ringhio di un rottweiler sobbalza i corpi dei giovani eroi. Il violento abbaio del cane suscita panico puro, che si riversa in brividi raggelanti. Ha ricevuto più calci che carezze.
"Un morso nella carne non guasterebbe" sussurra la ragazza inacidita.

Le imprecazioni del giovane si espandono per l'intero quartiere. Uno sconosciuto sarebbe di essere finito nella trappola di un serial killer. L'apertura della porta sembra un procedimento lunghissimo e interminabile. Finalmente, il padrone di casa li accoglie con un finto, maniacale sorriso gentile.

Melody gioca nervosamente con la cerniera della giacca. Impara a sue spese che il bipolarismo di Jake non è una leggenda metropolitana. La malattia non conosce misure. Sfida qualunque senso logico. Rovescia tutte le frazioni di secondo. Non le serve un referto medico per dichiararne l'instabilità mentale. Il disturbo è una maschera grottesca. Le rivolge un'occhiata indifferente, mentre li invita ad accomodarsi.

Jacob evita abilmente lunghe conversazioni, rifugiandosi sopra con la complice.
"Fossi in te non mangerei e berrei ciò che ti porterà. Magari lo avvelena" sentenzia l'adolescente.
"Quello smidollato non sa cucinare, ecco perché l'ho relegato ai fornelli"
La piccola corruga le sopracciglia.
"Questi atti di generosità non mi convincono"
"Fai bene a non fidarti di quello psicopatico. Ti parla uno che era il suo migliore amico. Mi sono reso contro troppo tardi della sua tossicità. Ero già partito per il mondo delle droghe"

La camera da letto è un buco deplorevole. Il letto è disfatto da giorni, i vestiti sono sparsi sul pavimento. La scarna scrivania presenta il computer, il cellulare, una tazza sporca di cappuccino. Rivers si occupa del primo aggeggio. Esorta Melody a utilizzare il suo smartphone, a entrare nelle chat di Whatsapp e controllare che non abbia divulgato quei contenuti. Grazie al cielo gli scatti sono ancora privati. Preoccupano i messaggi inviati all'ex fidanzata. Le spunte grigie sono migliaia. Per precauzione setaccia anche le conversazioni di Instagram e Facebook. A fine lavoro posa lo strumento con disprezzo. Qualche secondo dopo la missione di Jacob è conclusa. Ha eliminato tutti gli scatti dalla galleria del computer. Sistema la schermata come all'iniziale, aperta al blog di Helena.

L'agenda nera esalta all'occhio. Le pagine rivelano un calderone di oscenità e volgarità. L'intenzione del balordo è di stamparle, appenderle sui muri della città, scoprire con ogni strategia il numero della ragazza, riportarlo sulla carta. La nausea ha il sopravvento sul resto. Chiudono immediatamente la carta posseduta dal male. Il ragazzo la ruba, collocandola nello zaino portatosi dietro. Il simbolo di occulto e pratiche sinistre va sfogliato con calma.

Jake entra a sorpresa nella stanza. Accenna a scuse squallide causate dalla scarsità di alimenti in frigo. La stanchezza dei buoni è lampante. Manca poco per scappare. Quesiti volutamente provocatori ne risvegliano l'aggressività Rooney esplode in insulti pesantissimi verso la piccola scrittrice.
"Sarà sempre la mia puttana" strilla con gli occhi fuori dalle orbite.
Giura vendetta anche per Douglas. La risata procura la pelle d'oca.

Il bullo finisce spiaccicato al muro.
"Hai già rovinato me, non permetterò mai che tu te la prenda con altri"
"Tu sei l'inetto che non ha potere, che si fa soggiogare da stupida polverina. Io sono ancora qua, nonostante fumi costantemente"
"Ti farò restare ancora per poco!"
Il pugno sul naso sfoga il disdegno ineliminabile. Melody sancisce la fine della lite. Colpisce il mascalzone in mezzo alle gambe con i suoi adorati anfibi borchiati.
La mano spropositata sta per colpirla sulla guancia. Jacob la trascina via per il polso. Schizzano come razzi, lasciando indietro l'indemoniato.

I malcapitati scappano disperati dalla violenza della lingua, profonda come una buca, volando lontani nei meandri della salvezza.

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