Capitolo 7: I raggi della speranza (quarta parte)

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La musica è una poesia che proviene dall'abisso del cuore. Le rime di emozioni e vicende vissute si riscrivono con la penna balorda del destino, con la carta della coincidenza, con il sentimento romantico, nostalgico, critico, provocatorio.

La musica è un grido della coscienza, un grido dell'anima. Non c'è cosa più umana delle melodie. Esprime concetti più chiari rispetto alle semplici frasi, nonostante lo strumento di diffusione sia lo stesso. La canzone è parafrasi o ricerca approfondita?

La musica è danza, perché le parole mettono in moto il corpo in una coreografia ben scandita dalla presenza delle emozioni.

La musica è denuncia come la scrittura, perché il messaggio del disco è indistruttibile come la rinuncia.

Questo pomeriggio avrò a che fare con batteria, voce, basso. La felicità rimbomba come il suono delle percussioni, come il vibrato nel canto, come l'assolo vincente di chitarra.

Oggi vedo Firyal grazie a Melody ed Édith. Ci accordiamo per elaborare una sorpresa.

Blue non dimentica l'amicizia, che è sorella e figlia dell'amore. Il pasto della condivisione è il mio preferito. La veridicità del loro legame è degno di diventare un grande classico della letteratura.

Finalmente mi addentro nel gruppo, capendone i meccanismi. Non intendo prendere il posto di nessuna. Sono lieta della fiducia data, perché instaurare solidarietà con le alleate della propria cotta è una soddisfazione.

Quando sono mosse da istinti puri si rivelano la salvezza. Custodiscono segreti, distribuiscono aiuto.

Mi conoscono da poco, non sono tenute a trattarmi come una di famiglia. Anche loro contribuiscono a difendermi dagli insulti dei coetanei. Eppure, la bontà non pensa al tempo, all'affetto. Agisce equamente.

Cambiare aria è necessario. Sono così speciali, che trasmettono vitalità solo al loro pensiero.

Tutti inviano segnali, modellano forme e opinioni. Insieme compiono un lavoro magistrale, il nuovo pezzo d'arte del secolo.

Seduta sul letto colmo di cuscini e pupazzi, osservo il rifugio degli ultimi giorni. Alla mia sinistra il comodino presenta una piccola bottiglia d'acqua. Il mio armadio in legno non ha più le foto scattate con Josephine e Cassandra. La scrivania è la postazione quotidiana arricchita dal computer portatile, le penne raccolte in ordine. Le pareti viola chiaro assistono ai cambiamenti. A destra la libreria conserva parecchi volumi, la mia vita. Il vetro della finestra ritaglia il paesaggio in raggi di speranza.

Mi soffermo davanti allo specchio. Spazzolo i capelli lunghi con cura. Il volto è una tela leggera di trucco. Il fard è invisibile, le sfumature marroni e bianche degli ombretti sono delicate, unite alla linea di eyeliner. Il lucidalabbra trasparente regala un tocco innocente. Sono anche fiera dell'abbigliamento: giacca di pelle nera, camicia bianca, gonna corta beige di plissé, stivali a metà coscia.

Lo sguardo vola in basso. Le fotografie con Josephine e Cassandra stonano nel regno dell'ordine. La prima in particolare è la mia copia.

La mente umana è assurda. L'originalità è un diritto d'autore inimitabile. Le imitazioni sono pericolose?

Non mi soffermo a ragionare, indugiare. Le strappo in due fino a disintegrarle e buttarle nel cestino. I ricordi inutili non servono.

Scorgo le complici all'ingresso del parco. Si girano simultaneamente e mi sorridono. La mia mano si agita in alto. Qualche giorno fa le traditrici mi attendevano nel cortile della scuola, ora incombe l'onestà. Questo parallelismo mi scioglie. Ci abbracciamo all'unisono, le ringrazio con il mio affetto.

L'abilità di mettere a proprio agio è introvabile, parlarci è un'avventura formidabile.

Commettere opere genuine mi procura sollievo. So che andando a trovarla non la disturberò. È accogliente, amante delle meraviglie. Dispongo di ottime consigliere che sanno i gusti a memoria.

Non mi trasformo in Jake. Io lascio libertà, non mi intrufolo per le finestre, non creo situazioni imbarazzanti e strane. Negli ultimi periodi sembrava che mi seguisse, che intuisse i miei movimenti senza che io lo avvisassi.

L'abitazione dei Rivers sbuca circondata da un giganteschi albero di acero rosso, ipnotizzando le pupille. L'imponente quercia è un valido compagno della pianta precedente. L'erba tagliata è un'oasi per la vista. I cespugli decorano il giardino. La villetta è un colosso edile., dall'aspetto maestoso. La fontana ospita simpatici pesciolini.

La porta aperta è un sollievo per il petto, mi nascondo dietro Édith. Mi mordo il labbro all'ascolto della voce. Gioco con la cerniera della giacca, pazientando per l'entrata in scena.

Un piacevole odore di dolce cattura le narici delle mie coperture. Si abbatte fulminea in cucina, prendendo posto e addentando i pancakes ricoperti di nutella.

Firyal è distratta, intenta a servire le ospiti. Mi avvicino di soppiatto con l'intenzione di aiutarla.

Nora Ephron dice che se due persone sono fatte l'una per l'altra finiranno per trovarsi, a dispetto della distanza, del tempo e persino delle circostanze.

L'inimitabile filosofo Schopenhauer sostiene che la gente comune pensa soltanto a passare il tempo, chi ha un po' d'ingegno a utilizzarlo.

È per tale ragione che incrocia i suoi desideri nelle mie pupille, che subito mi trascina in un potente abbraccio, prontamente ricambiato.

Non stiamo dialogando con le parole bensì con il cuore.

Preferisco sfruttare l'inesorabilità dei minuti con lei, piuttosto che nutrirmi.

Preferisco condividere la solitudine dell'intimità con lei, piuttosto che distrarmi nella concretezza.

Preferisco ascoltare ciò che ha fatto per me nel suo istituto, difendendomi dalla massa, piuttosto che sentire le lamentele della tristezza.

La cieca lealtà ai sentimenti è prepotente come la minacciosa palla di fuoco nel cielo della Notte Stellata.

L'inquietudine di Vincent Van Gogh alimenta angoscia e tristezza nella pittura, eppure davanti a certi spettacoli non si può non gioire.

"Come posso dirti grazie?"
In tutta risposta corruga le sopracciglia.
"Esiste un modo efficace?"
"Non lo so. Vorrei poter estirpare i pensieri che navigano nella mente e nello spirito, far osservare il processo della coscienza che diventa concreta, che diventa realtà"
Al momento il sorrisino è genuino esente dalla malizia.
"Mi stai già ringraziando e non te ne stai accorgendo. L'intenzione spazza l'effimero".
Intendersi al volo è un dono divino.
"Le guance rosse ti donano" conclude, strizzando l'occhio.

Ripercorro il sentiero di quel discorso come una composizione ad anello. Il trio prediletto si esibisce con "Shine on You Crazy Diamond" dei Pink Floyd.

L'inno discografico, libero alle interpretazioni più svariate, mi scuote nel profondo. Precipito nello sguardo dai buchi neri, ma risalgo in superficie, brillo come il pazzo diamante della nostra intensa amicizia.

Pink and BlueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora