Il blu scuro del cielo si unisce alle striature nere. Le stelle brillano timide. Cos'è questo posto? Metto a fuoco. È un parco molto rigoglioso. Chi sono? Dimentico il nome. Sì, sono Helena. Tuttavia, adesso quanto sono presente? La vigilanza è distratta, si concede una pausa. Divago costantemente nelle strade dell'assurdo, ho la testa fra le nuvole.
"In realtà è la tua mente".
La voce pungente, ironica, sarcastica, sussurrata mi guida in una trance primordiale. Il tunnel della realtà fantastica è un'attrazione da visitare. Non ha colori, forme, dimensioni. Mi giro incuriosita. Sobbalzo.La ragazza bionda, che s'intrufola nei pensieri scombussolandomi, stregandomi con il suo mistero, è ferma davanti a me. La guerra delle emozioni si svolge in un campo ristretto. Non ho difese, non riesco a studiare piani. Mi abbandono alla sorpresa? Certo che devo farlo! Quando capita di nuovo una fortuna del genere?
"Non m'inviti a stare con te?" ammicca.
"Accomodati accanto a me" rispondo io, reggendo il gioco.
Il caratterino tutto pepe elettrizza, la mia tranquillità mescolata con l'euforia lo contrasta. Provo con tutte le mie forze ad assumere il medesimo tono, ma fallisco. Sembro un tenero orsacchiotto. Annuisce e sorride senza alcun motivo. Sta captando ciò che penso?"Sì, sono in grado di filtrare le tue idee".
"Ci riesci sempre?".
Ci sistemiamo sotto il tronco di un albero cariche di ricerca interiore. È una disputa a chi si scopre per prima.
"Lo sai già".Non impiega molto a inquadrarmi. Ha totalmente ragione. Elimino la precisione, la determinazione dell'affermazione. Mi abbassa una spallina priva di timore. Sa cosa desidera, sfodera tutti gli strumenti necessari. Le distanze si annullano. Bacia la zona scoperta, marchia, possiede. La tachicardia galoppa incontrollata. La dimensione del piacere si fa strada nelle pulsioni. Prego, spero, imploro che accada altro. Tappezza il collo di piccoli morsi.
L'intuibile trasuda verità paura. Sono un libro aperto, i miei sentimenti restituiscono la vista ai ciechi. Codifico atteggiamenti, posture, modi di fare e di pensare. Studio ogni singolo movimento.
Immergiamo gli occhi in un danza di sguardi scoppiettante. Il fuoco domina. Divampa ettari di innocenza. C'intendiamo al volo. Le parole non servono. Inutili periodi di chiacchere, noia, finto intellettualismo rovinano l'atmosfera. Gli enunciati migliori sono prodotti dalle mani in posti proibiti. Quello che vogliamo esplorare è servito, aspetta di essere gustato.
Incasello i dati, schiudo le labbra per così tanta perfezione. Venere è per gli stereotipi, per chi non prosegue oltre. La ricerca di termini si arresta qui.
L'infinito è lo sfondo del tempo. Instilla soggezione. Non mi muovo. La magia mi blocca nei suoi respiri. Mi compiaccio di un simile effetto.
Un freddo leggero piomba sui nostri corpi. Siamo coperte da una misera sottoveste. Mi sento o sono nuda? Qual è la verità? Provoca in modo possibili e immaginabili, sottili ed espliciti, delicati ed esagerati.
Indirizza la mano lenta e sicura lungo la mia coscia. Tremo come una foglia e percepisco la soddisfazione della compagna. Sfiora il punto traboccante di conferme.
Abbandono i freni, mi stuzzica abbastanza. È piacevole, molto piacevole. Vivere è delirare. D'altronde la follia si traveste da normalità. Le afferro di getto il petto non controllando la forza. Vuole che io superi i confini. In effetti per conoscersi serve volare lontano.
"La bisessualità è realtà, Helena"Poi il buio. Salto dal letto. Che fine ha fatto? Per quale sentiero vaga? Mi chiama per nome, ci incontriamo, ci frequentiamo. Magari, magari. Controllo l'orario sul cellulare, l'alba spazza l'attività della notte. Stringo questo stupido cuscino invece del suo seno o delle sue gambe. Ritorno con i piedi per terra con le ginocchia sbucciate. Una sensazione mai sperimentata prima regna nel cuore. Annoto il sogno con cura e attenzione. Non dimentico nessun dettaglio. Cosa sento? Spavento? Vergogna? La mia sessualità sta gridando al cambiamento, continuerò il tragitto.
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Pink and Blue
RomanceDetroit, Michigan, 2018. Helena Miller, un nome che cela abissi insospettabili di curiosità. Sono la classica ragazza che ama scrivere e allo stesso tempo detesta ricevere le tracce dall'insegnante. Il motivo? È un limite alla libertà, creatività, s...