Capitolo 6: Battito d'ali (quinta parte)

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Melody getta un ultimo sguardo protettivo alla dormiente Édith, un silente segnale di salvaguardia. L'amicizia è un medicinale salvavita, che cura i morbi inguaribili. Nulla è impossibile per questo sentimento. Spegne la luce e la lascia riposare.

L'agitazione fa scendere le scale in una gabbia di inquietudine. La ragazza non è solita dormire profondamente.
Gli incubi sono gli accompagnatori peggiori.

Sono quasi le nove in punto, ma gli orologi smettono di funzionare. Le lancette si bloccano, si annientano, si disperdono. Sembrano notti di guerra, neppure gli stralci lunari costituiscono vere fonti di luce. L'assenza di rumore è il sibilo del trapasso, il sussurro che segue invisibile, l'alleato inannientabile. Sfiora le gote e pizzica il cuore. Il soldato è in balia del nulla. Resiste alle intemperie o crolla come un castello di carte?

La paura è il canto della morte, la marcia nuziale della fine.

Come ci si comporta adesso? Ci si immerge nell'acqua ghiacciata della disperazione o si accetta la sorte? D'altronde non c'è via di scelta. Il saggio soffre esattamente come gli altri, ma accetta la pena.

Le disgrazie sono già decretate o si abbattono come un vento in tempesta? A chi importa del destino durante l'atrocità?

Elis è dello stesso pensiero e Melody capisce che il suo uomo ha bisogno di vero supporto.

A sostegno di ciò si siede accanto a lui, stremato dalla fatica, con il volto coperto dalle mani. Si nasconde per la vergogna? Si nasconde per un ingiusto senso di colpa? L'uomo neppure si accorge di lei, poiché è caduto in un buco nero infernale. Quando provano a sfiorare un figlio, che è carne della propria carne, sangue del proprio sangue, viscere delle proprie viscere, principio di un nuovo futuro, nulla cattura l'attenzione del tutore.

Cos'è un genitore senza il suo raggio di sole, suo germoglio, suo fiore, creazione della natura?

I due amanti sono vicinissimi fra loro, bloccati da un muro angosciante. La cinepresa del destino registra le sequenze di tensione emotiva, amore, sostegno, rabbia, frustrazione. Le luci al neon del set puntano a sfumature indefinito contornate di blu, colore che è portavoce anche della malinconia.

Non è facile per entrambi. La prima usa totalmente il cuore per essere un'ottima amica e fidanzata, il secondo investe tutto sé stesso per incarnare la figura del padre attento.

Alcune volte le lacrime si ingoiano, altre volte allagano fortezze.

Elis non si fa mai abbattere dalle difficoltà, dalle critiche, dagli insulti. È un gigante buono, tenace, ricco di vitalità. Ora perde ogni goccia di carisma, un debole è più energico.

Il dolore è follia, estraniazione, alienazione, pena capitale ripetuta.

Il punto di incontro, il coraggio di parlare, il sussurro genuino li aiuta a dialogare. Le carezze sulle spalle di Melody incitano a rovesciare fuori i rifiuti dell'indignazione.
"Non ti chiedo come stai, è una domanda stupida quanto insensata. Ti prego solo di sfogarti con me, di dirmi cosa pensi in questo momento".
Gli occhioni scuri rivelano stanchezza e rossore.
"Nella mia testa le sensazioni sono nitide come una fotografia scattata da professionisti. Se dovessi riportarle a parole, ogni sillaba sembrerebbe un suono confuso e indistinto".
"Provaci ancora. Io sono qui".

Lo sgomento si trasforma in discorso. Attimo dopo attimo una concatenazione di pianti e riflessioni lo liberano in parte dal tormento.
"Perché è capitato proprio a lei? E a quelle come lei?".
"Perché sfavillano di un coraggio indistruttibile, che nessuno possiede. Édith è bellissima, vincitrice, una dea greca. Dobbiamo resistere e gioire del fatto che sia ancora con noi, pronta a deliziarci con il suo sorriso".
Sussiste un ultimo ostacolo da superare.
"Sentirla singhiozzare, raccontare quella vergogna, tremare fra le mie braccia mi ha spezzato le ossa in due. Ho paura di non essere un buon padre".

Melody impallidisce, piegata da un macigno. L'eroe non merita di dipingersi come un mostro. Persson è l'antitesi dell'errore.
"Chi c'è stato quando ha capito la sua identità e l'ha accettata? Chi c'è stato quando aveva problemi con l'amore, l'amicizia, la mamma che è andata via? Chi è che stato un secondo padre per me e Firyal? La gente si diverte a trovarti un difetto, ma non ne hai neppure mezzo".

La quiete sposta le pietre pesanti con un bacio dolcissimo e appassionato. La sicurezza, la stabilità scioglie le incertezze. Le coccole si susseguono, s'intensificano, si infittiscono come un filare d'alberi.

Il battito d'ali delle farfalle li distende sul comodo divano del soggiorno, li chiude in una stretta morsa d'amore. L'unione sorride per la chioma bionda di Firyal, che ondeggia nel corridoio, e per l'arrivo inaspettato di Helena.

La fratellanza chiama i popoli a raccolta. La causa del bene punisce i peccatori e salva le vittime.

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