25. È SOLO TUO

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Dylan sapeva che Berry era sicuro di voler andare dai suoi, ma vederlo suonare alla villa dei Williams con totale nonchalance lo stupì e non poco.

Non che non sembrasse nervoso, afferrò subito la sua mano, stringendola. Dylan ricambiò la stretta passando una mano sulla base della schiena del riccio.

Il cancello si aprì e, oltrepassato il cortile, un uomo alto e tutto in nero li accolse dalla porta. «Signori, il ricevimento si tiene in sala, vi accompagno.» detto questo si girò con estrema lentezza e li accompagnò fino ad una sala enorme, che strabordava di gente. Sembravano tutti altolocati, dai vestiti (rigorosamente neri) firmati. Dylan si sentì un po' a disagio: aveva semplicemente una camicia, una giacca e dei pantaloni, tutto nero e preso al mercatino sotto casa sua.

«Harry-» una voce attirò l'attenzione dei due ragazzi. Era una donna. Un bellissima donna. Una bellissima donna che assomigliava pericolosamente a Berry. Alta mora, occhi verdi e bocca a cuore, proprio come Berry.

«Ehm...Ciao, Margaret.» salutò quest'ultimo, stringendo la mano a Dylan e sostenendo lo sguardo scettico che gli mandava la donna. Era la prima volta che lo sentiva dire più di due sillabe, in quel giorno.

«Vedo che ti sei degnato a tornare.» sbottò la donna.

«Non che io volessi.» Berry alzò gli occhi al cielo.

«E chi è il tuo capriccio stavolta?» Margaret fissò Dylan con sguardo malefico.

«Che ne sai tu? Ti sei mai interessata di me?» ringhiò Berry e Dylan quasi si spaventò.

«Amore, calmati...» cercò di calmare il suo ragazzo «Dylan Walker, piacere di conoscerla.» tese la mano alla donna.

«È solo tuo, mio marito non ti avrebbe voluto qua.» la donna neanche strinse la mano che lo guardò con una smorfia.

«Mi dispiace per la sua perdita.» era veramente dispiaciuto, ma la donna lo stava mettendo a dura prova.

«Certo, vedremo se vorrai essere così gentile dopo che avrai capito che ragazzino viziato è mio figlio.» Margaret e Camille sarebbero andate d'accordo.

«Beh, credo che visto che è il mio ragazzo io l'abbia già appurato di mio, non crede?» sorrise smagliante e poi trascinò Berry verso qualcosa che sembrava cibo.

Berry tirò un sospiro di sollievo e lo abbracciò. «Grazie, anatroccolo.» il biondo ridacchiò e gli diede un bacio tra i capelli. «Di niente, piccolo». Il riccio alzò la testa e depositò un dolce bacio sulle sue labbra.

Restarono in disparte per tutto il resto della serata, nessun parente a fare le condoglianze a Berry, nessuna zia invadente o bambino fastidioso. Erano così statici che sembravano robot. «Tesoro, fino a quanto dobbiamo stare qua?» chiese Dylan divorando la settima tartina in dieci minuti.

«Fino a quando non leg- oh guarda inziano.» si fermò per indicare un ragazzo abbastanza giovane che stava salendo su un palchetto con un microfono in una mano e un foglio nell'altra.

«Buonasera signore e signori, interrompo il ricevimento per leggervi il testamento del nostro amato e ammirato collega, marito e padre, Christopher Williams.» fece una pausa e iniziò a leggere il foglio. «Io sottoscritto Christopher Williams nato a Boston il 15 Ottobre 1970 nel pieno possesso delle mie capacità mentali con il presente testamento nomino erede universale di tutti i miei beni presenti e futuri il signor Williams Harry Christopher nelle mie piene facoltà di intendere e volere dispongo che, dopo la mia morte, la casa situata in 59th St, n 675, piano 18, interno C a New York City vada a Olivia Williams, mia figlia Olivia e mio figlio Harry Williams eredi universali dei miei beni. Lego l'azienda Williams Company di $ 15 000 000 a mia moglie Margaret Williams oltre a quanto gli spetta per legge. Tutte le mie altre proprietà andranno a Harry Williams fino al raggiungimento della maggiore età di Olivia» Ma chi era Olivia? Sia Berry che Dylan ogni qualvolta che veniva nominata si lanciavano sguardi interrogatori. Era una presunta sorella di Berry, non maggiorenne di cui il riccio non sapeva nulla. Berry si stava già scaldando, ma il ragazzo continuò. «Inoltre per scusarmi di tutto ciò che gli ho causato nella vita, lascio a mio figlio due terzi della mia eredità che ammontano a $ 120 000 000 000, sperando che mi perdoni per la mia codardia in vita, il resto andrà a Olivia...» finì «...grazie dell'attenzione.» Berry tirò un sospiro e scattò verso la madre.

Dylan gli fu subito dietro. «Chi è Olivia?» la madre stava piangendo e non riuscì a rispondere subito «E smettila di far finta di essere triste, sei solo delusa che ti abbia lasciato solo l'azienda e sai benissimo che se fai casini rimani senza un soldo, so com'era fatto papà.» continuò acido e gli veniva da piangere, ma cazzo, non ora. Dylan gli massaggiò la schiena.

«È tua sorella, l'abbiamo avuta l'anno della tua partenza, non era prevista, ovviamente.» spiegò e...oh Berry si era perso la sua sorellina per 7 anni.

«Dimmi che non l'hai tratta come facevi con me» la sua voce tramava e tanto. Dylan fissava Margaret con odio, come aveva potuto?

«Ero anche più rigida, con te non ha funzionato.» sbuffò infastidita per poi andarsene.

«Oddio...» e scappò via.

Dylan lo seguì, fermandolo appena fuori dal salone.

«M-mia sorella, l-l'ho lasciata d-da sola» pianse contro il petto del biondo che lo abbracciava.

«Non è colpa tua non era neanche ancora nata, tranquillo» lo accarezzò cercando di tranquillizzarlo.

«La voglio portare con noi, la portiamo da nonna Ada-» alzò gli occhi gonfi verso il suo ragazzo.

«Cosa?»

«Hai capito.»

Bantry || Dylan & BerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora