17. PENSAVO DI ENTRARE NELL' "MILE HIGH CLUB" MOLTO PIÙ IN LÀ COL TEMPO

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«Dyl, alzati!» disse Berry. Era già vestito, lavato e pronto per partire. Dylan invece, era ancora nudo a dormire a letto.

«Ma non voglio, sono solo le...» guardò il telefono «...6, dai torna qui.» borbottò dal letto. Che sfaticato. Lo aveva avvisato che non avrebbero potuto scendere alle 11 come facevano da quasi un mese, ma testardo com'era non lo aveva ascoltato.

«Tesoro, se non ti alzi lo spieghi tu a tua nonna perché c'è solo un newyorkese a casa sua, senza suo nipote.» disse serio Berry, con le mani sui fianchi e l'espressione corrucciata. Arrivare in ritardo non gli piaceva, specialmente se implicava perdere un aereo e restare a piedi.

«Capirà, mi ama.» borbottò ancora con la testa sotto al cuscino.

«Dai, Dylan, veramente.» continuò l'altro scuotendolo.

«Okay, va bene, mi alzo.» il ragazzo tirò fuori la testa dal sotto il cuscino con un'espressione assonnata, capelli spettinati e i segni del cuscino sulle guance.

«E bravo il mio ragazzo.» Berry gli baciò la guancia e si diresse velocemente in cucina per preparare colazione.

Alle 6 e mezza erano entrambi in cucina a mangiare le uova e il bacon preparate da Berry. Quest'ultimo sembrava sul punto di uno svenimento, tanto che aveva sonno e Dylan stava praticamente dormendo da seduto.

Tamu doveva essere un cane particolarmente intelligente, perché sembrava aver capito che se ne stavano andando, non staccandosi un secondo dalle gambe di Dylan. Mangiarono in silenzio, troppo stanchi. Berry anche se faceva finta di nulla, era stanco morto, non era più abituato ad alzarsi così presto. Dylan l'aveva abituato a svegliarsi veramente molto dopo di quell'orario.

«Piccolo?» lo chiamò Dylan, facendogli alzare la testa «Ti eri incantato a guardare il piatto vuoto.» disse pizzicandogli la guancia destra.

Berry sorrise e poi passò un dito su quella piccola cicatrice. «Come te la sei fatta?» chiese di botto, pentendosene subito. Era stato troppo invadente? Sì.

«Togliti quello sguardo colpevole, niente di grave tranquillo.» gli lesse nella mente, dandogli un bacetto sul naso «Ero un adolescente molto stupido, ho litigato con un tizio per dell'erba o roba così e non è finita bene: costole rotte, gomito fratturato, caviglia slogata e una bottiglia spaccata in testa.» Berry non poteva non essere deluso dal fatto che Dylan prendesse droghe, ma non riusciva a non sentirsi male al pensiero del suo ragazzo in ospedale con gesso e testa fasciata.

«Oh mio Dio, Dyl...» disse Berry dandogli subito un bacio sulle labbra.

«Tutto apposto, due punti qua, e più o meno quindici in testa...però il mio bel faccino è ancora intatto.» rise. Berry lo baciò ancora, poi si diressero a caricare le valigie in macchina e a portare Tamu da Ada.

Salirono in macchina verso le 7 e arrivarono all'aeroporto di Cork alle 9. Guidò Dylan, nonostante Berry non volesse (in realtà il riccio si addormentò quasi subito e, per svegliarlo, Dylan dovette praticamente schiaffeggiarlo).

«I gates aprono tra cinque minuti, poi abbiamo il volo alle 12.» spiegò Berry, erano già nella fila per imbarcare i bagagli (ovviamente tra i primi).

«Io ho il posto finestrino.» disse Dylan felice come un bambino.

«Come sei infantile, se lo volessi io?» Berry alzò gli occhi al cielo, sbuffando.

«Tanto tu dormi sempre.» lo prese in giro l'altro.

«Non è vero.» mise il broncio.

«Okay, allora tu stai sul posto finestrino, ma non devi dormire tutto il tempo.» il biondo tese la mano a mo' di sfida.

Bantry || Dylan & BerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora