38. È RECIPROCO

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Più passavano i giorni più casa di Berry e Dylan si riempiva di oggetti regalati dai loro amici per Liam e mancava un mese. I due non se lo aspettavano, soprattutto perché con Tessa e Richard, forse perché l'hanno visto da esterni, non gli sembrava che arrivasse così tanto roba.

«Amore, è arrivato un pacco dall'Italia.» Berry entrò con uno scatolone in cucina, appoggiandolo sul tavolo dove era appoggiato Dylan a studiare.

Il biondo alzò la testa. «Dev'essere quello di mia nonna, te ne avevo parlato.» disse abbassando di nuovo lo sguardo sui libri.

«Mi dai una mano ad aprirlo, poi torniamo a studiare.» chiese, cercando un paio di forbici nel ripiano.

«Va bene, dai.» si alzò e lo affiancò davanti alla scatola.

Berry taglia il nastro adesivo e la apre. Dentro c'erano altre tutine, biberon e un peluche che sembrava abbastanza malandato.

«Oddio, ma questo era mio!» lo prese in mano. Era una pecorella bianca, che ormai bianca non era più, l'aveva chiamata Vincent e se la teneva sempre con sé, quando era più piccolo. «Vincent, credevo di averti perso.» guarda il peluche con occhi spalancati.

Berry gli dà un'occhiata confusa «Hai chiamato Vincent una pecorella di peluche?»

«Sì.» lo guarda fiero.

«Va bene, portiamo questi a posto e torniamo a studiare.» Prese lo scatolone, seguito dal biondo che lo seguiva con in mano Vincent.

Quando tornarono in cucina, si rimisero a studiare: era inizio giugno e iniziava la sessione estiva e questo significava poter iniziare a pensare alla pasticceria.

Berry molto segretamente aveva già chiamato un architetto e ogni tanto spariva misteriosamente per andar a parlarci. Dylan invece aveva solo più pochi esami, ma difficili, poi avrebbe dovuto accompagnare i suoi ragazzi della primavera in finale, a Dublino. Janice, invece, era arrivata alla trentaseiesima settimana, ed era veramente grande. La ragazza non vedeva l'ora di finire la gravidanza perchè non ne poteva più, Berry e Dylan, invece, volevano solo che il bambino uscisse per poterlo finalmente vedere. Liam aveva iniziato a fare dei singhiozzi che tenevano la povera ragazza sveglia la notte, la quale chiamava i due disperata. Aveva mal di schiena, acidità di stomaco e ogni tanto aveva delle contrazioni che il medico aveva spiegato essere "preparatorie", cioè per preparare la madre alle vere contrazioni. In pratica, l'ultimo periodo era stato frenetico per tutti.

«Cosa studi ora?» chiese Berry, vedendo il suo ragazzo trafficare con dei libri.

«Biochimica e preparazione fisica, tu?»

«Chimica degli alimenti.» prese anche lui i suoi libri e si mise sul tavolo in cucina.

«Okay a dopo, non studiare troppo, io vado in biblioteca che ho bisogno di un libro e poi in palestra.» prese il suo borsone e lo zaino, e poi si sporse a dargli un bacio.

«Ti va se ti vengo a prendere in palestra alle-ehm 19 e poi andiamo a cena?» chiese, ricambiando il bacio.

«Certo, a dopo. Ti amo.» e uscì non prima di sentire un "Anch'io" urlato.

In biblioteca non ci mise tanto: trovò quasi subito il libro che gli serviva, si prese un caffè e lesse ciò di cui aveva bisogno, poi incontrò un suo compagno di corso, Chris, e si fermò a parlare con lui.

Poi si fiondò nella palestra del campus, andò negli spogliatoi, si cambiò molto velocemente e si mise a fare il suo abituale ciclo di esercizi: 30 minuti di curls e hammers per i bicipiti, 15 minuti di sollevamenti per le gambe e 40 minuti di tapis roulant.

In palestra a quell'ora c'erano sempre le stesse persone, tra cui Dylan.

In sala pesi c'era sempre un tipo molto simpatico che da quando aveva scoperto che aveva un ragazzo non faceva altro che fare domande, perché era del Texas e lì non era molto comune trovare persone queer. Invece, al tapis roulant era sempre a fianco ad una tipa francese che parlava costantemente al telefono, nella sua lingua, così il biondo aveva appreso qualche parola (per di più parolacce).

Bantry || Dylan & BerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora