10. ABBASTANZA GAY?

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Stava rovistando nella valigia da dieci minuti buoni e non trovava quella maledetta canotta. Come non detto, la trovò. Si mise la sua amata canotta del merchandising di Ed Sheeran, i bermuda, il suo cappello a tesa larga e gli occhiali. Prese il suo zaino e ci mise tutto quello di cui pensava di aver bisogno, in realtà oltre ad andare all'università, non sapeva cosa Dylan volesse fare.

Sistemò le ultime cose e poi scese in salotto. «Ciao nonna, ci vediamo domani.» disse Berry uscendo.

«A domani!» rispose sua nonna non alzando gli occhi dal suo lavoro a maglia.

Uscì di casa e si ritrovò Dylan appoggiato alla macchina, con una sigaretta tra le dita.

«Ehi Riccio, pronto?» disse sporgendosi per un bacio.

«Sì.» sorrise Berry, poi gli prese la sigaretta dalle mani, la buttò per terra e la pestò. Solo a quel punto lo baciò.

«Non c'era bisogno di buttarla, non era nemmeno a metà.» si lamentò il biondo.

«Ti fa male.» rispose duro Berry, facendolo sbuffare.

Salirono in macchina e partirono.

Berry continuava a pensare a sua nonna, al pranzo, al fatto che probabilmente avrebbe spaventato Dylan...non riusciva a non pensare negativo. Ogni scenario che gli proponeva in mente era tragico e Berry finiva con il cuore spezzato.

«Piccolo? Tutto bene?» la voce del ragazzo lo riscosse dai suoi pensieri.

«Sì.» mentì spudoratamente.

«Non mentire.» Sgamato in tempo zero. Complimenti, Berry, complimenti.

«Era così palese?» chiese imbarazzato.

«Pure io in tre giorni ho capito che sei un pessimo bugiardo.» lo prese in giro il biondo. Berry rise, poi tornò serio.

«Va bene...mia nonna ci ha visti e i-io ho provato a spiegarle che ci conosciamo da meno di una settimana, che non sei il mio ragazzo, non che non vorrei che tu lo fossi, sia chiaro; poi ti ha invitato a pranzo da noi domani e le ho anche spiegato che c'è Arnold e ha invitato anche lui, quindi sono in crisi più totale perché sono un disastro.» disse Berry tutto d'un fiato.

«Non ho mai sentito tante cazzate in un discorso» Dylan ingranò la marcia e poi mise una mano sulla coscia di Berry «Prima di tutto si chiama Archie, poi non sei un disastro, tutt'altro. Mi hai rovinato la sorpresa, tra l'altro.» continuò. Sorpresa?

«In che senso?» chiese Berry confuso.

«Lo scopri dopo, guastafeste. Ora calmati, vengo con piacere domani a pranzo da Ada e soprattutto Archie, lui mangerebbe anche una suola di scarpe.» rise Dylan, sorridendo dolce. Berry rise, rassicurandosi un po'.

«Ma seriamente, sei sicuro?» chiese girandosi verso di lui. Sapeva che il biondo non poteva girarsi verso di lui, ma voleva guardarlo negli occhi, come per assicurarsi che gli dicesse ciò che voleva dirgli veramente.

«Ma certo, piccolo, tranquillo.» gli strinse la coscia.

«Okay, qual è il programma per oggi?» chiese appoggiando la sua mano su quella del biondo. Si era tranquillizzato un po', ma non del tutto, aveva ancora quella piccola voce nella sua testa che gli diceva che Dylan sarebbe scappato da un momento all'altro.

«Andrei a visitare il campus, ci informiamo sui corsi che ci interessano, facciamo pranzo e poi...non te lo dico.» spiegò il ragazzo. No, così non vale. Poi cosa?

«Oh ma dai.» si lamentò Berry.

«Zitto e metti la tua musica di merda.» lo zittì l'altro. Musica di merda a chi?

Bantry || Dylan & BerryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora