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Monaco, 2017

-cosa ci fa una ragazzina come te qui  da sola?- chiese qualcuno affiancandomi. 

-che cazzo te ne frega?- chiesi irritata tenendo lo sguardo puntato da vanti a me.

-che caratterino, quanti anni hai?- 

-senti carino mi hai rotto il cazzo, se non te ne vai ti faccio vedere io- mi girai di scatto verso di lui e lo fulminai con lo sguardo. 

si avvicinò a me tenendo i suoi occhi fissi nei miei, non vi erano espressioni che trapelassero dalla sua espressione fredda e scocciata.

-e sentiamo? cosa mi vorresti fare? vai a chiamare la mammina? o il papino?- sussurrò facendo un ghigno. 

in uno scatto d'ira improvviso lo presi per il colletto della felpa che indossava e lo tirai più vicino a me, i nostri nasi si sfioravano mentre quel gioco di sguardi tra di noi non cessava, nei suoi occhi riuscii a vedere un'ondata di rabbia passare veloce come un fulmine. 

appoggiò una sua mano sulla mia e mi staccò da se, nel farlo la manica della mia felpa scese lungo i miei avambracci scoprendo i miei polsi lasciando intravedere l'impronta delle dita di una mano.

il lampione dietro di noi illuminava di poco il suo viso e il rumore del suo respiro veloce arrivava pungente alle mie orecchie.

-provaci un altra volta e giuro che....- sibilò lasciando la frase sospesa.

stavo per ribattere quando un voce a me troppo conosciuta arrivò dritta alle mie orecchie. 

mi scostai di scatto da lui e con una mossa secca gli feci lasciare la presa dalla mia mano. 

alzai il cappuccio della felpa sopra la testa e iniziai a camminare velocemente per il marciapiede lasciandolo li interdetto su cosa fare.

-giuro che se ti trovo ti massacro!- sentimmo urlare dal fondo della via dove eravamo. 

sospirai e continuai per la mia strada finchè qualcuno non mi spinse in un vicolo alla mia destra. 

-perchè sei fuggita? stavamo parlando!- borbottò quel ragazzo.

-dalla tua faccia eri visibilmente scocciato, e poi cosa te ne dovrebbe importare?- mi liberai per la seconda volta della sua presa. 

mi poggiai al muro dietro di me e rimasi immobile da vanti a lui.

riuscii finalmente a vedere il colore delle sue iridi grazie a una piccola luce sopra le nostre teste, aveva due occhi color ghiaccio che erano in sintonia con il suo viso squadrato.

-secondo me sei fuggita perchè hai visto che ho notato questo- prese di nuovo il mio braccio e abbassò di scatto la manica della felpa.

i suoi occhi iniziarono la scrutare la mia pelle chiara macchiata di quel segno viola che dominava i miei polsi da giorni.

-chi ti ha fatto questo?- 

alzai gli occhi al cielo e non gli risposi. 

-se te lo dico poi cosa credi ti poter fare? gia un altro ragazzo ha cercato di aiutarmi ma non ci è riuscito, non l'ho più rivisto e sarà proprio quello che capiterà con te, anche se secondo me non te ne frega proprio un cazzo ma stai cercando di essere gentile per chi sa quale motivo, guarda che non mi importa se te ne vai, non ci rimango male- 

-AMYYYYYYYYYYY- sentii urlare e dei passi si fecero sempre più vicini -se ti vedo dio solo sa che fine farai!- 

-ma chi cazzo è sto squilibrato! mo gliene dico 4- bloccai il ragazzo appena in tempo che potesse fare qualsiasi cosa.

-non ci provare- sibilai.

-oppure? è da mezz'ora che urla! mi ha rotto il cazzo!- sbraitò cercando di divincolarsi dalla mia presa. 

il rumore di passi sempre più vicini arrivavano alle mie orecchie ed entravano nelle mie viscere come un veleno, ad ogni passo che sentivo il cuore accelerava sempre di più.

quando riuscii a vedere la sua ombra avvicinarsi presi di scatto la faccia del ragazzo e lo baciai, o almeno feci finta di farlo, con la coda dell'occhio riuscii a scorgere la figura di mio padre guardarci e poi andare oltre riprendendo a camminare. 

mi staccai di scatto dalle labbra di quel ragazzo di cui non sapevo nemmeno il suo nome e mi lasciai cadere a terra finendo seduta con le spalle al muro.

-cosa cazzo hai appena fatto? ma sei pazza per caso?- sbottò iniziando ad innervosirsi sempre di più.

-ti prego stai zitto!- urlai alzandomi in piedi di scatto. 

stava per urlare qualcosa quando la suoneria del mio telefono rimbombò nel piccolo vicolo. 

estrassi il telefono dalle tasche e lessi il nome sullo schermo. 

-ei Charles lo so che sei preoccupato ma sto bene te lo giuro... tra poco torno a casa-

-sono ore che ti cerco! dove diavolo sei?- 

-sono in un vicolo con un tipo strano ma tranquillo sto bene-

-con un tipo strano? come si chiama?- 

-non so come si chiama, ora torno- 

chiusi la chiama e rimisi il telefono al suo posto. 

-quindi cos'era quel bacio?- 

-devo andare, e non montarti la testa l'ho fatto per una questione di vita o di morte- 

gli diedi le spalle e uscii dal vicolo.

-dove abiti?- chiese affiancandomi. 

-non te lo dirò- 

-allora vengo con te, non è carino lasciarti camminare da sola di notte per le strade di Monaco- 

sospirai. 

iniziammo a camminare in silenzio.

-ti piace la formula 1?- chiesi improvvisamente.

-si- 

-quindi sai chi è Carlos- 

-Sainz?- 

-si lui... l'ho conosciuto alcuni anni fa e mi piacerebbe incontrarlo di nuovo- sospirai calciando un sassolino. 

-e come vi siete conosciuti?- 

-mi ha salvato letteralmente la vita, e nonostante questo non l'ho ascoltato e ho fatto di testa mia e ora... era meglio se ascoltavo il suo consiglio- 

-sei una fan?- 

-no, io sono una pilota e corro nei campionati minori di moto- 

-e io corro in formula 1-

Start Again || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora