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-come sta?- chiese Lando sedendosi a canto a me nel letto.
-mi ha scritto Carlos che sta bene e che ora hanno una riunione poi passeranno qui-

Annuì.
-senti volevo chiederti una cosa ma non so se farlo- abbassò lo sguardo.
Spensi lo schermo del telefono e mi girai verso di lui.
-dimmi-

-beh si ho notato che ultimamente quando ti sfioro o ti bacio o cose così ti scosti come... come non lo so... non so come spiegarmelo... ecco volevo solo sapere perché-
Mi morsi il labbro e guardai altrove.

-non riesco a dirtelo-
-ti faccio così schifo?- sussurró improvvisamente.

Mi sprofondò il cuore nel petto e alzai di scatto la testa verso di lui.
-ti prego non pensare mai e poi mai una cosa del genere, non c'entra niente con te, non è assolutamente colpa tua e non ci pensare nemmeno che possa esserlo... è solo successa una cosa e non succede solo con te-

-scusa-
-ei... non devi scusarti- mi avvicinai e gli strinsi una mano -non hai nulla di cui scusarti-

Annui con la testa.
-cos'è successo ?- chiese alzando di nuovo lo sguardo.
-l'ho detto a Max e sta di merda anche se non lo ammette, l'ho detto a Charles e si è sentito male, l'ho detto a Carlos ed è scoppiato a piangere... Non farò l'errore di dirlo anche a te e vederti stare male-

-ma io voglio saperlo Amy, non mi importa se starò male, l'importante è sapere come aiutarti...-
-non posso-
-ti prego! Almeno dimmi qualcosa di più, ti prego-

-ero con te alla festa-
-perche mi hai detto di stare bene?? Lo sapevo che era successo qualcosa!- si alzò di scatto.
-non dovevo portarti o perderti di vista, cazzo...- iniziò a camminare avanti e indietro.

-non sai cos'è successo e dai già di matto, come credi reagiresti alla verità? Te lo dico io..... usciresti di testa, impazziresti soltanto ad immaginare quello che è successo e che è successo a pochi kilometri da te, non ti sto incolpando sia chiaro-

-kilometri? Non eri nel locale con noi...?- puntò le sue iridi nelle mie e improvvisamente spalancò gli occhi, forse ci era arrivato da solo.

-no- sussurró -no non è possibile- rise nervoso.
Lo guardai con aria interrogativa.
-ricorda cosa ti ho detto, non giungere a conclusioni affrettate-

-eri fuori da sola distante del locale, di notte, ora ogni volta che mi avvicino poco di più, ma non solo io, ti allontani di scatto... Max sembra devastato da qualcosa di orribile da giorni... Charles è fottutamente svenuto e Carlos...- si passò una mano sulla faccia.
-cazzo spero davvero di essermi sbagliato perché si uscirò fuori di testa-

-ti lascerò col dubbio Lando-
Mi guardò supplichevole.
-poi avrò due mamme chiocce- sbuffai ridacchiando.
-cosa ?-
-no niente è una cosa che mi ha detto Charles-

-ti...- non riuscì a continuare la frase che Charles entrò nella stanza come un tornado e si catapultò su di me facendomi distendere sul materasso con lui sopra che mi abbracciava forte.

-Charles se continui a fare irruzione nelle stanze inizierò a chiudere a chiave-

-possiamo rimanere soli?- chiese con la voce ovattata.
Guardai Lando lasciare la stanza e lasciare la porta aperta, da essa comparì Carlos.
Mi guardò con uno sguardo triste ed entrò.

Improvvisamente sentii il corpo di mio fratello iniziare a tremare e in poco tempo la mia maglia iniziò a bagnarsi.
Con l'aiuto dello spagnolo tolsi il monegasco da sopra di me e lo facemmo stendere al centro del letto, mi accoccolai a lui e lo strinsi forte.

Mi uccideva vederlo in questo stato per colpa mia.
Dopo una buona mezz'ora che passammo in silenzio finalmente i singhiozzi cessarono. Alzai di scatto lo sguardo e vidi Charles asciugarsi le lacrime.
Mi staccai da lui, mi misi seduta e lo aiutai a fare lo stesso.

Prese un lungo respiro.
-mi dispiace così tanto, non ci sono parole o cose che si possano fare o dire per sistemare quello che è successo, ormai è accaduto e non hai bisogno di qualcuno al tuo fianco che stia peggio di te e che pianga tutto il tempo, quindi devo smettere di piangermi a dosso e aiutarti-

...

-sei ansioso per domani?-  chiesi passandogli la borraccia dell'acqua.
-beh parto secondo, quindi direi di si- afferrò la borraccia e iniziò a bere.

Mi avvicinai e gli scostai i capelli bagnati dalla fronte sudata.
-Carlos ti ha rubato la Pole per pochissimo- ridacchiai sistemandogli il ciuffo.
-beh si è rivendicato- ridacchiò anche lui.
-ti prendo un'asciugamano- dissi dirigendomi alla sua stanza dove recuperai al volo l'asciugamano dalla  sedia, tornai a lui e lo trovai a scrutare attentamente i tempi del suo giro appena fatto.

-che dici, riuscirai a vincere?-
Prese ciò che gli avevo portato e mi guardò per un attimo negli occhi.
-l'ultima volta che sono stato così vicino nel farlo è andato tutto a puttane... non ci spero per domani ma se accadrà sarò davvero felice-

-vedrai che il tuo momento arriverà, basta saper aspettare con tanta pazienza-
-lo so- sospirò distogliendo lo sguardo dai monitor.

...

-P4! P4 Lando, good job- sentii dire attraverso le cuffie, il silenzio che ne seguì mi fece sospirare.
Tolsi le cuffie, uscii dal Box e raggiunsi il passo chiuso lentamente.
Non lo aveva ammesso ma sapevo bene quanto ci sperasse in questa vittoria.
Dagli schermi osservai i due Carli festeggiare il primo e il secondo posto sul podio.

Feci un sorriso, era da un po' che la Ferrari non arrivava così in alto e ogni volta che riaccade è un'emozione unica ma ora non avevo niente di cui festeggiare.

Vidi Lando scendere dall'auto, tutti gli altri piloti ormai se ne erano andati.
Era arrivato soltanto quarto per un errore durante il pit stop che era durato più a lungo del solito.
Rimise il volante alla monoposto e con la testa china si incamminò verso di me, non mi aveva ancora vista.
Mi fermai e lo attesi.

Si tolse i guanti con estrema lentezza, si slacciò la tuta con uno scatto quasi rompendo la zip, si sfilò le maniche e le lascio cadere ai fianchi.

Quando arrivò a pochi passi da me si fermò ed alzò la testa e mi guardò attraverso la visiera ancora abbassata.
-non senti caldo lì dentro ?- chiesi porgendogli il cappellino della McLaren.
Non disse niente ma si slacciò il casco e lo tolse, me lo porse e lo afferrai.
Si passò una mano tra i capelli disordinati e indossò il cappello che aveva precedentemente preso dalle mie mani.

Ricominciò a camminare raggiungendo in poco tempo la pit lane, osservai per tutto il tempo le sue iridi vagare tre la gente in torno a noi, ogni tanto li puntava sui Maxi schermi che trasmettevano ancora la doppietta Ferrari.
Riuscivo a leggere la tristezza nei suoi occhi anche se il suo volto era totalmente rilassato e sereno.

-spero si concentrino su quei due e che non mi riempiano di nuovo di messaggi pieni di odio- disse improvvisamente.

-lo sai che il mondo è pieno di crudeltà e so anche che è difficile ignorarli, in mezzo a milioni di complimenti si coglie sempre il commento negativo. È difficile ma non puoi continuare a cedere, lo so io come lo sai tu che ce la puoi fare-

-lo fai sembrare sempre così facile-
-è una merda lo so, ma a forza di cadere alla fine si impara come rialzarsi-
-eppure facciamo sempre lo sbaglio di cadere, e poi per cosa ? Per persone di cui di noi non frega niente, che parlano a vanvera soltanto per dare aria alle cazzate che passano per la loro testa ?-

-siamo fragili, ed è questo che ci rende speciali-

-se lo dici tu...-

Start Again || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora