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Erano passate settimane da quando mi avevano dimesso dall'ospedale, la stagione di Formula 1 procedeva a gonfie vele e finalmente vi erano due settimane consecutive di relax.

-Amy! Noi tra un po' andiamo ad una festa, vieni con noi?- Chiese Lando dal salotto.

-si!- risposi.

Avevo cominciato a passare più tempo con l'inglese e quindi molto spesso mi ritrovavo a dormire a casa sua.
Avevo preso tutte le mie cose dalla casa di Max e le avevo riportare da Charles.

-noi andiamo !- urlò di nuovo.
-arrivo!-
Mi infilai di corsa le scarpe e li raggiunsi.

-forza andiamo- disse Max uscendo di casa.

-di chi è la festa?- chiesi curiosa.
-di un nostro amico di Londra, è simpatico te lo faremo conoscere-
-va bene ...-

Una volta arrivati decisi di andare subito a prendere da bere.
-ei, io vado a bere qualcosa- comunicai a Lando prima di lasciarlo con il suo amico.

Camminai fino al bancone evitando di prendere qualche spinta a causa della gente ubriaca che ballava.

-cosa desidera ?- chiese il barista.
-qualsiasi cosa, basta che sia forte-
Avevo bisogno di staccare la testa dagli ultimi avvenimenti, e quale modo migliore se non bere fino a dimenticarsi il proprio nome?

...

Aprii di scatto gli occhi e mi guardai in torno, un vento gelido mi colpì in pieno viso facendo riempire il mio corpo di brividi, dove diavolo ero ?

-cosa ci fa una ragazza come te qui da sola ?- chiese un uomo avvicinandosi.
Ero seduta su di una panchina in un marciapiede di una strada che non conoscevo, vivevo da molto tempo a Monaco ma questa via proprio non l'avevo mai vista.

-ti ho fatto una domanda- disse con tono severo l'uomo.

-cosa te ne frega ?-
I nostri sguardi si incrociarono per alcuni decimi di secondi, si avvicinò e mi afferrò con forza il braccio.
-ora bellezza vieni con me-

-NO!- urlai a squarcia gola cercando di divincolarmi dalla sua presa ma la troppa presenza di alcool nel mio sangue mi rendeva difficili certi movimenti e la testa continuava a girare dicendomi vedere le cose doppie.

Lo sentii ridere.
-vedo che sta facendo effetto-

Mi girai di scatto verso di lui o quello che secondo me delle due sagome doveva essere l'originale e con tutta la forza che avevo in corpo gli graffiai una guancia con le unghie.

-mi piacciono quelle che si dimenano-

...

Barcollai per qualche altro metro finché non riuscii a scovare tra le tante persone Lando, lo raggiunsi e gli afferrai un polso facendolo girare.

-ei! Che fine avevi fatto ? Non ti ho più vista in giro!-
Ingoiai a vuoto ed abbassai lo sguardo.
-senti non m mi sento bene, possiamo tornare a casa?-
-certo, avverto Max ed arrivo, aspettami in macchina-

Mi porse le chiedi della sua McLaren così uscii da quel posto e mi chiusi velocemente in auto.

Le immagini di qualche istante prima mi tornarono in mente, milioni di lacrime minacciarono di uscire e un senso di nausea mi pervase.
Presi un lungo respiro e mi imposi di non piangere, Lando sarebbe arrivato a momenti e non avevo nessuna voglia di raccontargli quello che era appena successo e non fui nemmeno certa che lo avrebbe mai saputo.

-eccomi- disse aprendo lo sportello -speriamo che la polizia non ci fermi, ho bevuto un po' troppo- ammise porgendo una mano verso di me.

Lo guardai con sguardo interrogativo non capendo cosa volesse.
-le chiavi- disse semplicemente.

Gli porsi il mazzo di chiavi che mi aveva dato precedentemente e così poté mettere in moto il motore.

Appena arrivati nel cortile di casa scesi al volo dalla macchina ed entrai velocemente in casa, camminai per tutta casa a passo spedito e mi chiusi in camera.

Dopo qualche istante sentii bussare alla porta.
-si?-

Dalla porta fece capitolino la testa dell'inglese.
-tutto bene ? Ti vedo un po' strana... è successo qualcosa ?- chiese entrando completamente nella stanza.

-tranquillo va... tutto bene- gli feci un sorriso falso.
Ridacchiò - pensa per un attimo ho pensato che ti fosse successo qualcosa di brutto- iniziò a scuotere la testa -io torno di la-
Era proprio ubriaco.

-ok...-
Uscì lasciando la porta socchiusa come suo solito, chiudeva tutte le porte tranne quella di camera mia.

Mi tolsi tutti i vestiti e lentamente mi infilai il pigiama, avevo urgentemente bisogno di una doccia così raggiunsi il bagno e aprii l'acqua facendola scorrere in attesa che diventasse calda.

Mi appoggiai al lavandino e chiusi gli occhi per un attivo.

-TI PREGO!- urlai per l'ennesima volta a perdifiato mentre la gola mi iniziava a bruciare.

Milioni di lacrime solcavano le mie guance, l'aria fredda e pungente di quella sera mi faceva pizzicare gli occhi bagnati e colare il naso.
Le sue mani erano ancora più fredde, erano così ghiacciate che scottavano a contatto con la mia pelle.
Ogni volta che la sua mano entrava in contatto con il mio corpo un'immensa voglia di vomitare mi assaliva e un desiderio di svenire e non ricordare nula di tutto questo mi assaliva la testa.

I lampioni lontani apparivano sfocati sotto il mio sguardo stremato, ogni tanto alzavo lo sguardo verso i palazzi sopra di noi sperando che qualche buon'anima si affacciasse e vedendo quello che stava accadendo venisse a salvarmi.

Ad ogni minuto che passava la mia speranza diminuiva.

-Amy!-
Aprii di scatto gli occhi e puntai lo sguardo sulla porta di fronte a me.

Mi schiarii la voce.
-cosa c'è?- risposi.
-ti fai la doccia a quest'ora ? Sono le quattro passate-
-lo so ma ne ho bisogno- 

-ok, va bene, a domani mattina io vado a dormire-

Una volta essermi lavata mi avvolsi nel primo accappatoio che mi passò sotto mano e uscii dal bagno con i piedi scalzi e i capelli completamente bagnati.

Raggiunsi lentamente il salotto e mi sedetti a terra di fronte al grande vetrata che dava sul giardino.
Rimani per innumerevoli minuti a fissare un punto indefinito della staccionata che delimitava il perimetro della casa.

Mi risvegliai dal mio stato di trance quando sentii dei passi.
Percepii che ormai il mio corpo era completamente asciutto e così anche i capelli, mi alzai, raggiunsi l'ingresso e afferrai una delle felpe di Lando che lasciava appese all'appendiabiti a canto la porta.
Feci cadere l'accappatoio e la infilai.

Uscii in giardino senza badare al fatto che a causa delle basse temperature avrei potuto prendere qualcosa.
Camminai fino a quando non decisi di sedermi a terra, l'erba mi solleticava sulla pelle e le goccioline di umidità presenti nel terreno mi bagnavano di nuovo il corpo.

Start Again || Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora