CAPITOLO 35.

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                      ______
                  𝐋𝐄𝐗𝐘'𝐒 𝐏𝐎𝐕.

{{ pss...patata...}} sentii una voce sussurrarmi - e alitarmi - ad un palmo dal viso.

Aprii lentamente gli occhi, pesanti quanto un macigno. Non riuscii a mettere subito a fuoco, ma la prima cosa che vidi furono due enormi occhi indagatori e un piccolo nasino che con la punta sfiorava il mio.

{{ Veronica? }} la mia voce uscii come un piccolo sibilo rauco. La testa sembrava volermi scoppiare da quanto faceva male.

{{ ti sei svegliata finalmente...}} sbuffò allontanando il suo viso dal mio, permettendomi finalmente di respirare e metabolizzare cosa stesse succedendo.

{{ cosa...cosa è successo?...}} gracchiai mettendomi, con non poca difficoltà, seduta sul suo letto disfatto.

{{ ah beh questo aspettavo che me lo dicessi tu...}} storse la testa di lato scrutandomi il viso con gli occhi assottigliati.
{{ hai un aspetto orribile...}}

{{ oh ma grazie anche tu sei bellissima oggi. }} sbuffai sarcasticamente roteando gli occhi. Mi stropicciai le palpebre pesanti non capendoci una mazza.
Le tempie pulsavano e ogni due secondi una nausea atroce mi attorcigliava lo stomaco.
{{ che ore sono? }}

{{ le due del pomeriggio. }} rispose serrando le labbra pensierosa. Sgranai gli occhi e guardai il sole filtrare dalle finestre di camera sua, come se quella luce potesse aiutarmi a ricordare la sera precedente.
Misi le mani sul viso e sospirai già stressata da quella confusionaria situazione.
Avevo le guance ancora arrossate dalle numerose pieghe delle coperte impresse sulla mia pelle.

{{ oh patata ti stanno chiamando. }} Veronica mi mise subito il telefono nell'orecchio, senza farmi vedere chi fosse.

{{ pronto?...c'è qualcuno? }} domandai confusa del perché nessuno stesse conversando con me. Allontanai il telefono dall'orecchio e mi resi conto di star parlando con un telecomando.

{{ HAHAHAH- aia! }} interruppi la sua allegra risata tirandole quell'aggeggio addosso.
{{ come sei scorbutica...}} brontolò massaggiandosi il braccio colpito.

{{ Veronica sono seria...}} mi ributtai pesantemente sul materasso coprendomi fino alla testa con il suo piumone rosa e bianco.

{{ ti ho portato la colazione. }} scoprii soltanto gli occhi sbavati di mascara guardando il comodino di fianco al letto, c'era una tazza bianca con su scritto "dad #1" in rosso e un croissant dall'aspetto davvero appetitoso.

{{ grazie patata ma ho troppa nausea per mangiare...}} mi ricoprii il viso sbuffando sonoramente.

{{ ok ma sappi che se non mangi starai solo peggio. }} la sentii spostarsi al centro del letto. Uscii dal mio rifugio caldo e guardai la mora dinnanzi a me. Aveva le gambe incrociate, mentre due grandi occhiaie soggiornavano sotto ai suoi splendidi occhi da cerbiatto.

{{ non ricordo niente...}} ammisi facendo una smorfia amara con le labbra.

Beh, cosa mi aspettavo? Era ovvio che quella stupenda serata sarebbe rimasta segreta, volevo godermela e l'avevo fatto, le conseguenze erano queste: non mi sarei ricordata niente.

Ma nonostante quella sensazione di amnesia, sentivo che la notte precedente era stata comunque unica e movimentata. Anche perché non ero insieme a Dylan, e questa era una cosa molto strana oltre che preoccupante.

{{ beh è normale...e comunque sono offesa. }} girò il viso dall'altra parte. Corrugai la fronte e le diedi un calcio da sotto le coperte.
{{ aia! }}

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora