CAPITOLO 15.

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Ormai ero dentro la mia mente vuota da non so quanto tempo, pensavo, non lucidamente ma pensavo, per esempio a cosa avrei fatto se fossi riuscita a sopravvivere, o a cosa avrei fatto con Dylan...mi ponevo domande abbastanza semplici.

Vedevo sempre il nero delle mie palpebre, lo contemplavo e basta. Ogni tanto alle mie orecchie arrivava qualche suono ovattato ma non erano voci, gli unici che mi erano venuti a trovare erano stati Dylan e Veronica, e ovviamente io non mi aspettavo che venisse qualcun altro...

Nonostante fossi praticamente in coma, non so come, ma sentivo la mancanza di qualcosa...qualcuno. E capii che quel qualcuno fosse Dylan, quella volta in cui sentii la sua voce era come se una parte di me si fosse accesa solo grazie alla sua presenza, poi, quando se ne andò, regnò di nuovo il silenzio e il buio più totale. Non so perché, nonostante tutto quello che mi abbia fatto, continuavo a provare così tanto affetto nei suoi confronti. Mi piaceva, e forse provavo anche qualcosa di più forte...ma lui non provava lo stesso, ed io me ne sarei fatta una ragione ovvio...ma in quel momento avevo solo bisogno di lui. Del suo tocco caldo, delle sue labbra morbide, della sua voce profonda...poteva sembrare una sciocchezza, ma appena il mio corpo percepiva la presenza di Dylan reagiva, il mio corpo e la mia mente reagivano anche involontariamente...ed erano progressi molto importanti viste le mie condizioni. Tutto questo solo per merito suo.

Non so quanto tempo fosse passato da quel giorno in cui lui mi venne a trovare, forse una settimana, un mese, due giorni, un anno...non ne avevo idea, per me era come se tutto fosse fermo, il mio corpo e la mia mente erano ferme in un vuoto.


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𝐕𝐄𝐑𝐎𝐍𝐈𝐂𝐀'𝐒 𝐏𝐎𝐕.

Ormai erano passati due giorni dall'ultima volta che ero andata a vedere Lexy, e dall'ultima volta in cui l'aveva vista Dylan...purtroppo sì, solo quella volta ero riuscita a vederla. La maggior parte del tempo non potevo entrare perché i medici dovevano controllarla e, quelle poche volte dov'era disponibile, non potevo andarci per problemi miei. Mi mancava tantissimo, la sua voce, la sua inesistente voglia di vivere, quei piccoli sorrisetti che sforzava ma che la rendevano comunque bellissima...mi mancava tantissimo la mia patata.

{{ Veronica. }} mi sentii richiamare da una voce familiare. Chiusi il mio armadietto e mi girai alzando gli occhi al cielo, avevo già capito a chi appartenesse.

{{ che vuoi O'brien? }} chiesi scocciata rigirandomi verso il mio armadietto per prendere il libro di chimica.

{{ hai notizie di Lexy? }} chiese titubante facendo finta non gliene importasse più di tanto, ma io ovviamente riuscivo a vedere quanto, in realtà, fosse preoccupato.

{{ anche fosse? Sbaglio o avevi detto che non te ne sarebbe importato nulla se fosse morta? }} gli rinfacciai con tono arrogante.

{{ Veronica ero solo arrabbiato...sai che non voglio che muoia...}} abbassò il tono di voce un po' pentito.

{{ sta peggiorando. }} lo informai tristemente strizzando gli occhi per non piangere.

{{ aspetta?! Che vuoi dire?! }} mi prese per le spalle facendomi poggiare la schiena all'armadietto. Lo guardai come per dire "levami le mani di dosso" ma lui non sembrò farci caso e continuò a guardarmi con gli occhi sgranati.

{{ non reagisce agli stimoli...}} lo informai con tono basso.

{{ cazzo!...}} imprecò dando un pugno ad un armadietto facendolo ammaccare.

{{ Dylan calmo...}} gli misi le mani sulle spalle rigide e iniziai a fare grandi respiri profondi incitandolo a farli insieme a me, stava perdendo il controllo e non andava affatto bene.

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora