CAPITOLO 38.

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{{ che senso avrebbe?...}} chiesi in un bisbiglio, sotto al suo sguardo furente.

{{ t-tu non vuoi? }}

{{ non è importante quello che voglio io, Dylan. Ma quello che è possibile, ed evidentemente questo- }} indicai i nostri corpi con l'indice.
{{ non lo è. }} conclusi con l'amarezza in bocca, quasi mi venne la nausea.

Indietreggiai lentamente, sostenendo il suo sguardo distrutto con il mio altrettanto affranto, arrivai davanti porta di casa, mi girai e poggiai la mano sulla maniglia, però non la aprii.
Sembrava che la mia mano fosse bloccata, o ero io a non volermi muovere.

{{ ho un'idea. }} la sua voce si alzò, stupito dalla sua stessa illuminazione. Se fossimo stati in un cartone animato gli sarebbe spuntata una lampadina sopra la testa.
Mi girai nuovamente verso di lui con un espressione interrogativa dipinta sul volto.

{{ sentiamo...}} gli feci un cenno con la mano invitandolo ad illuminarmi con la sua fantastica idea. Ero stanca di tutti quei giochetti, stufa di rimetterci sempre io in quella relazione che ormai non era più tale.

{{ non ti obbligo. Però, se vuoi, possiamo frequentarci. }} fece un mezzo sorriso gesticolando come al suo solito. Mi cascarono le braccia lungo ai fianchi, e la mia faccia allibita lo costrinse a continuare prima che potessi dire qualcosa di davvero poco carino.
{{ intendo; visto che non riusciamo a stare insieme, che ne dici se iniziassimo tutto da capo? }} mi guardò negli occhi, speranzoso che lo capissi.

{{ non credo di aver capito...}} lo informai ancora più confusa di prima, incrociai le braccia sotto al seno e mi poggiai al portico pronta ad ascoltare tutto quello che aveva da dirmi.

{{ noi proprio non funzioniamo, come coppia. Litighiamo e ci sentiamo in dovere di far andare bene questa relazione, ma se non ci fosse nessuna relazione?- }} non lo feci finire che lo interruppi.

{{ già non c'è più alcuna relazione. }} un po' severa ma giusta.

{{ zitta fammi finire...}} sospirò quasi divertito dalla situazione. Alzai le sopracciglia e lo fulminai con lo sguardo, ma l'unica cosa che ottenni fu un occhiolino ammiccante.

{{ ci frequentiamo senza imporci di dover stare insieme, insomma. }} terminò fiero della sua idea.

{{ Dylan mi stai per caso proponendo di essere la tua scopa amica? }} chiesi scioccata, ma nemmeno tanto visto la persona che avevo davanti. Me lo sarei aspettata diciamo.

{{ non proprio, ma se tu vuoi...}} si avvicinò lentamente a me sorridendo malizioso. Gli diedi uno schiaffetto sul braccio ridendo sotto ai baffi.

{{ scemo...}} sorrisi, ma ritornai subito seria. Non era momento di smancerie varie.
{{ dunque...}} mi schiarii la voce.
{{ quindi siamo amici, ma è come se fossimo fidanzati che non si impongono regole da relazione stressante? }} annuì.
Storsi leggermente la testa di lato, incuriosita da questa bizzarra - ed utile - proposta. Alzai un angolo della bocca, in segno positivo.
{{ d'accordo. }} fece per esultare, ma lo interruppi.
{{ ma!...}}

{{ che cosa?...odio i tuoi ma.}} sbuffò scazzato e forse anche preoccupato della mia controproposta.

{{ non avremo rapporti sessuali. }} lo stuzzicai. Sapevo quanto sarebbe stato scioccante per un ragazzo come Dylan non scopare anche solo per due giorni, andava subito in astinenza, quindi decisi di prendermi un po' gioco di lui.

{{ oh no no no e no! Non esiste! Adesso io ti porto a casa mia e ti scopo, e anche subito. }} mi prese di peso in spalla, come un sacco di patate.

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora