CAPITOLO 17.

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Erano passati altri 3 giorni, Lexy non si era ancora svegliata e questa cosa mi devastava.

Io e Dylan non avevamo più parlarto dall'ultima volta in cui eravamo andati in ospedale, come sempre, quell'imbecille cercava di evitare sia me che Lexy nella speranza di far scomparire i suoi sentimenti, ovviamente, invano.

Aprii il mio armadietto e cominciai a cercare il quaderno degli appunti, l'ora successiva avrei avuto storia e volevo ripassare nel caso avesse interrogato. Presi il mio quaderno e l'astuccio, andai al giardino sul retro e mi sedetti in un tavolo da pranzo, quelli della mensa all'aperto insomma.

Sfogliai il mio quaderno giallo canarino e andai su una pagina pulita, presi la mia penna nera e cominciai a scrivere quello che ricordavo delle lezioni precedenti. Mi organizzavo così, quello che ricordavo scrivevo.

{{ casa mia o tua? }} sentii in sottofondo, era una voce femminile...da oca. La scuola era piena di ochette con le gambe aperte al primo che capitava, quindi, decisi di non farci caso e continuai a scrivere cercando di ignorare la sua voce stridula e "sensuale".

{{ il mio letto è più morbido...}} sentii una voce maschile, quella voce maschile. Possibile mai che quel ragazzo non cambiava mai di una virgola?

Continuai a ripetermi di lasciarli perdere e non fare qualche azioni poco carina ma era impossibile sopportare le loro provocazioni disgustose.

Mi alzai, lasciando il quaderno ancora sul tavolo, e andai a passo spedito nella loro direzione.

{{ avete finito? No cioè scusate se vi interrompo ma io starei studiando e le vostre conversazioni pre-scopata non mi interessano...}} dissi acida con un piccolo sorrisetto falso. Incrocia le braccia sotto al seno e guardai entrambi negli occhi per intimorirli.

{{ sei così frustata perché non scopi con nessuno? }} mi chiese la gallina mettendo il labbruccio. Io ridacchiai leccandomi le gengive e mi avvicinai minacciosa a lei per stare faccia a faccia.

{{ se volessi potrei avere tutti i ragazzi di questa scuola e scoparmeli tutti in una volta ma, non essendo troia come te, mi tengo la dignità e non lo faccio. }} sussurrai ad un centimetro dalla sue labbra, mi allontanai leggermente per poi fulminare con lo sguardo Dylan che non si era mosso di una virgola.
{{ tzè...patetici...}} sussurrai facendo una smorfia disgustata per poi andarmene a testa alta.

Mi sedetti di nuovo al mio posto e continuai a prendere i miei appunti, o almeno ci provai...

{{ qual è il tuo problema?! }} chiese irritato sedendosi difronte a me.

{{ 1 non ti ho detto di sederti 2 non ho nessun problema se non tu 3 sei pregato di andartene O'Brien. }} dissi tutto continuando a scrivere sul mio quaderno senza degnarlo di uno sguardo.

{{ e sentiamo perché io sarei un tuo problema? }} chiese alzando un sopracciglio. Alzai lo sguardo per guardarlo negli occhi e presi tutto il mio auto controllo per non schiaffeggiarlo in quel fottuto istante.

{{ perché sei un coglione. Il mio problema è che la mia migliore amica sta per morire su un lettino ospedaliero e l'unica fottuta persona che è riuscita a farla quasi svegliare sei tu, uno stronzo di merda che se ne sciacqua altamente le palle lasciandola a morire per scoparsi la prima puttanella che gli passa davanti. }} finii il mio discorso con un sorriso irritante e falso, chiusi il quaderno e presi le mie cose pronta ad andarmene ma lui mi fermò prendendomi per il polso.

{{ sai che mi importa di Lexy...}} disse guardandomi negli occhi.

{{ Dylan se ti importasse davvero andresti da lei cercando di farla reagire, invece cosa fai? La eviti perché non hai le palle di affrontare i sentimenti che provi per lei...}} lui aprì bocca per interrompermi ma non lo lasciai parlare e lo anticipai sapendo già cosa volesse dire.
{{...e non provare a dire che non è vero perché io so tutto. }} feci nuovamente per andarmene ma lui si alzò mettendosi davanti a me.

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora