CAPITOLO 12.

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Entrai nella classe della prima ora che avrei avuto, economia. Che palle.

Andai davanti al mio armadietto, lo aprii e scrutai l'interno per poi prendere il libro che mi serviva.

{{ PATATA! }} mi corse incontro Veronica pronta ad avvolgermi in un abbraccio, ma a mano a mano che si avvicinava cominciò a rallentare mentre il suo sguardo si incupì sempre di più.

{{ potata...}} bisbigliai con un piccolo sorrisetto debole.

Venne davanti a me e i suoi occhi lucidi cominciarono a scrutarmi a bocca aperta.

{{ l'ha f-fatto di nuovo vero? }} chiese con un filo di voce sfiorando i lividi del mio viso mal ridotto.

{{ già...}} ridacchiai tristemente facendo spallucce. Ormai la prendevo "sul ridere" per non scoppiare a piangere istericamente.
Alzai un angolo della bocca cercando di forzare un sorriso come per dirle "sto bene" ma uscii solo una smorfia di dolore.

{{ patata...}} sussurrò per poi stringermi tra le sue braccia in un caloroso e bisognoso abbraccio.

{{ sto bene...}} bisbigliai sui suoi capelli mentre due lacrime calde solcarono il mio viso.

{{ so che non stai bene...}} sussurrò sicura.

Io annuii soltanto dandole ragione. Non stavo bene, era più che evidente ad ogni essere umano sulla terra che io non stessi, affatto, bene.

{{ vuoi andare a casa? }} mi chiese dolcemente sciogliendo l'abbraccio.

{{ non esiste! Non tornerò da quel...mostro! }} pronunciai l'ultima parola con disgusto pensando a mio padre. Un padre non degno di questo soprannome tanto carino.

{{ dopo scuola vieni da me, ok? }} mi accarezzò la guancia meno mal ridotta per non farmi male, io annuii e le sorrisi dolcemente.
{{ in questo periodo sei strana patata, devi dirmi qualcosa? }} chiese poggiando le sue manine sulle mie spalle e guardandomi negli occhi.

{{ mh...si patata ma ne parliamo oggi pomeriggio. }} le risposi titubante. Non volevo raccontare a nessuno l'enorme cazzata fatta con Dylan, ma a Veronica, essendo la mia migliore amica, mi vedevo costretta a dirglielo almeno a lei. E poi chi lo sa...magari mi avrebbe aiutata a superarlo.

{{ va bene patata! Oggi netflix, gelato, patatine e tantissime chiacchiere! }} sorrise facendomi un occhiolino complice.
{{ adesso devo correre a lezione, a dopo patata ti voglio tanto bene! }} mi abbracciò per poi correre via sfrecciando tra la massa di studenti.

Ridacchiai e scossi la testa a destra e a sinistra per quella buffa ragazza.

Presi il libro di economia e mi incamminai verso la classe.

Appena entrai un sacco di occhiate indiscrete si posarono su di me ma decisi di lasciarli perdere sedendomi, come sempre, all'ultimo banco.

{{ buongiorno ragazzi, prendete pagina 322. }} disse la professoressa entrando e poggiando le sue varie porse sulla cattedra, mentre nella classe, ormai silenziosa, riecheggiò il rumore dei suoi tacchi.

Mentre cominciai a sfogliare il libro per arrivare alla pagina dalla professoressa richiesta, sentii tutto intorno a me farsi silenzioso. Nemmeno la voce squillante della professoressa si sentiva più. Alzai lentamente lo sguardo e mi accorsi di avere tutti gli occhi addosso.

{{ Evans cara! }} venne verso di me la professoressa.

{{ e-ehm si?...}} domandai titubante anche se già sapevo a cosa si stesse riferendo.

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora