𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'.

CAPITOLO 37.

{{ merda, merda, merda...}} continuai a farfugliare tra me e me mentre correvo su per la scale.
Arrivai davanti alla porta del bagno in cui si trovava la mia migliore amica e, senza pensarci due volte, spalancai la porta facendola sobbalzare all'interno della doccia.

{{ no ma dico entra direttamente con un carro armato, sei per caso impazzita? }} la sua testolina insaponata fece capolino dalla tendina bianca del box doccia.

{{ ho un problema. }} dissi col fiato corto per i troppi gradini corsi.

{{ ne hai più di uno Lexy. }} mi puntò lo shampoo contro con fare divertito.

{{ Veronica sono seria! Il tuo sarcasmo è l'ultima cosa che può aiutarmi! Abbiamo un codice rosso, anzi che cavolo dico, viola! Verde! Giallo! Nero! Una catastrofe! }} cominciai ad andare in iper ventilazione balbettando cose senza senso, la mora mi guardò confusa e quasi preoccupata.

{{ Lexy l'ultima volta che hai fatto così erano finite le patatine al formaggio, perciò ti chiedo: puoi aspettare che mi finisca di lavare e poi giuro che andiamo a comprare tutte le patatine che vuoi, o credi che valga la pena interrompere il mio relax doccia? }} ridussi gli occhi in due fessure cercando di guardarla in modo minaccioso, ma il capello di schiuma sopra alla sua testa non aiutava.

{{ Veronica le patatine al formaggio sono ancora chiuse! Dylan mi ha scritto, no anzi, ti ha scritto e dice che vuole vederti per una cosa urgente, e credo proprio che quella "cosa urgente" sia io! }} mi stritolai i capelli tra le mani completamente in panico.
La mora mi squadrò con sufficienza, quasi in procinto di mettersi a ridere o forse mandarmi a calci fuori dal suo bagno.

{{ cosa ti fa pensare che sia proprio tu? }} la fulminai lo sguardo, l'ironia in quel momento era soltanto un ulteriore problema.
{{ dunque tu sei in panico per...questo? Brutta cogliona vai a parlargli! Quel povero cristiano sta morendo d'ansia per colpa tua, non pensi di dovergli delle spiegazioni? }} mi guardò con il suo solito sguardo da "tanto lo sai che ho ragione io" e avrei voluto darle torto, ma non potevo. Perché cazzo quella stronza aveva proprio ragione, come sempre, d'altronde.

Gesticolai senza dire nulla, serrai le labbra per poi rilasciare un urlo esasperato.
{{ abbiamo litigato e probabilmente dopo anche scopato, sono arrabbiata con lui e ci dovrà pur essere una motivazione valida, no?...perciò non gli devo alcuna spiegazione, anzi lui deve dirmi che diavolo è successo ieri! }} esclamai rossa dalla rabbia.
Veronica mi guardò sempre in quel modo, mettendosi una mano sul fianco nudo e bagnato, non curante che fosse nuda davanti a me, d'altronde da piccole facevamo il bagno insieme...quindi.
{{ mi stai per dire che sto solo cercando delle scuse per non affrontare i miei problemi, vero? }} lei annuì.
{{ ed io finirò a doverti dare ragione come sempre, giusto? }} annuì ancora.

{{ esattamente. }}

{{ adesso devo andare da lui, non è così? }}

{{ già. }}

{{ e quin- }}

{{ Lexy! Vai, ora. }} mi fulminò con gli occhi più severa che mai. Sobbalzai e corsi giù per le scale godendo della sua voce in sottofondo.
{{ datti una sistemata prima di andare da lui, così sembri un non-morto. }}

Mi fermai di colpo a metà rampa, lei immaginando la mia ipotetica reazione, cercò di rimediare.

{{ sai che non intendo in quel senso patata! }} sorrisi scuotendo la testa e mi precipitai nel bagno di sotto tenendo ancora il telefono di Veronica stretto tra le mani.
Mi guardai allo specchio e feci una smorfia, la mora non aveva poi tutti i torti.
Mi lavai il viso e mi diedi due schiaffetti sulle guance, così...giusto per darmi la carica.