CAPITOLO 36.

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{{ secondo me ci andava meno farina...}} sussurrai all'orecchio della mia migliore amica, mentre osservavamo schifate il pane fatto in casa.

{{ tu dici? }} chiese retoricamente lanciando il pane sull'isola della cucina, per poco non si ruppe il marmo.

{{ decisamente. }} storsi un angolo della bocca.
{{ ma magari è buono...}} provai a difendere la nostra orribile creazione.

Veronica si spolverò la punta del naso ancora sporca di farina - come il resto della cucina - prima di fare una smorfia non molto gradevole.

{{ onestamente ci tengo ai miei denti. }} disse dopo aver preso il pane e averlo gettato nella pattumiera.

Feci finta di niente, ma in realtà sentii il mio cuore rompersi a quella visione, volevo almeno assaggiarlo. Era pur sempre mio figlio, anzi, nostro.

{{ esagerata...}} brontolai, ma non venni minimamente calcolata dalla mora euforica.

{{ adesso mi dispiace ma non possiamo più rimandare, soprattutto in queste condizioni...dobbiamo pulire. }} disse passandomi la scopa come se fosse un'ascia di guerra.

{{ ma dai...}} mi lamentai strappandole il manico dalle mani.

Era da quasi tutto il pomeriggio che trovavamo scuse su scuse per rimandare le pulizie, ci eravamo perfino improvvisate chef fallendo miseramente.

Amavo stare con lei, la mia migliore amica, riusciva a farmi dimenticare anche il male peggiore. Mi ritrovavo a sorridere come una scema, senza pesi sulle spalle o pensieri in disordine.
Tutto sembrava scomparire.
O almeno, quasi tutto.

{{ però così non mi piace...}} la sentii sbuffare in sottofondo. Mi voltai verso di lei con espressione interrogativa.
{{ ci vuole un po' di musica per movimentare il tutto. }} sorrise prima di correre come una matta verso le casse collegate al televisore.

Risi scuotendo la testa a destra e a sinistra, quasi rassegnata dall'energia di quella ragazza iper attiva.

{{ si può sapere quanta caffeina hai assunto da stamattina? }} le chiesi ridendo.

{{ troppa. }}

Mise una canzone in fase di caricamento, si voltò verso di me e si tolse la maglia rimanendo in reggiseno.
Inutile dire che sembianze avesse la mia espressione in tutto ciò.

E fu in quel momento che partì wannabe - space girl.

{{ tu non stai bene...}} le dissi ridendo leggermente. Prese il bastone dello straccio con cui stava pulendo e cominciò a cantare a squarciagola tenendo il manico come microfono.

{{ Yo, I'll tell you what I want, what I really, really want
So tell me what you want, what you really, really want
I'll tell you what I want, what I really, really want
So tell me what you want, what you really, really want
I wanna, (ha) I wanna, (ha) I wanna, (ha) I wanna, (ha)
I wanna really, really, really wanna zigazig ah! }}

Passò le mani su tutto il bastone prima di strusciarsi su di esso continuando a stonare come un'anatra in agonia.

Schiusi le labbra guardandola con la bocca leggermente aperta. Ero allibita e divertita allo stesso tempo.

{{ If you want my future, forget my past
If you wanna get with me, better make it fast
Now don't go wasting my precious time
Get your act together we could be just fine. }}
'ballerina provetta'...pensai sarcasticamente.
{{ dai amica unisciti! }} mi urlò prendendo un alcolico dalla vetrina apposita. Cominciò a saltellare per tutto il salone bevendo e sputando anche, ogni tanto.

{{ non ho nulla da perdere...}} sussurrai tra me e me per poi alzare gli occhi al cielo e gettare via la scopa. Mi invitò ad avvicinarmi a sé piegando gli indici verso di lei, mi tolsi la maglia, rimanendo anche io in intimo, e corsi verso la mora.

Cominciammo a cantare ballando e inciampando sui nostri stessi piedi come delle matte.
Potevamo sembrare le ragazze più stupide e strane sul pianeta terra, ma nessuno avrebbe mai concepito la felicità e il divertimento di quel momento, nessuno se non noi due.

{{ If you wanna be my lover, you gotta get with my friends
Gotta get with my friends
Make it last forever, friendship never ends
If you wanna be my lover, you have got to give
Taking is too easy, but that's the way it is }}

Le strappai la bottiglia dalle mani cominciando a bere con tanto di ballettino eccitato, o meglio dire, schizofrenico. Veronica si accovacciò verso di me ed io, capendo subito le sue strane intenzioni, le versai l'alcolico dritto in gola.

Alzò le braccia in aria esultando e bevendo mentre io me la ridevo di gusto.

Sentimmo la porta di casa sbattere, ci girammo giusto in tempo per vedere l'espressione allibita del padre, probabilmente traumatizzato a vita.

{{ papà! }} esclamò la mia migliore amica mentre io, completamente immobile e con troppa vergogna per proferire parola, continuai a versare il vino sul pavimento.

{{ io- io non voglio sapere. }} alzò le mani in segno di resa posando la valigetta nera da lavoro per terra, vicino alla porta.
Fece per andarsene senza guardarsi indietro, ma si girò un'ultima volta e contrariato aggiunse:
{{ solo...appena mi sveglio voglio trovare tutto pulito. Farò finta sia stato solo un sogno, un orribile sogno. }} io e Veronica annuimmo con forza per poi vederlo andare via frastornato.

Io e la mora ci lanciamo uno sguardo di puro pentimento prima di scoppiare e ridere l'una in faccia all'altra.

{{ facciamo proprio schifo! }} urlò ormai senza fiato sdraiandosi per terra. Io, messa peggio di lei, la imitai sprofondando con la faccia nella bottiglia di vetro nero.

Skip time

{{ penso che non guarderò mai più tuo padre allo stesso modo. }} ridacchiai posando nei cassetti i vari detersivi che mi passava Veronica.
Finalmente avevamo finito di pulire tutta casa, e soprattutto, di sistemare il casino combinato qualche ora prima.

{{ oh fidati, vale lo stesso per lui. }} mi "confortò" con il suo solito sarcasmo non richiesto, in risposta le lanciai un panno umido in faccia.

{{ stronza...}} le dissi ridendo.

{{ mai negato! }} esclamò prima di darmi una sentita sculacciata e correre al piano di sopra urlando uno stonato "vado a lavarmi".

Risi massaggiandomi la chiappa colpita con violenza.
{{ au...}}

Sentii il cellulare di Veronica suonare dalla cucina. Fui indecisa se rispondere o meno, magari avrei potuto vedere soltanto chi fosse per dirglielo una volta uscita dalla doccia.
Mi avvicinai al bancone e presi in mano il suo iPhone bianco, lessi il contatto e mi venne un mancamento.

Dyl
chiamata in entrata...

Le mani iniziarono a prudermi e a sudare, quasi mi cadde il telefono dalle mani. Il cervello mi andò in pappa nell'arco di pochi secondi, e subito un senso di angoscia si fece spazio nel mio petto frenetico.
La chiamata si interruppe senza risposta, ma il messaggio inviato poco dopo, mi agitò ancor di più.

Dyl
sono davanti casa tua, esci dobbiamo parlare urgentemente.

{{ oh cazzo. }}




// capitolo corto e perfino orrendo, grande Giorgia...non potevi fare di peggio :D.
Comunque amori miei, mi scuso per l'immenso ritardo e sopratutto per la suspense che sapete amo lasciarvi ahaha, volevo anche dirvi che in questo periodo non entro mai su wattpad, blocco dello scrittore? probabile, nemmeno so cosa leggere se per questo.
Ma dunque, dicevo, non entro mai nemmeno sui "direct" di wattpad e sono consapevole che ci sono dei messaggi che giuro prima o poi leggerò, ho un sacco di notifiche per cui datemi un altro po' di tempo HAHAHA nonostante la mia assenza non pensiate mi sia scordata di voi, e soprattutto non credete che questo sia disinteresse verso i libri o addirittura verso di voi perché sapete già che siete il mio amore più grande e lo sarete sempre :3 ❤️//

𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora