{{ non penso sia una lasagna...}} confessai a bassa voce guardando quella strana teglia riempita, teoricamente, da una lasagna.
{{ si che lo è! Assaggia. }} mi smentii Dylan passandomi una forchetta per assaggiare la sua "meraviglia". Lo guardai insicura e presi la posata.
Cercai il punto meno molle e crudo, lo punzecchiai con i denti della forchetta e, dopo una smorfia titubante, ne assaggiai un pezzo,{{ mh- D-Dyl è davvero...squisita. }} sorrisi falsamente mentre la mia bocca implorava di gettare via quella pappetta orribile. Non volevo essere cattiva, si era messo d'impegno, cosa molto difficile per lui, e, nonostante i pessimi risultati, c'era da premiarlo per l'accuratezza con cui aveva preparato la nostra cena.
{{ adesso comincio a lavare i piatti. }} ingoiai e mi incamminai davanti al lavabo.{{ no! Adesso ceniamo, non ti lascio andare a letto senza cena. }} il suo viso innocente mi fece sentire in colpa, non potevo mica dirgli che la sua lasagna uscita da Chernobyl facesse schifo.
{{ no davvero Dyl tranquillo non ho fame, mangia tu se vuoi. }} gli sorrisi cercando di non far trasparire insicurezza, solitamente gli bastava un solo sguardo per capire se stessi mentendo o meno.
{{ Lexy...}} mi guardò truce incrociando le braccia al petto e assottigliando gli occhi.
{{ si?...}} la mia voce risultò più stridula di quanto volessi.
{{ quante volte te l'ho detto? Devi mangiare, lo sai che ci tengo che tu faccia tutti i pasti in modo completo! }} mi "rimproverò" trasformando il suo sguardo in dolce.
Adesso che avrei dovuto fare? Fame ne avevo, e anche tanta, ma il mio povero stomaco non avrebbe retto quell'intruglio di mille ingredienti diversi e usati anche male. Potevo semplicemente dirgli la verità cercando di non ferire il suo ego da chef, ma, ovviamente, i miei sensi di colpa non me l'avrebbero permesso.
{{ davvero non ho fame, se mi sforzo ho paura di vomitare! }} inventai. Mi morsi l'interno della guancia cercando di nascondere il rossore alle gote dovuto al nervosismo. Per quanto non fosse nulla di serio, odiavo mentirgli, non importava la circostanza.
{{ ok, adesso sono arrabbiato. }} disse cercando di non sorridere, ma alzò comunque un angolo della bocca facendo sfuggire un risolino attraente alle sue labbra.
{{ mh...come prego? }} chiesi accigliandomi, ero confusa della sua azione.
{{ mi hai mentito. }} continuai a guardarlo interrogativa, e lui, capendo la mia confusione, continuò.
{{ hai preferito dirmi che non avevi fame invece che dirmi la verità, cioè che questa sottospecie di lasagna fa più schifo di tuo padre. }} mi schiarii la gola cercando di non ridere per la fine, mi ricomposi e lo guardai alzando le mani in segno di resa.{{ beccata. }} ridacchiai. Scosse il capo a destra e a sinistra continuando a mantenere il suo perfetto sorrisetto sghembo.
{{ adesso, per farti perdonare, devi perdonarmi. }} disse avvicinandosi di qualche passo a me.
{{ mh? Come? }} cercai di capire la sua richiesta.
{{ visto che la cena che ho preparato fa schifo, secondo la nostra "scommessa" non dovresti darmela per una settimana...ma sappiamo entrambi che non durerei nemmeno tre ore, quindi, per farti perdonare dovresti annullare la nostra scommessa e dovresti perdonarmi. }} ci ragionò su alzando gli occhi al cielo e avvicinandosi lentamente. Ci ritrovammo faccia a faccia, sussurrò le ultime parole ad un centimetro dalle mie labbra schiuse, mise le sue mani venose sui miei fianchi e spinse i nostri bacini l'uno verso l'altro.
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𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'.
Romantizm{{ speri in qualcosa che non ha speranza! }} esclamò frustrato mentre i suoi occhi si velarono di un sottile strato umido. {{ perché dici che non abbiamo speranza?! }} sbottai cominciando a singhiozzare. {{ io non sono fatto per te! Mi hai visto L...