CAPITOLO 23.

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{{ ehy finalmente sei tornato! }} esultai contenta andandolo ad abbracciare appena entrò in camera.

{{ si piccola sono qui...}} forzò un sorriso stringendomi a sé e mettendomi le mani sui fianchi.

{{ stai bene? }} chiesi accigliandomi, sembrava serio e nervoso. Infatti, sembrò non sentirmi nemmeno, fece di tutto per non incrociare il mio sguardo e lì mi preoccupai.
{{ hey Dyl...tutto bene? }} chiesi di nuovo dolcemente poggiandogli una mano sul viso, gli girai lo sguardo verso di me e appena mi guardò negli occhi se ne andò bruscamente da me. Lo guardai confusa e leggermente delusa ma lui continuava ad imprecare sottovoce frasi senza alcun senso.

{{ io non ti merito. }} disse serio e con gli occhi lucidi mentre guardava il pavimento. Mi avvicina velocemente a lui e gli alzai lo sguardo con due dita.

{{ ma che dici! Al massimo sono io che non ti merito Dylan...}} dissi sincera guardando le sue iridi dorate cercando quella calma rassicurante che solo lui riusciva a darmi.

{{ no Lexy tu-tu non capisci! }} si scostò dalla mia presa e cominciò a fare avanti e indietro con le mani in testa.
{{ sono un coglione! Non ti merito non voglio meritarti! Ti farei solo soffrire. }} disse sbracciandosi e guardandomi negli occhi. Sussultai leggermente per il suo tono alto e indietreggiai continuando a guardarlo con occhi delusi.

{{ p-perché? Perché dici così? Mi hai promesso di non lasciarmi mai sola...}} gli ricordai con un filo di voce.

{{ lo so...}} sussurrò abbassando nuovamente lo sguardo.

{{ senti, puoi urlarmi contro, puoi picchiarmi e farmi quello che vuoi, puoi scaricare il tuo stress su di me, puoi sfogarti con me, ma io non ti lascerò comunque, anche se mi urlerai di andarmene via perché non mi sopporti più, io resterò sempre con te. }} sussurrai avanzando lentamente verso di lui.

{{ non fare così! Mi fai sentire peggio! }} si allontanò dando un pugno al muro. Alzai le mani in segno di resa e continuai ad avvicinarmi a lui nonostante fosse sempre più furioso, ma non con me, con se stesso.

{{ va tutto bene Dylan grida fa quello che vuoi, mettimi a soqquadro la stanza va bene...se questo ti farà sentire meglio fallo. Ma- }} avanzai di un altro passo verso di lui.
{{ non ti libererai facilmente di me- }} avanzai nuovamente sotto il suo sguardo di fuoco.
{{ perché io non voglio che tu stia male e ti aiuterò sempre. }} arrivai davanti a lui, lo guardai negli occhi e cercai di farlo calmare grazie a quel contatto visivo.

Fece grandi respiri profondi e poi, con le iridi umide e il labbro leggermente tremolante lo disse...
{{ ti ho tradita. }}

Lo guardai negli occhi in cerca di un'emozione, in cerca di una risata seguita da uno "sto scherzando" ma quella risata non ci fu. Mi sentii il mondo cadere addosso e più lo guardavo...più capivo quanto mi avesse distrutta con quella piccola frase di tre parole.

{{ dimmi che stai scherzando...}} sussurrai con voce tremante mentre cercavo di trattenere le lacrime, che ormai, solcavano il mio viso.

Stette zitto e continuò a guardarmi con occhi delusi e tristi, quello sguardo mi stava distruggendo in meno di due secondi.

{{ ti prego Dylan...}} sussurrai digrignando i denti e muovendo nervosamente il piede sul pavimento.

{{ non sto scherzando...}} riuscì a dire soltanto, per poi, uscire velocemente dalla stanza e sbattere la porta talmente forte che mi fece balzare in aria. Mi aveva lasciata lì ferma come un'idiota a guardare il punto in cui lui se n'era appena andato portandomi via l'unica cosa bella della mia vita.




𝕀𝕝 𝕗𝕣𝕦𝕥𝕥𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕧𝕖𝕣𝕤𝕚𝕠𝕟𝕖 || D. O'. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora