Capitolo Quattordici

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"Quindi martedì prossimo vorrei provare a fare una simulazione di esame, così valutiamo i vostri progressi e dove dobbiamo intervenire. Va bene? " - disse Asia chiudendo il libro mentre guardava uno a uno gli studenti - "Il voto non farà media ma voglio che arrivate a Giugno preparati. Vi auguro un buon weekend."

La classe aspettò l'uscita dell'insegnante per sbuffare e mormorare, solo pochi di loro vedevano l'esame come qualcosa di vicino e reale, per il resto era ancora troppo presto per pensarci e, soprattutto, iniziare a studiare in modo serio.

"Ottimo, così possiamo vedere il tuo livello di preparazione." - disse Lucrezia - "Se ti va studiamo insieme. Sempre se non vuoi le lezioni private della Conforti."

"Non credo me le darebbe, sai?" - replicò seria Francesca.

Lucrezia scoppiò a ridere e le diede una leggera spinta mentre cercava il cellulare nella tasca della giacca.

"Lo spero! Per fortuna è responsabile nonostante l'interesse che prova nei tuoi confronti." - continuò Lucrezia sospirando - "Torno a casa con Albe, ci vediamo stasera?"

Francesca annuì distrattamente mentre pensava alle parole dell'amica, anche se Asia le aveva detto di provare qualcosa per lei era ancora dubbiosa e confusa sul loro rapporto, non erano riuscite a parlare in maniera tranquilla e la giovane temeva l'altra potesse ritrattare.

***

Asia giocherellava con il portachiavi mentre guardava gli studenti uscire dalla scuola, ormai la campanella era suonata da cinque minuti ma non aveva ancora scorto la figura di Francesca. Voleva parlarle ma non in classe, non voleva esporsi troppo in presenza di sguardi indiscreti. In realtà una parte di lei le suggeriva di fingere e di dimenticarsi di ciò che le aveva detto ma non sarebbe stato maturo e corretto nei confronti di Francesca, quella ragazzina si meritava sincerità e trasparenza. 

"Oh finalmente." - esordì appena la vide varcare il cancello - "Pensavo ti avessero rapita i cloni." 

"Non riuscirebbero a farlo, probabilmente prenderebbero la Francesca sbagliata." - rispose la ragazza con mezzo sorriso - "Mi aspettava?" 

"Non ho visto la tua auto nel parcheggio e pensavo potessi aver bisogno di un passaggio." - spiegò Asia abbassando lo sguardo - "E ho bisogno di parlarti." - aggiunse poi a bassa voce - "Dai sali."

Francesca non disse nulla ma decise di assecondare la richiesta dell'insegnante, anche se temeva cosa dovesse dirle, non era pronta a rinunciare ai sentimenti che stava provando per la prima volta. Appena si sedette chiuse gli occhi e sospirò, il suo cuore prese a battere più velocemente ed era incapace di rilassarsi.

"Come stai?" - fu Asia a rompere il silenzio.

"Bene." - sibilò Francesca - "Solo un po' stanca. Lei?"

"Quando siamo sole puoi darmi del tu" - sorrise - "Riguardo quello che ho detto l'altra sera..." - iniziò abbassando il tono di voce e ispirando profondamente - "Ero seria. Poco professionale ma seria."

Francesca sentì una forte fitta al petto ma non riuscì a replicare nulla, temeva il discorso continuasse con un Ma.

"Non so spiegare bene cosa mi stia succedendo, stai mandando in frantumi le mie certezze, non voglio perdere il lavoro ma non voglio nemmeno rinunciare a te senza capire se la tua è solo una cotta o no." - spiegò Asia - "Dobbiamo trovare un compromesso Francesca."

"Come?" - domandò la giovane sperando di non tradire la sua agitazione.

"Non possiamo vederci al di fuori dell'orario scolastico, almeno sino a quando insegnerò nella tua classe. Sarò presente per eventuali spiegazioni e delucidazioni, quello sempre." - rispose Asia fermandosi davanti al cancello di casa di Francesca - "Dopo il diploma se sarai ancora interessata ti chiederò di frequentarci."

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