Capitolo Ventotto

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Asia era stravolta, il piacere che le donava quella ragazzina era indescrivibile, le faceva provare senzazioni e desideri che nemmeno pensasse di avere. Le accarezzò con dolcezza la guancia e si rivestì, non voleva farsi trovare in una situazione ambigua dai coniugi Brighi.

"Ora è meglio che vada, ho ancora una lezione da preparare e più tardi vado a casa dei miei genitori." - disse Asia fissando il corpo nudo della giovane.

"Sei figlia unica?" - chiese Francesca alzandosi e cingendole la vita.

"No, ho un fratello." - rispose sospirando - "Brighi... I tuoi potrebbero arrivare da un momento all'altro."

Francesca sorrise e infilò le mani sotto la felpa dell'insegnante, adorava sentirla tremare e vedere nel suo sguardo il continuo desiderio.

"Sei così tenera quando vai in difficoltà." - le disse poi non smettendo di toccarle i fianchi - "Sei davvero bellissima Asia e non solo fisicamente."

Asia deglutì e chiuse gli occhi, si sentiva viva con Francesca e non le era mai capitato con Ilaria.

"Devo andare" - ribattè ansimante - "Mi fai perdere ogni briciolo di lucidità piccola..."

Appena sentì l'appellativo "piccola" Francesca la strinse e le diede dei baci sul collo, amava il lato dolce della professoressa e non vedeva l'ora potessero comportarsi come una coppia quasi normale.

"Ti amo..." - sospirò infine Francesca staccandosi controvoglia - "Non vedo l'ora sia giugno, così finalmente potrò smettere di fingere."

Asia sorrise e le scostò i capelli dalla fronte, inspirò e morse il labbro inferiore.

"Vestiti e raggiungimi a casa mia, voglio provare a passare un po' di tempo in maniera normale, so che sto facendo l'ennesima cazzata ma tanto ormai ho perso credibilità e sai bene il potere che hai su di me." - disse allontanandosi controvoglia - "Non farti attendere troppo Brighi."

La giovane annuì senza riuscire a trattenere un ampio sorriso, il suo cuore sembrava volesse uscirle dal petto. Era felice come non lo era mai stata.

***

Lucrezia era seduta sul pavimento della sua stanza, teneva la testa tra le mani e pensava al tragitto in auto insieme a Matilde. Aveva cercato di capire cosa stesse provando per la compagna di classe ma parlare con lei e andare oltre la corazza che si era costruita in quegli anni non aveva fatto altro che alimentare i suoi dubbi.

Non era la stupida ragazzina che aveva sempre pensato fosse, era anche molto più intelligente di quanto volesse apparire in classe.

"Cazzo..." - disse a bassa voce chiudendo gli occhi.

"Lu va bene se prendo la macchina anche domani?" - disse Federico spalancando la porta - "Ehi ma che succede?" - continuò inginocchiandosi e mettendole le mani sul volto - "Lu?"

Lucrezia lo abbracciò e iniziò a piangere senza riuscire a controllarsi, si sentiva stanca e non voleva più lottare con quello che il suo corpo le chiedeva.

"Lu, tranquilla ci sono io." - disse Federico stringendola - "È per quella donna? Se ti ha fatto del male giuro che gliela farò pagare."

"No, Carla è perfetta. Anche troppo e io non la merito." - rispose la rossa singhiozzando - "Sono una stronza che ferisce le persone. Prima Alberto, poi Carla e lo farò anche con Matilde lo so."

Federico la guardò dubbioso ma evitò di farle domande dirette, in quelle ultime settimane stava scoprendo tanti nuovi lati della sorella e si era chiesto se la conoscesse davvero.

"Fede mi sento attratta da un'altra ragazza... Ma non voglio rinunciare a Carla. Con lei sono me stessa, mi sta aiutando a capire aspetti di me stessa che avevo ignorato." - gli spiegò asciugandosi le lacrime - "Però non so come gestire la situazione, mi sento così confusa."

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