Capitolo Due

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Appena suonò la campanella Francesca sbadigliò, voleva tornare a casa e riposare prima della festa ma doveva per forza passare dalla Conforti. Altrimenti chissà cosa avrebbe pensato e magari quel due sarebbe stato reale.

"Lucre vieni anche tu?" - domandò stiracchiandosi - "Così poi ti accompagno a casa."

"No. Ho detto ad Alberto che facciamo la strada insieme, poi quelle cose là le so già fare, mi annoierei." - rispose l'altra dandole un bacio veloce sulla fronte - "Stasera passi a prendermi alle 18.30, va bene?"

Francesca annuì, prese il quaderno di matematica e si diresse in aula studio, era consapevole che non avrebbe capito nulla ugualmente ma magari la Conforti avrebbe apprezzato la sua voglia di applicarsi. La porta dell'aula era già aperta, entro sicura e quando vide l'insegnante china su alcuni fogli inspirò profondamente.

"Eccomi prof." - disse con tono stridulo - "Se è impegnata possiamo vedere gli esercizi lunedì."

"Ciao Brighi, siediti." - rispose Asia con mezzo sorriso - "No, nessun impegno. Ti aspettavo"

Francesca si sedette di fronte alla donna e la scrutò, sicuramente era l'insegnante più particolare che avesse conosciuto in cinque anni. Non alzava mai la voce, spiegava sempre più volte e se qualcuno non capiva si scusava perché magari non si era espressa bene. Era affascinata dai suoi modi garbati ma allo stesso tempo autoritari.

"Hai difficoltà nelle disequazioni, vero? Qual è il punto dove ti blocchi?" - chiese Asia distogliendola dai propri pensieri.

"Dall'inizio" - rispose debolmente Francesca facendo ridere l'insegnante - "Il prof Pisano è bravissimo, davvero, però io non capisco... Mi perdo. Cioè mi impegno, davvero, solo non capisco..."

Asia si morse il labbro e sospirò, non sarebbe stato facile ma non le piaceva che qualche studente non riuscisse nella sua materia. Prese una matita e iniziò a spiegare lentamente tutti i passaggi dell'operazione, ripetendo più volte anche concetti banali e senza rendersene conto era stata un'ora intera china sui fogli, aveva parlato solo lei mentre Francesca ogni tanto annuiva.

"Ora l'ho spiegato meglio?" - le domandò guardandola - "Ti chiederei di risolverne una tu ma è già tardi e tra poco le bidelle ci chiudono dentro. Quindi lunedì dopo le lezioni passa nuovamente qua e vediamo se riesci a risolverne almeno una da sola. Anche perché giovedì abbiamo il compito. Ok?" - concluse alzandosi.

"Grazie prof, davvero." - disse Francesca alzandosi e sospirando - "Credo di aver capito, finalmente. Ma mi eserciterò anche a casa. A lunedì"

"A lunedì" - replicò Asia seguendo la giovane con lo sguardo.

Quando sparì dalla sua visuale si passò una mano tra i capelli e sospirò. Amava insegnare, le piaceva quando gli studenti sembravano davvero interessati alle sue spiegazioni, voleva riuscire a trasmettere almeno un briciolo della sua passione. Aveva ancora poca esperienza e in quella scuola c'era solo da una settimana ma si sentiva già responsabile per quei ragazzi. La Brighi era indubbiamente molto intelligente ma non interessata alla materia, se fosse riuscita a farla appassionare anche solo per qualche mese avrebbe vinto. Guardò l'orologio, era tardissimo ma non voleva tornare a casa, non voleva stare sola. Almeno non tra quelle quattro mura.

***

Francesca era seduta scomposta su una poltrona e sorseggiava un bicchiere di birra fresca. Non amava bere ma non conosceva nessuno e Lucrezia si era rintanata chissà dove con Alberto, magari un po' di alcool l'avrebbe spinta a socializzare. Si guardò intorno ma era lì da due ore e non aveva ancora scorto un viso familiare.

"Scusa hai da accendere?" - disse una voce roca destandola.

"No, non fumo" - rispose lei guardando il ragazzo di fronte e sistemandosi meglio.

BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora