Capitolo Nove

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"Quindi l'hai baciata. Cioè tu l'hai baciata..." - disse Lucrezia incredula - "Fra ti lascio sola per qualche ora e fai un casino assurdo."

"Ero confusa, ho portato Vaderino in giro e lei era lì." - spiegò Francesca - "Abbiamo parlato ma era tutto strano, quasi surreale. Conforti ha iniziato a blaterare sul fatto che fosse la mia insegnante e che avevamo dieci anni di differenza. E ho voluto zittirla."

"E poi sei scappata come una ladra. Cosa hai provato?" - le chiese l'amica curiosa, alla fine Francesca era maggiorenne e non aveva colpe.

"Sentivo il cuore esplodere e volevo sentire le sue mani ovunque." - rispose arrossendo - "Il bacio è durato davvero poco ma ero come ubriaca. Cosa devo fare Lucre? Non riuscirò a guardarla in faccia domani."

Lucrezia sorrise e le andò vicino, le scostò i capelli dalla fronte e l'abbracciò, sapeva l'amica si sarebbe fatta molto male ma alla fine l'avrebbe aiutata a crescere e lei sarebbe stata sempre accanto a raccogliere i cocci.

"Promettimi solo una cosa: non tralasciare lo studio per Conforti o un'altra. Va bene? Lo studio prima di tutto. Cosa vuoi fare con Erica?" - le chiese sempre tenendola tra le braccia.

"Non voglio prendere in giro nessuno,  non so nemmeno se devo parlare con Conforti o fingere. Aiutami Lucre." - piagnucolò Francesca.

Lucrezia la strinse ancora più forte e sospirò, doveva capire come aiutare l'amica senza fare troppi danni per le persone coinvolte.

***

Asia non aveva chiuso occhio quella notte, sentiva la testa pesante sia per gli effetti dell'alcol sia per quello che era successo con Francesca, non riusciva a capire cosa le fosse passato in mente di flirtare così spudoratamente e far capire alla ragazzina una sorta di interesse.

"Cazzo, sei una cretina." - sibilò prima di alzarsi - "Bevi un caffè e poi valuti per bene la situazione, tutto è risolvibile. Ricorda Asia tutto è risolvibile."

"Parli da sola?" - una voce l'accolse appena varcò la soglia della cucina.

"Ilaria..." - trasalì Asia - "Non ti aspettavo così presto e non ricordavo avessi ancora le chiavi."

"Sì, stasera devo essere in aeroporto e ho pensato di venire ora. Almeno una parte delle cose riesco a prenderle mentre il resto verrò a prenderlo con calma. Come stai? Non sembri avere una bella cera." - le chiese l'ex fidanzata andando verso la cucina per prepararsi un caffè - "A scuola va tutto bene?"

Asia l'osservò muoversi, come l'aveva osservata per mesi quando vivevano insieme e sentì un nodo alla gola e gli occhi che si stavano riempiendo di lacrime. Era ancora innamorata di lei e questa consapevolezza le faceva male.

"Perché mi hai lasciata?" - le chiese incapace di trattenersi - "Stavamo bene insieme."

Ilaria si voltò e scoppiò a ridere, Asia le aveva chiesto più volte il motivo della rottura ma sembrava non accettarlo, la sua razionalità non era pronta a eventi non lineari.

"Perché ho bisogno dei miei spazi, lo sai. Io tengo a te ma stava diventando tutto serio troppo in fretta." - spiegò non smettendo però di avere un sorriso in volto.

"Stavamo insieme da anni, sei stata tu a insistere affinché comprassi casa, per avere una stabilità! Sei tu che mi hai chiesto di sposarti!" - disse Asia stringendo i pugni - "La fretta forse ha un nome e un cognome."

Ilaria smise di ridere e le andò vicino, la piega che stava prendendo la discussione non le piaceva.

"È stata Carla a metterti queste cose in testa, vero?" - domandò prendendole le mani tra le sue - "Asia a volte bisogna accettare la fine di una storia, prima lo accetti prima starai meglio. Ti farebbe bene sapere che c'è un'altra? Sarebbe diverso? Perché non può andarti bene che mi sia stancata di noi, di te?"

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