Capitolo Trentuno

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"Quindi con Roveri è finita? Cioè non ho capito se c'era qualcosa di profondo... Ma mi spiace." - disse Asia mentre aiutava Carla a sistemare la nuova scrivania dell'ufficio.

Carla annuì e sorrise, era convinta della decisione di lasciare libera Lucrezia, aveva capito che l'interesse verso l'altra ragazza era sincero e genuino e voleva vivesse del tutto quei sentimenti senza provare confusione per l'attrazione fisica che provava per lei.

"Se avesse avuto qualche anno in più sarebbe stato diverso, deve godersi questa età. Magari tra qualche anno ci ritroviamo e scopriamo di essere come Buffy e Angel." - rispose Carla facendo ridere l'amica - "Asia io sto bene e stasera vado a mangiare una pizza con Gloria, la cognata di un cliente. Molto carina."

"Ti voglio bene" - sibilò Asia abbracciandola sperando che l'amica fosse davvero sincera sulle sue emozioni.

***

Lucrezia era intenta a risolvere l'ultimo esercizio di fisica quando la porta della sua camera si spalancò.

"Dio mio papà mi hai spaventata!" - esclamò voltandosi.

"Scusa piccola ma devo uscire e sono in ritardo. È venuta una tua compagna di classe, ti aspetta in salotto. A domani" - disse l'uomo frettolosamente per poi sparire dalla vista della figlia.

Lucrezia scosse la testa e si alzò, non aspettava nessuno e non sapeva chi potesse essere. Magari Francesca che voleva farle uno scherzo.

Appena varcò la soglia della sala invece si trovò davanti Matilde, intenta a guardare le foto appese alla parete sopra il cammino.

"Ciao." - disse Lucrezia sorridendo - "Mi hai mandato un messaggio? Ho ancora il telefono spento perché stavo finendo fisica."

"Ciao a te." - rispose Matilde mordendosi il labbro inferiore - "Avevo voglia di vederti, scusa se non ti ho avvisata. Tuo padre è stato molto gentile."

Lucrezia annuì e le andò incontro, le stampò un leggero bacio sulle labbra.

"Devo finire l'esercizio e poi sarò tutta tua." - sibilò la rossa lasciandole una scia di baci sul collo e facendo tremare l'altra - "Vieni."

Matilde annuì e la seguì, incapace di proferir qualunque parola ma avrebbe seguito Lucrezia anche al Polo Sud se solo glielo avesse chiesto.

Lucrezia ci mise solo dieci minuti a finire fisica e appena chiuse il libro sospirò soddisfatta, si voltò verso l'altra giovane e le sorrise maliziosa.

"Quindi ti mancavo?"

"Mi manchi sempre." - replicò Matilde abbassando lo sguardo.

"Devo ancora abituarmi alla Matilde Retti timida e impacciata ma mi piace davvero tanto." - la prese in giro l'altra alzandosi.

"Ho detto a Matteo che mi piace un'altra persona, non ha reagito bene." - disse Matilde inspirando profondamente - "Però ho pensato al nostro ultimo discorso e non voglio prenderlo in giro. Non voglio farlo con nessuno."

Lucrezia annuì, le si sedette accanto e le prese le mani tra le sue, vederla impaurita e confusa le faceva venire voglia di proteggerla.

"Le nostre azioni possono fare del male agli altri però dobbiamo anche pensare alla nostra felicità e stabilità. Se Matteo non sapesse niente continuerebbe a illudersi di avere possibilità con te e non è vero." - disse Lucrezia scostandole una ciocca di capelli dal viso - "Ora starà male perché ti ama ma presto capirà che non sei la persona giusta per lui e probabilmente ti ringrazierà."

Matilde annuì per poi prenderle il viso tra le mani e baciarla con trasporto.

"Non mi sembra ancora vero..." - sibilò staccandosi leggermente - "Se sto sognando non svegliarmi."

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