Capitolo Dieci

1K 42 3
                                    

Erano trascorse quasi tre settimane dalla chiacchierata in auto tra Francesca e Asia e le due si erano reciprocamente evitate al di fuori della scuola. Francesca non le aveva nemmeno più chiesto spiegazioni sugli argomenti che non capiva ma almeno non cadeva in tentazione.
In quei ventun giorni era uscita spesso con Erica, sperava che frequentandosi assiduamente potesse nascere in lei un sentimento o almeno un trasporto fisico che purtroppo mancava. Ogni volta che si baciavano ed Erica cercava di approfondire il contatto lei si bloccava e le appariva il volto di Asia, secondo Lucrezia doveva smettere di vederla perché non faceva bene a nessuna delle due ma lei voleva guarire dall'ossessione della Conforti e il chiodo schiaccia chiodo magari avrebbe funzionato.

"Credo sia arrivato il momento di fare l'amore con Albe. Volevo aspettare Natale ma il mio corpo non resiste più." - disse Lucrezia mangiando delle patatine sdraiata sul letto di Francesca - "Ogni volta che mi bacia impazzisco."

"Fai bene Lucre, è palese che tra voi ci sia molta chimica." - rispose Francesca intenta a capire come risolvere un esercizio di matematica - "Vorrei averla io con Erica."

"Non puoi crearla dal nulla Fra, perché non finisci di torturarti e smetti di uscire con lei?"

"Prima o poi qualcosa cambierà no? Mi aiuti a risolvere sta roba? La Conforti oggi ha spiegato malissimo" - si lamentò Francesca lanciando la penna.

"Conforti oggi ha spiegato in maniera sublime, come sempre. Tu sei arrabbiata con lei perché quando parla pensi a come sarebbe interessante baciarla o cose simili ma dovresti chiederle qualcosa, altrimenti il compito non lo supererai mai." - rispose Lucrezia alzandosi dal letto - "Dubito Erica inizierà a piacerti se pensi sempre di far sesso con un'altra."

Francesca sbuffò ma non rispose, Lucrezia aveva ragione e se non fosse riuscita a trovare una soluzione per fermare tutti quei pensieri sarebbe impazzita, stava per dire qualcosa ma venne interrotta dalla madre che entrò nella stanza.

"Franci il postino ha messo una lettera per una vicina nella nostra cassetta, puoi portarla? Io sto aspettando una telefonata urgente e non posso andare." - esclamò la donna porgendole una busta e uscendo subito senza darle tempo di replicare.

"Certo mamma, non ho niente da fare tanto" - disse sarcastica poi lesse il nome e sbiancò - "Cazzo!"

Lucrezia si chinò per leggere e scoppiò a ridere, non credeva alle coincidenze e ai casi fortuiti, era un chiaro segnale di come Francesca dovesse parlare con Conforti e affrontare le sue difficoltà.

"Mi accompagni, vero?" - piagnucolò Francesca - "Per favore."

"Devo scappare, ho lezione di tennis e Albe passa a prendermi" - rispose guardando l'orologio e mandandole un bacio con la mano - "Ti scrivo stasera, va bene? Non fare figuracce e stai tranquilla. Soprattutto tieni le mani in tasca!"

Francesca l'osservò uscire trafelata e sospirò, non aveva nessuna voglia di vedere da vicino Conforti ma doveva togliersi quel peso il prima possibile.

Appena arrivata davanti al 12 A inspirò profondamente, era tentata di lasciar la lettera nella buca ma poi avrebbe subito l'ira della madre, si fece coraggio e suonò il campanello.

"Brighi... Ciao" - esclamò Asia appena varcò il portone - "È successo qualcosa? Entra." - aggiunse aprendo il cancello.

"No..." - biascicò Francesca - "Il postino ha messo una sua lettera a casa nostra, deve essersi confuso col cognome di mia madre" - disse porgendogliela evitando di guardarla negli occhi.

"Grazie, ti posso offrire un caffè? Ho appena fatto la moka."

"Volentieri" - rispose Francesca prima che qualunque pensiero potesse formarsi nella sua mente.

BiancaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora