Capitolo Sei

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Durante il weekend Francesca non aveva fatto altro che pensare ad Asia Conforti, si chiedeva come mai fosse al Tandem e che legame avesse con la donna che l'accompagnava. Non sembravano una coppia e la professoressa ispirava eterosessualità da ogni poro quindi probabilmente erano solo amiche e voleva capire anche la natura del suo interesse verso Asia, magari si stava facendo mille paranoie mentali per una semplice ammirazione per una donna che dovrebbe farle da guida.
Inspirò e si diede della stupida, non era riuscita a concentrarsi sullo studio e aveva altre materie oltre matematica, non poteva permettersi di restare indietro. 

I pensieri furono distolti dal suono del campanello, andò ad aprire pensando di trovarsi davanti Lucrezia invece rimase stupita nel vedere Matteo.

"Ciao!" - lo salutò con un sorriso - "Come stai? Entra scusa la maleducazione."

"Bene, grazie ma non entro, sono passato a prenderti e a portarti un po' in giro. Ero da Fede ma avevo voglia di parlare con te. Ti va?" - spiegò il ragazzo con un leggero imbarazzo.

Francesca annuì, l'unica persona con cui riusciva ad aprirsi, e nemmeno del tutto, era Lucrezia ma magari con qualcuno che non la conosceva bene si sarebbe fatta meno problemi e ora necessitava chiarezza nella sua mente. Tutto stava succedendo velocemente e non riusciva a star dietro ai mille pensieri.

Matteo e Francesca stavamo camminando senza una meta precisa e parlavano del più e del meno, evitando l'argomento che entrambi in realtà avrebbero voluto affrontare, fu Matteo alla fine a prendere le redini e decidere di smettere di girare intorno alla questione, altrimenti la sua visita sarebbe stata vana.

"Fra comunque pensavo a una cosa, per esperienza so che le prime cotte sono le più difficili da gestire però ora devi riuscire a vivere bene la tua sessualità e capire cosa ti possa far stare bene, avrai poi tutto il tempo per soffrire" - disse il ragazzo facendo sorridere Francesca - "Domani sera io e Fede andiamo a bere una birra con alcuni amici, ci sarà anche Erica, la mia coinquilina, e vorrei fartela conoscere."

"Erica?" - domandò Francesca titubante - "Mi stai invitando solo per farmi buttare tra le braccia di una che non so nemmeno che faccia abbia?"

Matteo si fermò e poi scoppiò a ridere, quella ragazza gli ricordava sempre di più se stesso qualche anno prima, lui non aveva avuto nessuna guida e si portava dietro ancora alcuni demoni.

"Ti sto invitando perché mi piaci ma soprattutto perché non voglio che tu abbia blocchi come li avevo io, non devi fare chissà cosa ma conoscere qualcuna può farti capire di non essere sola." - spiegò il ragazzo.

Francesca annuì e gli allungò la mano, non lo conosceva ancora abbastanza bene per abbracciarlo ma era grata di averlo ora nella sua vita e vedere che qualcuno leggesse le sue emozioni senza doverle per forza esprimere a parola.

***

Lucrezia osservava con attenzione Francesca che tamburellava nervosamente sul banco con una penna da almeno dieci minuti e non capiva se fosse dovuto all'ansia per il voto del compito o perché avrebbe rivisto la Conforti dopo il Tandemgate.

"Brighi se non la smetti crei un buco e inoltre potrei ucciderti visto che mi sta entrando in testa quel rumore!" - le disse seria togliendole la penna dalle mani - "Cosa ti rende nervosa?"

"Niente" - replicò immediatamente Francesca mettendosi comoda ma strofinando le mani sui jeans e alternando lo sguardo tra Lucrezia e la porta dell'aula.

"Entrerà tra poco, cerca di star calma e non fissarla troppo, ci ha visto sabato sera quindi credo sia lei a essere maggiormente a disagio." - continuò Lucrezia sbuffando - "E spera di aver preso almeno la sufficienza, altrimenti ti scordi l'uscita domani."

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