Capitolo Otto

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"Dai Asia mi avevi promesso saresti venuta, ora ti vesti e andiamo. Se non hai voglia del Tandem andiamo altrove." - esclamò Carla guardando l'amica rannicchiata sul divano - "Non può un semplice messaggio renderti così, devi reagire cazzo."

"Reagire? Avevo messo tutto in questa relazione, le avevo dato tutto, tutto! L'ha preso e gettato come si fa con le cose vecchie. Sono stanca di fingere, a scuola devo essere sempre felice almeno a casa mia potrò deprimermi?" - rispose Asia piangendo.

Carla scosse la testa e le andò di fronte, le prese la coperta e la gettò sul pavimento.

"No. Ti voglio bene e non posso permettertelo, non serve a nulla piangersi addosso e fare la vittima. Ora alzi il tuo bel sederino, ti dai una sistemata e vieni con me, anche se andiamo a fare solo una passeggiata." - disse con un tono che non ammetteva repliche.

Asia chiuse gli occhi e si alzò, era consapevole che l'amica avesse ragione ma Ilaria le aveva scritto un messaggio quella mattina e si era ritrovata nuovamente incastrata nel limbo del dolore, le aveva solo detto che sarebbe passata a prendere le sue cose e questo significava mettere un punto definitivo. Asia in cuor suo sperava ancora potessero tornare insieme.

"Ok, però offri tu." - disse infine andando verso il bagno lasciando soddisfatta Carla.

***

"Quindi hai già pensato dove iscriverti?" - chiese Erica a Francesca mentre le stava accarezzando la mano che aveva sul tavolo.

La ragazza scosse la testa e bevette un po' di birra, Erica l'aveva portata al Tandem per essere più tranquille ma gli atteggiamenti troppo intimi le provocavano disagio. Praticamente non la conosceva e non amava il contatto fisico.

"Sono indecisa tra lettere moderne, filosofia o anche psicologia!" - disse ritraendo la mano ma con un sorriso - "Sicuramente però qualcosa di umanistico."

Erica osservava il nervosismo dell'altra e le fece un sorriso, le piaceva quella ragazzina anche se era palese avesse molta paura. Matteo le aveva detto che era senza nessuna esperienza e di andarci piano ma a diciannove anni secondo lei si dovrebbe voler vivere la vita senza nessun paletto.

"Perché hai paura di me?" - le chiese senza giri di parole.

"Io... Non ho paura." - rispose debolmente Francesca - "Non sei tu a spaventarmi, a me piaci." - iniziò a dire evitando però lo sguardo dell'altra - "Ma ho capito praticamente ieri di poter essere lesbica e non so ancora come gestire la cosa."

Erica inspirò profondamente e le prese nuovamente la mano tra le sue, Francesca deglutì e si sforzò per non allontanarsi, non voleva sembrare scortese.

"Ok, allora lasciati andare senza pensieri. Sei giovane e devi fare esperienza. Sei una ragazza interessante, smettila di razionalizzare tutto." - disse Erica con dolcezza - "Non devi saltarmi addosso, non ora almeno, però sciogliti. Vedrai che starai meglio."

"Ci proverò" - rispose Francesca con un piccolo sospiro.

Stava per aggiungere qualcosa ma si bloccò appena vide Asia Conforti entrare nel locale, era insieme alla donna della volta scorsa. Non l'aveva vista e abbassò lo sguardo, non voleva farsi notare. Erica aveva visto la strana espressione dell'altra e si voltò per capire cosa avesse attirato la sua attenzione.

"Ah... E io che pensavo di essere troppo grande per te" - disse ridendo appena capì chi stesse guardando.

"Ma no, è la mia insegnante di matematica." - rispose Francesca arrossendo - "La tua età è perfetta." - aggiunse cercando di essere il più carina possibile.

"Io non ho mai avuto professori così sexy!" - esclamò Erica - "Avrei avuto sicuramente più interesse a seguire la materia. Se sei in imbarazzo andiamo da qualche altra parte."

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