Capitolo Uno

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"Dai Lucre, ti prego. Ti prometto che sarà l'ultima volta, non riesco a capire come continuare." - disse Francesca piagnucolando - "A me tutte queste frecce fanno venire la nausea"

Lucrezia sospirò e chiuse gli occhi, non le pesava aiutare l'amica, anzi le piaceva essere utile, e l'aveva fatto volentieri per tutto il liceo ma era anche consapevole che doveva riuscire a risolvere gli esercizi da sola se voleva diplomarsi con un buon voto.

"Fra ho detto no. Tra una settimana la nuova farà una verifica per capire come siamo messi. Voglio tu prenda almeno sette!" - disse mentre guardava attentamente il cellulare in attesa di un messaggio - "Se ti risolvo io le disequazioni mi dici cosa capisci?"

Francesca annuì e si mise le mani tra i capelli, nonostante ci provasse non riusciva a risolvere l'ultimo esercizio, sapeva però che la Conforti l'avrebbe chiamata l'indomani. Era indubbiamente una brava insegnante, sempre pacata e vogliosa di trasmettere qualcosa di utile. Peccato per lei la matematica fosse totalmente inutile, non riusciva a concentrarsi e a comprenderla. Cosa le sarebbe servito in futuro saper risolvere un limite. Sospirò e fece ridere l'amica.

"Fra, non fare così. Perché domani non chiedi a Conforti di spiegare nuovamente quel passaggio? Ha detto di essere sempre disponibile." - disse Lucrezia alzandosi e abbracciando l'amica - "Senti volevo parlarti della festa di domani sera. Alberto mi ha chiesto se sto a dormire da lui, non da soli..."

Francesca improvvisamente si destò, la matematica ora era solo un lontano ricordo. Ci avrebbe pensato più tardi. O domani mattina.

"Allora Lucrezia Roveri, tu devi spiegarmi bene in che rapporti sei con Rogerino. Perché non è possibile che vi vediate solo a tennis e poi: ti invita alla festa da figlio di papà, resti attaccata al telefono per ore, e si per certo che aspetti un suo messaggio, e ora mi dici che vuole passare la notte con te!" - disse non staccandosi dall'abbraccio dell'amica e quando quest'ultima emise un leggero sospiro sorrise.

Lucrezia era la ragazza più intelligente e più educata che avesse mai conosciuto, la classica secchiona però anche dotata di una ironia devastante che ti impediva di provare fastidio per i suoi successi scolastici. Aveva avuto alcune frequentazioni da quando Francesca la conosceva ma mai qualcuno di troppo serio perché Lucrezia pensava l'avrebbe distolta dallo studio. Però da quando frequentava il corso di tennis e aveva conosciuto questo Alberto era diversa, sembrava davvero interessata e soprattutto intenzionata a fare un passo avanti.

"Lucre, sono la tua migliore amica. Puoi dirmi tutto, lo sai." - disse dolcemente.

"Ti ricordi quando ti ho detto che volevo diplomarmi e poi laurearmi prima di perdere la testa per un ragazzo?" - domandò Lucrezia stropicciandosi gli occhi e quando vide Francesca annuire continuò - "Alberto non è il solito diciottenne, è così maturo... Ama leggere i classici latini, sai? Pratica il tennis per aumentare la concentrazione, mica perché deve fare il figo. Anche se ha delle braccia..."

Francesca scoppiò a ridere e Lucrezia si bloccò imbronciata.

"Dai dai scusami. Ma non ti ho mai vista così, sei dolcissima. Smettila di pensare e domani starò anche io a dormire da Alberto. Va bene?"

Lucrezia abbracciò l'amica e la strinse forte, era fortunata ad averla vicino. E questo non sarebbe mai cambiato.

***

     
La mattina successiva Francesca era assonnata e camminava verso l'istituto quasi trascinandosi, il solo pensiero che dovesse anche andare a una festa quella sera la faceva rabbrividire. Aveva dormito davvero poco quella notte, le sarebbe piaciuto il motivo fosse lo studio ma in realtà appena Lucrezia era andata via aveva analizzato la sua vita. Si domandava come mai non provasse interesse per nessuno in particolare, certo riconosceva se un ragazzo era bello ma si fermava là. E anche quelli che la facevano ridere o sapevano intrattenere non riuscivano a farle provare qualcosa di più di una semplice amicizia, non provava batticuore o anche qualche semplice subbuglio ormonale. Due anni prima era stata per alcuni mesi con un amico d'infanzia, lui l'aveva corteggiata per mesi e alla fine aveva ceduto. Era carino e si conoscevano bene, cosa poteva desiderare di più? Però quando si baciavano non provava nulla, pensava ad altro, aveva deciso ugualmente di perdere con lui la verginità, non era stato traumatico ma nemmeno piacevole e dopo che lui le aveva detto di amarla aveva deciso di troncare, non voleva continuare a illuderlo, purtroppo era finita anche l'amicizia e a volte gli mancava davvero tanto ma era consapevole di aver preso la decisione giusta.

"Sembri uno zombie! Che hai fatto stanotte?" - le disse improvvisamente Lucrezia facendola sobbalzare - "Soprattutto che hai fatto senza di me! Spero matematica."

"Tu sei pazza. Chiederò a Conforti se può spiegarmi come devo risolvere quelle robe là, così evito un due." - replicò Francesca ridendo - "Comunque pensavo a Giacomo, hai presente?'

Lucrezia alzò un sopracciglio e si fermò, nonostante l'amicizia che le legava aveva sempre rispettato la riservatezza dell'altra, sapeva che viveva male la sfera sentimentale e sessuale ma avrebbe affrontato l'argomento solo quando Francesca sarebbe stata pronta.

"Certo. Si è rifatto vivo? Oddio speravo gli fosse passata!"

"Scema" - disse Francesca ridendo - "Non so nemmeno che faccia ora, pensavo a te e Alberto e mi chiedevo perché a me non piace nessuno. Perché li guardo e non provo nemmeno un minino di attrazione? Non chiedo tanto, no?"

"Fra..." - disse Lucrezia con un filo di voce - "Non deve piacerti qualcuno per forza, magari deve arrivare la persona giusta."

Francesca annuì ed entrò in classe, appena vide la Conforti già seduta si bloccò. Quella donna era davvero simile a Pisano, prese coraggio e si avvicinò.

"Buongiorno professoressa. Ieri ho provato a risolvere gli esercizi ma non riesco a capire nulla. Cioè qualcosa la capisco perché Luc... Roveri mi ha aiutato ma poi mi blocco. E non voglio un due. Cioè nemmeno un otto, mi basta un sei. Però non capisco" - aveva detto tutto senza prendere fiato e accanto a lei Lucrezia a stento tratteneva le risate.

"Brighi rilassati, respira e stai tranquilla." - disse Asia sorridendo - "Oggi voglio spiegare  un nuovo argomento perché siamo un po' indietro, dopo che finisci le lezioni passa in aula studio e ti spiegherò gli esercizi. Va bene?"

Francesca annuì e rispose al sorriso dell'insegnante. Senza dire nulla poi si sedette, continuando a guardarla e non si accorse di Lucrezia che la stava fissando.

"Fra stasera voglio tu ti diverta, puoi anche bere un po'. Però domani vorrei parlare seriamente con te." - disse Lucrezia guardando prima l'amica e poi facendo vagare lo sguardo nella classe.

"Perché? È successo qualcosa con Alberto?" - domandò Francesca curiosa.

"No. Dobbiamo parlare di te." - replicò sospirando e tornò a guardare la Conforti. Era felice finalmente fosse arrivato il momento anche se forse la persona non era quella giusta ma a quello avrebbe pensato più avanti. Ora doveva pensare solo a Francesca.

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