Cravatta rossa

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Sono in camerata e il silenzio di tomba mi fa solo pensare a Simone. Perciò decido di andare dai maschi, ormai vado più volte da loro di quante ne vado in bagno.
Dalle ragazze c’è tensione, non lo ammetteranno mai, ma il litigio tra Anastasia, Rebecca e Matilde non è ancora finito, basta una scintilla per far esplodere tutto.
Arrivo dai maschi cantando “Tu mi hai capito” di Madame e Sfera.
Vado verso il letto di Ale e lo tiro sù. Gli faccio fare due giravolte su sé stesso.
<Sei tornata di buon umore> mi chiede incerto
<No, sto solo cercando di pensare ad altro>
<Ah okay, in tal caso>
Mi prende a sacco di patate e mi butta sul letto. Si lancia di fianco a me e mi bacia. Prima a stampo poi con la lingua. Sento i brividi su tutto il corpo quando la sua mano si poggia sulla mia coscia, mentre io la tengo tra i suoi capelli.
Vorrei che questo momento durasse per sempre.
Purtroppo veniamo interrotti dagli applausi dei nostri compagni. Mi stacco sorridendo.
Ormai l’imbarazzo è passato, eppure mi sento avvampare.

Mi sveglio di soprassalto sentendo la campanella della sorvegliante. Credo che non mi ci abituerò mai. 
Mi alzo con gli occhi chiusi, vado in bagno, mi sciacquo tre volte la faccia con acqua congelata per svegliarmi. Metto la camicia e la gonna, che oggi mi sembra più insopportabile del solito, e lego al collo il foulard.
Come tutte le settimane, andiamo in cortile per il discorso di inizio settimana del preside.
Come se non bastasse il preside ci ricorda dell’uscita di Simone.
Andiamo così, giriamo il coltello nella piaga.
<È arrivato il momento di arrivare al dunque: al termine di questa settimana, infatti, consegneremo le pagelle. Soltanto chi avrà ottenuto la sufficienza in tutte le materie riceverà questa> il preside ci mostra una cravatta rossa con lo stemma del collegio.
È bellissima, la voglio.
Ovviamente chi partirà da zero avrà più problemi.
Salutiamo il preside e iniziamo a parlare tutti preoccupati.
<Sta tranquillo compare> dico a Raffaele
<Come faccio a stare tranquillo se parto da zero>
<Ti aiuto io, giuro che arriverai ad un sette pieno> metto una mano sul cuore e l’altra la alzo in aria a palmo aperto <Parola di scout>
Lo vedo sorridere e annuire.
Sono felice, almeno ho sdrammatizzato.

Entriamo in classe e troviamo la Peto. Alessandro va ad abbracciare la prof, ma lei lo scansa mandandolo a sedere.
<Sbaglio o il mio rimpiazzo ti ha appena rifiutato?> lo prendo in giro
<Fa solo la preziosa>
Scoppiamo a ridere.
Il nostro sorriso si spegne quando la Peto ci fa la ramanzina per come ci siamo comportati, risaltando il “pessimo” comportamento di Ale.
<Si si, fa proprio la preziosa>
<’Fanculo>
Gli mando un bacio volante.
La Peto dà dei confetti a Sofia dicendo che se li merita solo lei.

I solidi di rotazione li ho sempre odiati, ma almeno li so già e ho meno da studiare.
All’improvviso mi trovo a fissare il foglio pensando a Simone.
<Signorina Lombardi prenda appunti>
La ignoro.
<Potete andare tutti tranne la signorina Lombardi> congeda la Peto.
E mo questa che vuole da me?
Mi metto di fianco alla cattedra.
<Signorina Lombardi l’ho vista un po’ giù oggi>
Annuisco <È per Simone>
<Lei e il signor Casadei eravate molto legati?>
<Nonostante io lo conosca da tre settimane, è diventato un fratello> ho di nuovo gli occhi lucidi <È il mio compagno di giochi. Con lui era tutto più leggero e divertente>
<Però l’influsso di Casadei non era positivo>
<Non voglio dire che non sarebbe dovuto uscire, ha fatto troppo casino e lo sa anche lui. Però fa male, devo ancora assimilare la cosa ecco>
<Va bene, però la voglio vedere sorridere>
<Certo> le faccio il miglior sorriso possibile ed esco

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora