Non è giusto

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Inizia un altro giorno, speriamo vada meglio di ieri.
Mi alzo, mi vesto e senza farmi beccare dalla sorvegliante corro in camerata maschile.
Entro coprendomi gli occhi <Siete vestiti?> domando
<Sì> mi rispondono tutti
<Buongiorno> li saluto e poi vado da Ale <Amo mi devi fare il nodo alla cravatta>
Si avvicina, mi stampa un bacio e mi stringe la cravatta.
<’Giorno Bea> Davide si avvicina e mi abbraccia, ricambio.
<Torno di là prima che la sorvegliante noti la mia assenza>
Do un bacio frettoloso ad Ale e torno nella mia stanza.

Abbiamo finito le lezioni finalmente. È stato interessante, ma lento, troppo lento.
Appena arrivo al mio letto trovo una sacca, questo significa solo una cosa: gita.
All’interno della sacca trovo un maglioncino marrone - grigio di quelli che pizzicano, un cappello da montanaro, dei pantaloncini e una maglietta bianca.
Ci cambiamo e ci raduniamo tutti in cortile.
<Prima di partire ci sono un paio di questioni da vedere> comincia il preside.
Ansia totale, ho una brutta sensazione.
<Strilli, liti, grida fra le signorine>
Minchia se paga qualcuno che non centra niente scateno la Terza Guerra Mondiale.
<Ho deciso quindi di sfoltire il gruppo. Due di voi resteranno in collegio e sarete voi a decidere chi. Altrimenti due ragazzi e due ragazze a mia scelta resteranno qua>
Il preside si allontana per farci decidere.
<Raga dobbiamo dare due nomi, io non rischio la gita per colpa di tre che urlano>
Sono irritata e si può intuire dal mio tono acido.
Non riusciamo a metterci d’accordo e il preside ritorna.
<I nomi?>
Sofia alza la mano.
<Ma non è giusto> Matilde continua a ripeterlo finchè il preside fa scadere il tempo
<Benissimo. Rimangono qui: Giglio, D’Ambrosio, Parziale e Podeschi>
<Ma non è giusto>
Non so cosa mi sta trattenendo, forse la reazione di Ale.
Lo vedo lanciare con forza la sacca contro il muro e andare di sopra.
Lo seguo.
<Amo, amo> lo fermo <Rimango con te, vado dal preside e gli chiedo di restare qua>
Sta per tirare un pugno al muro, ma riesco a fermarlo.
<Lasciami Bea> inizia a fare avanti e indietro
<Ascoltami>
<Ti ho sentita, non devi rinunciare alla gita per me>
<Ma senza di te non è lo stesso. Ho bisogno di te, ti devo leggere anche la lettera>
Si ferma, si avvicina e mi prende per mano <Mi hai scritto?>
Sorrido <Una parte te l’ho dedicata>
Mi bacia. Ha un sapore amaro, di rabbia e risentimento.
<Rimango con te> insisto
<No>
<Sì invece>
<Bea sono già incazzato, non peggiorare le cose>
<Va bene> dico poco convinta
Mi bacia di nuovo <Divertiti anche per me e fa la brava> dice lanciando un’occhiata dietro di me.
Mi giro e c’è Davide con tutti i ragazzi.
Sento Sofia urlare alle ragazze.
Esco battendo le mani <Brave. Vi faccio i complimenti> batto le mani ancora più forte <Siete le migliori>
Sono talmente arrabbiata che mi viene da piangere <Grandi>
<Chi cazzo non fa i nomi> compare Ale all’improvviso e urla andando contro le ragazze <Tu dovevi restare qua!> spinge tutti per farsi strada
Lo trattengo cercando di allontanarlo, conosco il suo problema a gestire la rabbia.
<Calmati, non ne vale la pena>
Vediamo Rebecca ridere e negli occhi di Ale scoppia un incendio.
<No no no, guardami> gli prendo il viso <Guardami>
Mi guarda e se potesse mi avrebbe fatto prendere fuoco.
<Ti fidi di me? Non ne vale la pena. Lei starà qui con te>
Ha ancora il viso duro e stringe i denti mentre mi guarda.
Appoggio la mia fronte alla sua <Torna tutto, il karma esiste, devi solo aspettare>
Gli metto le mani intorno al collo e lo abbraccio. Dopo qualche secondo di sussulto ricambia.
So che non si è calmato del tutto, ma almeno non picchierà il primo che passa.
Sento le sue lacrime sulla mia spalla e allora lo porto in stanza.
Quando siamo soli si lascia andare completamente.
<La cosa che mi dà più fastidio è che Matilde ci va in gita>
<Lo so, non ci pensare ora> gli do un bacio sulla fronte

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora