Dolore e gioia

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Edoardo si siede vicino a me.
<Mi vergogno per lui> confesso <Non esiste che minacci per due doghe cadute>
Edo mi circonda le spalle con il braccio.
<Il problema è che continuo a capirlo e una parte di me cerca imperterrita di  giustificarlo> sbuffo <Ho paura che prima o poi troverà qualcuno che gliene darà il doppio>
<Magari gli farà bene> commenta Edo
<Sicuramente> rido isterica <Spero che lo capisca prima> mi alzo <Non ha giustificazioni lo so, ma credo che se ne vada e ho paura di perderlo>
<È comunque il solito Alessandro di cui ti sei innamorata, mi sembra normale che tu abbia paura per lui>
Sento gli occhi bruciare e li sbatto velocemente, non è ancora detta l’ultima.

Siamo in cortile quando Ale arriva vestito in abiti normali e mi si spezza il cuore. Non trattengo più le lacrime, le lascio uscire a fiume mentre vanno tutti ad abbracciarlo.
<Dov’è?> lo sento dire
I nostri compagni lo lasciano passare e mi viene ad abbracciare.
<Hai esagerato> gli dico
<Lo so>
<Non voglio che tu te ne vada…>
<Lo so, neanche io>
Mi bacia e il suo sapore si mischia con quello delle mie lacrime.
<Ti amo> mi sussurra sulla bocca per poi stamparmi un altro bacio
<Anch’io> lo stringo forte a me <Non posso continuare senza di te>
<Sì che puoi. E Devi>
<Signor Giglio è ora di andare> lo chiama il sorvegliante
<Ti amo> mi dà un bacio carico di emozione, che sa di rimpianto.
<Ti amo>
Almeno non è un addio no?
Neanche il tempo di elaborare la perdita che i sorveglianti ci guidano in aula magna per registrare il cortometraggio.
Io rimango in disparte e non partecipo. Mi piace la storia e, se non fossi a pezzi, amerei registrarlo.
In classe invece è la giornata dei recuperi e, non avendo materie sotto, mi annoio. Peccato che la noia porta pensieri e in questo momento non mi fa bene, vorrei solo che questa giornata finisca il prima possibile.
L’ultima ora la passiamo in giardino con la Petolicchio. Appena Davide si alza per essere interrogato mi sdraio e mi addormento in due secondi.
<SIGNORINA LOMBARDI!>
Faccio un salto dallo spavento e apro gli occhi. La Peto è a due metri da me e mi sta fissando come se fossi un animale.
<Sì?> mi siedo
<Stava dormendo?>
<No> rispondo subito, ma lo sguardo della Petolicchio mi suggerisce di non mentire <Sì, forse?>
<Forse?>
La guardo.
<Bene, per me lei vale un 2 oggi>
Alzo le spalle e la prof. ci congeda.
Decido di non andare in sala relax con gli altri e mi metto nel letto. Dopo un’infinità di tempo passata a piangere, o almeno così mi sembra, finalmente mi addormento.
Passo il resto della settimana come se fossi uno zombie e la mia media passa da sette a tre, ma non mi interessa. Volevo finire questo percorso con Ale e, ora che non c’è più, è inutile impegnarsi.
Il sabato pomeriggio usciamo in cortile per fare un torneo di ping pong.
Sono in squadra con Davide e, prima di iniziare, mi prende da parte.
<Bea ho bisogno che tu ti riprenda> mi dice
Lo squadro dalla testa ai piedi <È solo uno stupido torneo>
<Non è solo per il torneo> mi guarda negli occhi <Ti ho lasciato tempo e spazio, perché posso capire cosa stai passando, ma ormai sono giorni che vai avanti così>
Sbuffo <Non ho bisogno che tu mi faccia la morale anzi, non dovrei neanche rivolgerti la parola>
Mi giro per andarmene, ma mi prende per un braccio.
<Lasciami stare>
<Bea ti chiedo scusa> sospira <Sono davvero mortificato per averti baciata e per le conseguenze. Voglio solo che tu sappia che se tornassi indietro lo rifarei. Era il mio modo per dirti che mi piaci, lo sai che non sono mai stato bravo con le parole>
<Prendermi e baciarmi senza il mio consenso mi sembra esagerato però>
<Lo so, è per questo che ti sto chiedendo scusa>
<Scuse accettate>
<Grazie> si avvicina di un passo <Ora puoi farmi un favore?>
Mi allontano e aspetto che continui.
<Potresti per un attimo staccare il cervello e divertirti?>
<Senza Ale?>
<Sì, Bea. So che ti senti in colpa, ma lui vorrebbe che vivessi a pieno questa avventura no?>
<Stai parlando di lui come se fosse morto>
<Perché tu tratti la sua uscita come morte>
So che ha ragione, ma non c’è un posto nel collegio che non mi faccia pensare a lui. Però non posso rovinarmi la parte più divertente. Del diploma non me ne importa più nulla, ma qua ho i miei compagni, la mia seconda famiglia e ultimamente li ho trascurati.
Prendo un bel respiro <Va bene>
<Va bene?>
<Attento perché quando si parla di gara sono fin troppo competitiva, non accetto errori chiaro?>
<Chiarissimo>
Sorrido e lo abbraccio <Grazie, ne avevo bisogno>

Ultimo round, in finale siamo io e Davide contro Masserini e Giovanni. Ci manca un punto per vincere e la battuta ce l’abbiamo noi, non devo sbagliare. Bacio la palla e faccio finta di misurare l’aria con il dito. Cerco di perdere tempo in modo da distrarli e appena noto una loro disattenzione lancio la pallina che non riescono a prendere al volo.
<E il torneo è vinto da Cresta e Lombardi!> urla Enzo
Inizio a saltare dalla gioia e corro a prendere il mio premio: cinque chupa-chupa.
Mi sono divertita un sacco e ne avevo veramente bisogno.

Spazio autrice
Scusatemi davvero, davvero tanto. Sono mortificata, non ho scuse, semplicemente non avevo testa di mettermi a scrivere.
Come sempre spero vi piaccia e ringrazio tutt* voi che state leggendo la storia. Leggo sempre i vostri commenti e mi fanno un sacco piacere.
Scusate ancora.
LC <3

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora