Minacce

2.7K 69 12
                                    

<Mamma, papà, venite> li trascino di fronte ad Alessandro <Ale loro sono Flora e Franco> poi guardo i miei imbarazzata <Mamma, papà lui è Alessandro, il mio ragazzo>
Vedo mio padre studiarlo da testa a piedi e mia madre abbracciarlo.
<Papà fai il bravo> lo riprendo
Lui sorride forzatamente e gli stringe la mano.

<Quindi è tutto risolto tra noi?> mi domanda Ale dopo aver salutato i genitori
<Non so, magari ti tengo il broncio ancora per qualche giorno> ironizzo <Ti rende più gentile>
Mi guarda storto <Quante volte ti devo dire che mi dispiace e che non le penso davvero quelle cose? Le ho dette perché non riesco a togliermi l’immagine di Davide su di te>
Sospiro e gli stampo un bacio <Dammi tempo>
Annuisce e mi bacia di nuovo.

Mi sdraio sul letto e riassumo quello che Ale deve ripetere al preside.
<Mi sta esplodendo la testa> si lamenta
<Vuoi rimanere qua e vedermi ancora?> domando <Allora ripeti> continuo senza aspettarmi risposta
<Almeno un premio c’è per tutta la fatica che sto facendo?>
<Il diploma>
<Ma…>
<Smettila di perdere tempo e ripeti>
<Okay cap>
Trattengo un sorriso.

La mattina a colazione organizzano di mettersi il pigiama sotto l’uniforme e togliersela a lezione.
Per fortuna c’è la Petolicchio.
Cominciamo con qualche sbadiglio e poi ci “spogliamo”.
Io ho deciso di mettere solo la maglia bianca e la cravatta.
La Peto comunica che faremo comunque lezione e tutti scappano dalla classe. Io rimango seduta, credo che il pigiama basti per farci avere provvedimenti.
Ale si alza, ma non gli dico niente. Sono stufa di rincorrerlo. Ha quindici anni e credo che sia sufficientemente responsabile delle proprie azioni.
Si volta e quando mi vede seduta al banco torna indietro.
Tento di nascondere un sorriso di “trionfo”.
<Voglio fare lezione, c’ho paura> si stringe verso di me
<Si ricomponga, anche lei signorina Lombardi> ordina la Peto
Ci rimettiamo l’uniforme ridendo e aiuto i miei compagni in matematica.
Arriviamo in cortile cdove ci aspettano il preside e gli altri.
Il preside si complimenta con Giglio per non aver seguito la massa e si alzano voci invidiose che dicono “Infame”, “Fai schifo” e “Ti abbiamo sfondato il letto”.
Saliamo in dormitorio.

Poco dopo Edoardo e Simone corrono a chiamarmi
<Bea, Ale sta dando di matto, ho paura che ora lo caccino>
Vado nella camerata maschile e sento Ale: <Chi cazzo mi ha rotto il letto?> urla
Nessuno risponde
<Chi è stato che gli rompo subito il setto nasale>
Il sorvegliante si mette in mezzo e Ale continua con le minacce.
Lo tiro per il braccio <Mi dia cinque minuti, la prego> mi rivolgo al sorvegliante
<Ale, per favore>
<Lasciami>
<Sfogati su di me> gli stringo il braccio <Riempimi di insulti, ma smettila>
Non mi risponde e neanche mi guarda.
<Ti sbattono fuori se continui>
<Lasciami> mi strattona <Mi hanno spaccato il letto e mi danno pure dell’infame perché non ho fatto il bambino per fare contenta te> mi urla ad un centimetro dalla faccia
<Bea>
Guardo dietro la spalla di Ale e Davide ci fissa sulla porta
<Vattene> gli ordino
Ci mancava solo lui.
<Volevo solo sapere se è tutto okay>
Ale si irrigidisce e si volta verso Davide con lo sguardo in fiamme.
Lo trattengo dalla maglietta <Ci penso io, ora vattene>
<Pensi che le possa fare del male?> domanda acido Ale
È rosso di rabbia e senza il minimo sforzo si libera dalla mia presa. Lui e Davide cominciano a discutere fino a sfidarsi fronte contro fronte.
Sento il sorvegliante avvicinarsi e mi metto tra loro due, dando le spalle a Davide.
Incrocio lo sguardo con Ale <Ti prego> lo imploro
Il sorvegliante lo porta dal preside e io mi siedo sul letto portandomi le mani in fronte.

Spero vi piaccia <3
LC

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora