Gelosie

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Sofia ha richiesto un’assemblea per discutere delle liti fatte nei giorni precedenti. Alcuni si lamentano, a me non interessa, non cambierei niente della mia classe. Semmai prenderei a schiaffi qualcuno, non voglio fare nomi.
“Tosse finta” Rebecca “Tosse finta”.
Appena inizia l'assemblea mi siedo sulle gambe di Ale e gli stampo un bacio.
<Aspetta Bea fammi alzare> mi sposta freddo
Lo vedo andare alla lavagna e segnare le problematiche da esporre al preside.
I miei compagni chiedono robe stupide come l’acqua frizzante o i biscotti uguali a colazione. Questo conferma ciò che ho detto prima, cioè che non ci sono problemi non risolti.
Ad interrompere il casino dell’assemblea è la Peto.
Menomale, matematica. Ci consegna le verifiche e ho preso 9.5.
Questa giornata non può che migliorare.
Neanche il tempo di dirlo che mi muore il sorriso sulle labbra.
Davide e Matteo entrano in classe.
<Posso salutarti per bene?> mi chiede Davide sorridente
<Certo> rispondo per educazione
Mi alzo e ci salutiamo con due baci sulle guance.
Noto Ale fulminarlo con lo sguardo.
<Dove va signor Cresta? Non si allarghi> lo richiama il sorvegliante

Cominciamo la lezione nel casino.
Quando inizio a calmarmi mi arriva un bigliettino.
Mi volto per capire il mittente.
Davide.
Mi fa cenno di aprire e leggere.
“Fate sempre così casino?”
Mi scappa un sorriso contro la mia volontà e rispondo “A volte anche peggio”.
Mi ritorna il biglietto e noto Ale irrigidirsi, visibilmente irritato.
“Speriamo il peggio allora” con un cuoricino di fianco.
Non gli rispondo e intreccio le mie dita con quelle del mio ragazzo.
È ora di tagliare i capelli. Matteo sta meglio così, Davide non ha più i ricci. Mi spiace per loro, ci sono rimasti male.

Durante l’ora di informatica il prof. ci fa sfidare in un videogioco.
Io e Davide arriviamo in finale, sarà uno di noi a decretare se i vincitori sono i maschi o le femmine.
<Pronto a essere stracciato come l’ultima volta?> gli domando ironica
<Non succederà, mi sono allenato solo per questo momento>
Lo spingo leggermente ridendo.
14 - 14.
<La tensione si fa sentire> dico
<Non ci provare> risponde
<A fare cosa?>
<Stavolta non mi freghi, non ti lascerò distrarmi>
Sorrido compiaciuta quando segno il punto vincente.
<Rassegnati, sono troppo forte>
Scoppiamo a ridere.
Ale si alza di colpo ed esce dall’aula sbattendo un pugno contro la porta.
Lo inseguo dopo aver pregato il professore di chiudere un occhio.
Lo trovo in camerata a prendere a pugni il cuscino.
<Ale> lo fermo
<Lasciami!> si libera bruscamente dalla mia presa <Torna dal tuo ragazzo>
Bea respira.
<Sono dal mio ragazzo>
<Non mi pare, ho visto come vi guardate>
<Come ci guardiamo Ale? Come due amici> dico alzando la voce
<Pensi che io sia stupido?! Come fate a conoscervi eh?> urla
<Non urlare! E torniamo in classe. Non mi sembra il momento>
<E quando allora?>
<Ale torniamo in classe per favore>
<Solo se mi prometti che mi spiegherai tutto>
<Ale>
<Promettilo!> urla interrompendomi
<Promesso. Ora andiamo>
Lo trascino in classe, ma non ci rivolgiamo neanche uno sguardo per tutte le lezioni.

<È inutile che ti siedi, dobbiamo parlare> mi dice Ale
Mi sono appena messa sul divano della sala relax dopo una giornata sfiancante, non ho proprio voglia di discutere con lui, ma so che ne dobbiamo chiarire.
Mi trascina in corridoio, subito fuori alla porta.
<Mi devi spiegare chi cazzo è quello>
<Ora ti dico tutto, però stai calmo okay?>
Cerco di prendergli la mano, ma mi scosta bruscamente.
<Non mi devi toccare>
<Davide e io siamo soltanto amici>
<Scommetto che è “l’amico di cui non mi devo preoccupare” vero?>
<Mi credi davvero capace di fare una cosa del genere?>
<Non lo so, non ti conosco>
Questo mi ferisce, ma cerco di cacciare le lacrime, non posso crollare ogni volta, non gliela darò vinta.
<Se mi devi insultare puoi anche andare a ‘fanculo senza spiegazioni!> sbotto
<Io dovrei andare a ‘fanculo? Sei tu quella che mi tradisce!>
<Ma cosa?! Non ti sto tradendo! Non è che se sto con te non posso più parlare con un maschio!>
<Non ci stavi parlando, ci stavi filtrando!>
<Ma che cazzo ti dice il cervello Ale?>
<No Bea, non puoi dirmi che me lo sono inventato. Vi ho visti, io non sarò il tuo segreto!>
Non gli rispondo.
<Senti Beatrice, mi hai rotto il cazzo>
Lo guardo andarsene via mentre il mio cuore fa “crack”.
Solo in quel momento mi accorgo di stare piangendo e di aver urlato attirando l’attenzione di tutti.
<Lo spettacolo è finito> dico per poi correre in camera

Ehi, scusate l'ora, ma con al scuola non ho un attimo di tempo.
Spero vi piaccia.
Grazie<3
LC

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora