Rabbia

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Sento suonare la campana della sorvegliante.
Tiè, io sono già sveglia e pronta.
<Cosa vuol dire sta roba qua?>
La sorvegliante si è accorta del letto sfondato. Chiede chi è stato, ma tutte tacciono.
<Va bene, per me la signorina Cangiano è responsabile di quel letto quindi io prenderò atto di questa cosa>
Esce dal dormitorio e noi andiamo in cortile per il discorso di inizio settimana del preside.
<Questa settimana non è iniziata bene, la signora sorvegliante questa mattina ha trovato il letto della signorina Cangiano sfondato. È stata lei?>
<No>
<Chi è stato allora?>
<Secondo me, da come ho capito, Alessandro>
<Eh vabbè> dice Alessandro sospirando
<Che vai dicendo che Alessandro è stato con me tutto il tempo> lo difendo io
<Perché parlate se non sapete le cose?> dice, giustamente, Simone.
<Silenzio non siete interpellati. È stato lei?> domanda il preside
<No, Alessandro era con me>
<Signorina Lombardi non è stata interpellata. Giglio?>
<No, non sono stato io>
<Allora sono stati i maschi, non sappiamo chi. Facciamo una roba, questa settimana le signorine potranno effettuare la chiamata a casa, le telefonate dei maschi sono sospese fino a nuovo ordine>
Casino tra i maschi e poi il preside ci da la notizia che hanno scelto una nuova ragazza.
<Ti prego una figa, una figa> senti solo ‘sta frase provenire dalla parte maschile.

Matilde Ricorda si presenta e non mi va proprio a genio, vedremo.
Noi intanto ci avviamo in classe.
<Ti piace?> domando ad Ale
<È carina>
<Più di quella che ti piaceva ieri?>
<No no, lei non la batte nessuna>
<Dimmi chi è dai> gli faccio gli occhi dolci
<No>
<’fanculo>

Prima lezione: Petolicchio, osservazioni scientifiche.
<Signori collegiali, tutti, silenziosi e rispettosi>
Lezione noiosissima perché so già tutto. Faccio un giro della classe per vedere se qualcuno ha voglia di fare casino. Appena incrocio lo sguardo con Simone e Ale loro iniziano a cantare.
E che fai non ti unisci?
<Signorina Lombardi dritta per favore>
Mi raddrizzo la schiena.
<Dritta nel senso di si giri>
<Ah mi scusi>
<Proviamo a stare attenti e continuare su>
Simo e Ale continuano a cantare e io non resisto, si uniscono pure Rubino, Davide e Giovanni.

<Uno, due, tre e quattro fuori>
Io, Simone, Davide e Alessandro usciamo continuando a cantare mentre Gaia cerca di rimontare lo scheletro caduto.
<Andiamo dentro e le chiediamo scusa?> propone quel cagasotto di Simone
<No falla prima calmare>

Dopo qualche minuto sentiamo “la lezione è finita”, allora ci alziamo. Il sorvegliante blocca Simone, mentre io ed Alessandro entriamo in classe. La Petolicchio ci chiama alla cattedra e fa uscire tutti.
<Cosa cantavate?>
<Ci manca la musica, io sono una persona attaccata molto alla musica. Ho bisogno di sfogare>
<Sfogare cosa Giglio?>
<Rabbia>
<Perché?>
<Per cose successe, mie e personali>
<Lei di questa rabbia non ne ha mai parlato con nessuno?>
<Mai>
Cucciolino.
Gli poggio una mano sulla spalla.
<Con mia madre non ne parlo mai, non parlo con nessuno di ‘ste cose>
<E secondo lei tenersi tutto dentro le fa bene?>
<Mi sfogo a kik con il sacco. Ho problemi a gestire la rabbia, o mi chiudo o esplodo>
Mi dispiace un botto per lui, so cosa si prova, per certi versi sono anche io così.
<Se lei provasse a parlare>
<Non riesco>
<Provaci almeno Ale, questa cosa ti mangia dentro altrimenti> mi intrometto
<Non riesco a fidarmi di nessuno. Ci ho provato una volta, ma mi hanno deluso. E la volta dopo questa persona è venuta a mancare. Sto facendo tutti i piani che c’eravamo progettati da piccoli>
Ho le lacrime e lui gli occhi lucidi. Lo abbraccio.
<Mi fa piacere che lei abbia iniziato a parlarne. Spero che sia un primo passo>
Si volta verso di noi <Ai tuoi compagni qua chiedo di dare una mano>
<Assolutamente> lo guardo negli occhi <Farò in modo che tu ti fidi di me, promesso>
<È una sfida impossibile>
<Amo le sfide impossibili> lo abbraccio di nuovo e lui ricambia.
<Cominciamo passo dopo passo a venirci in contro. La nostra chiacchierata io la concludo così. Arrivederci>
<Le volevo chiedere scusa per il nostro comportamento, o almeno per il mio. A volte esagero e me ne rendo conto> concludo prima di uscire.
<Scuse accettate, arrivederci>

L'intervallo lo passo abbracciata ad Alessandro.

Amore e Odio ~ Alessandro GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora