CAPITOLO 2 - 2.2 La gita

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L'orologio esterno della piccola stazione ferroviaria segnava che mancavano una ventina minuti alla partenza e Taiki si accingeva baldanzoso a raggiungere i binari, facendosi largo tra la folla in cerca di Eiji. Poco prima degli esami, infatti, l'amico aveva scommesso con Akane sulla sua bocciatura, ma conoscendo le proprie doti di insegnante, e il debole della ragazza per l'oggetto della contesa, aveva prenotato il parrucchiere per il pomeriggio stesso, così non restava che scoprire il colore del trionfo...

"Ehi, sono qui!", esclamò qualcuno.

Avvicinandosi al richiamo, Taiki intravide la vincitrice della sfida che con il suo candido abito estivo, e un cappello di paglia degno di una lady, attirava gli sguardi di molti passanti.

"Buongiorno, Akane, come... Quello che cos'è?", si interruppe, notando un enorme zaino ciondolare tra la folla.

"Indovina?", affermò lei infastidita.

Sentendosi chiamato in causa, il gracile portatore del pesante fardello cercò di dirigersi spavaldo verso i due ragazzi, per dimostrare che la tenuta da perfetto montanaro che indossava non era solo apparenza. Sudaticcio, un po' per lo sforzo e un po' per gli strati di crema solare che lo ricoprivano, si aggiustò gli occhiali sul naso e il caschetto in imperdonabile disordine.

"Scusa, Kawanari, hai intenzione di fermarti in montagna per un mese?", domandò Taiki.

"Certo che no, almeno per i prossimi tre!", esclamò una voce dietro il gruppo.

L'ultimo arrivato si appoggiò alla spalla del malcapitato, rischiando di farlo cadere: maglietta bianca con impressa l'evoluzione umana, bermuda di lino blu, occhiali da sole fluorescenti e un logoro copricapo da pescatore.

"Si dà il caso, Eiji, che essendo il vostro capogruppo, mi sia attrezzato per ogni evenienza, anche medica", riuscì a dire Kawanari, scrollandosi di dosso il peso indesiderato.

"Non ne dubito, *gatto spaziale!", concluse Eiji.

"Su, su, perdente, adesso togliti quel cappellaccio fuorimoda e mostraci il risultato", gli ordinò Akane soddisfatta.

Il compagno non si fece pregare ed espose agli ammiratori il nuovo ciuffo arancione.

"Allora?"

Taiki lo studiò per qualche momento.

"Direi che ti dona. Brava Akane, ottima scelta."

"Ehm, sì, tu dici? G-grazie... O-ora sarà meglio andare e prendere posto", replicò impacciata, fuggendo alla porta del vagone più vicina.

"Un momento, con noi ci sarà anche Miu. Non sarebbe meglio aspettarla?", domandò Kawanari.

Eiji indicò prontamente un finestrino da cui si intravedeva una sagoma.

"Non c'è bisogno, è già salita. Dai, raggiungiamola."

◾◾◾

Senza accorgersene, due giorni su quattro della gita se n'erano già andati. Tra un'attività e l'altra era difficile annoiarsi e, per quel terzo pomeriggio, la scampagnata degli studenti alla ricerca di esemplari di flora e fauna si preannunciava una sfida appassionante.

Partita da un paio d'ore, la compagnia della capoclasse, più interessata ad allontanare gli insetti da uno schifato Kawanari che al paesaggio, seguiva Miu che faceva da guida tra i sentieri con facilità.

Taiki si guardava attorno affascinato: in un posto simile avrebbe potuto viverci per sempre, circondato dalla natura, lontano dal frastuono cittadino, con il cinguettio soave degli uccelli che echeggiava tutto intorno... unito alle melodiose proteste di Eiji.

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