CAPITOLO 8 - 8.4 Inviti

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Era pomeriggio inoltrato, le attività dei club erano finite e Taiki si stava allacciando il k-way

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Era pomeriggio inoltrato, le attività dei club erano finite e Taiki si stava allacciando il k-way. Aveva sperato fin dopo l'allenamento di nuoto di rincasare senza la pioggia ad accompagnarlo, ma il suo desiderio non era stato esaudito.

Cercando la chiave per aprire la catena della bici, dallo zaino sbucarono dei biglietti timbrati. Sono già trascorse due settimane dall'incontro? Significa che manca poco alla festa di Eiji. Chissà che faccia farà quando ci vedrà arrivare tutti insieme. Ma ci penserò più tardi.

"Ehi, Taiki, quella di oggi è stata solo fortuna", sentì qualcuno appellarlo poco distante.

"Taci, Toru", si intromise Junichi. "È stato incredibile, altro che fortuna. Dovresti prenderlo come esempio, giusto, Jotaro?"

"Sì. ma ora andiamo. Non vorrei ammalarmi", rispose quest'ultimo superando la comitiva, intento a far scorrere il pollice sullo schermo del cellulare.

"Taiki!"

La voce di Akane li raggiunse e Toru scosse con energia il compagno di squadra.

"Aspettaci, Jotaro. Non disturberemmo mai, Casanova."

In fretta e furia i tre si dileguano, in tempo per l'arrivo della capoclasse.

"Oh, vi ho forse interrotti?"

"No, tranquilla. Hai bisogno di qualcosa?"

"Ehm, no, cioè, sì. Stavo pensando che sarebbe carino fare qualcosa tutti insieme, magari trovarci per studiare. Poi ti ho visto e mi sono detta: perché non chiedertelo subito? Considera che potremo contare anche su Kawanari, e se ti fa piacere... potrei invitare Miu", concluse con una punta di amara ironia.

"Non saprei, negli ultimi tempi sono molto impegnato. Vedi, io...", ma lasciò la frase in sospeso. L'ennesima scusa da inventare gli suggerì che sarebbe stato meglio avere un repertorio pronto.

"Proverò a organizzarmi. Non posso dirti di sì in questo momento."

Il viso di Akane si illuminò e i due si salutarono.

◾◾◾

Lungo la strada c'era pochissima gente: la spiaggia era deserta e il mare ci si schiantava, producendo onde alte e schiumose.

Taiki sfrecciava sulla pista ciclabile giocando a schivare le pozzanghere e i mucchietti di foglie secche accanto agli alberi spogli. Si fermò davanti al ristorante per controllare se il pickup di Naora fosse al solito posto, ma non era così, perciò sapeva di doversi sbrigare.

Con il cuore che batteva sempre più forte, percorse le vie a lui più familiari. Dall'ultima volta non era cambiato nulla: sui lampioni c'erano i soliti adesivi, Whisky gironzolava nel proprio giardino e le tre buche all'ultimo stop non erano ancora state riparate. Ma in realtà nulla sarebbe più stato come prima e questa consapevolezza, di fronte a casa, lo attanagliò senza scampo.

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