CAPITOLO 17 - 17.2 Le ferite più profonde

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Miu, notando la porta della camera produrre un cigolio appena percettibile, si rannicchiò dietro quella del bagno

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Miu, notando la porta della camera produrre un cigolio appena percettibile, si rannicchiò dietro quella del bagno. Nonostante la luce violacea che filtrava dalla finestra, non era nella posizione adatta per capire chi fosse l'intruso, ma poté controllare Taiki che stava russando beato, ignaro di tutto. Abituata a pensare velocemente, analizzò le possibili identità del sospettato, riducendo la lista a un paio di nomi. Non si sarebbe fatta cogliere alla sprovvista da quei due monelli.

"FERMO LÌ, MOSTRO, NON CI FARAI DEL MALE!", urlò Taiki con il cuscino tra le zampe, pronto per qualche epica battaglia.

"AAAAAAH", urlò Watanabe balzando all'indietro.

"AAAAAAH", urlò Taiki di rimando, usando il guanciale come scudo.

"Ehi, voi due Non vorrete svegliare tutto il palazzo."

Miu uscì dal nascondiglio e li rimproverò, soffermandosi a guardare il proprio Custode, colpita dalla sua prontezza. Una coincidenza o il suo istinto si è davvero acuito?

La fenice si scusò profondamente.

"Volevo bussare, ma di solito non mi riesce bene. Stavo tornando in stanza e ho visto Kalooy sgattaiolare fuori. L'ho perso di vista quasi subito, non so dove sia andato. Ho pensato di venire a chiamarti e..."

Miu lo tranquillizzò appoggiando la mano sull'attaccatura dell'ala.

"Credo di sapere dove sia, ci stavo giusto per andare anche io. Venite con me."

Taiki scese dal giaciglio stiracchiando il corpo sinuoso e accompagnando lo stretching con un lungo sbadiglio. Watanabe le si affiancò con il respiro agitato.

"Ultimamente è così triste. Credevo di poterlo aiutare, ma forse sto sbagliando tutto."

"Non fartene una colpa. Siamo noi fratelli a doverci assumere la responsabilità dei suoi comportamenti."

"So che abbiamo un'enorme differenza d'età, ma speravo si sarebbe confidato. Gli ho sempre detto che su di me può contare. Ho cercato di stargli vicino, ma potrei non aver capito davvero di cosa avesse bisogno."

Miu gli sorrise: sapeva che Kalooy era un tipetto sveglio, ma era probabile che non avesse realizzato quanto fosse fortunato ad avere accanto qualcuno come Watanabe.

I tre svoltarono in un'area in cui Taiki non era mai stato e, all'ennesima curva, il drago chiamò la principessa sbadigliando.

"Sei sicura di sapere dove trovarlo? E poi, perché stavi uscendo a quest'ora?"

"Sul retro del palazzo c'è un piccolo giardino. Te ne ho parlato: è il solo luogo su Meki dove crescono gli oku. Io stavo per..."

"Gli oku?", la interruppe Watanabe.

"Erano i fiori preferiti di nostra madre. In quel giardino io e Kalooy trascorrevamo molto tempo a giocare quando non ero impegnata con gli allenamenti."

"Ma certo, sono i fiori-lanterna!", realizzò Taiki.

"Sì, quelli. Oh, ci siamo."

Accompagnato da una fila di colonne per lato, fino a quello che si sarebbe detto il fondo di un vicolo cieco, dalle pareti fuoriusciva un'invasione di rampicanti che salivano al soffitto, più fitti a ogni metro guadagnato.

"Ci prendi in giro?", la superò il Custode, non troppo contento di aver fatto tanta strada per un muro.

"Guarda meglio."

Di fronte a loro era visibile un finissimo catenaccio intarsiato che si confondeva con il resto della vegetazione. Era aperto e la porta che avrebbe dovuto tenere chiusa era accostata. Miu la sospinse creando uno spiraglio per sbirciare oltre.

"Questo è l'ingresso, segreto, al giardino. I grandi ci hanno sempre lasciato credere che solo io e Kalooy sapessimo della sua esistenza."

Verso il centro, circondato dagli oku, Kalooy era chinato con un piccolo cesto al fianco. Nel sentire il rumore di passi alle spalle si voltò di scatto: la sua faccia era una maschera di lacrime. Watanabe ebbe un sussulto e avrebbe voluto correre da lui, ma Miu lo anticipò e una volta raggiunto gli asciugò il viso con un lembo della propria maglia.

Quando si inginocchiò per guardarlo meglio, lui si ritrasse.

"Va tutto bene, non serve che ti preoccupi per me."

La sorella però lo tirò a sé e gli scostò i ricci arruffati per liberare i suoi bellissimi occhi violetti.

"Anche a me manca tanto la mamma."

Kalooy ricominciò a piangere e le gettò le braccia intorno al collo.

"Scusaci", gli disse nella mente lasciandolo sfogare. "Siamo stati così impegnati a occuparci di tutto, meno che di te. A differenza nostra, eri troppo piccolo per capire cosa saresti stato per Zemlyan. Per questo non hai goduto degli insegnamenti della tua tutrice e per troppo poco tempo dell'amore di nostra madre. Sei tanto forte e tanto fragile, ma non ti sei mai tirato indietro."

"Lo sai qual è la nostra arma più forte", gli chiese Miu a voce alta.

"Il mio scudo. La mia piuma. Me lo dite sempre."

"Niente affatto. Siamo tutti noi che quando abbiamo paura, bisogno di aiuto o conforto, ci siamo gli uni per gli altri. Heiko e Namis brontolano, lo so, ma ti amano. E poi, adesso siamo diventati una famiglia ancora più grande con tutti i nuovi amici che ci siamo fatti."

"Anche io vi voglio bene. Solo che non vorrei vedervi soffrire."

"E allora, se ancora ti ricordi come si fa, fammi un sorriso."

Il fratellino prese un bel respiro e acconsentì alla richiesta. Lei, voltandosi per rassicurare i Custodi rimasti in rispettoso in silenzio, li scoprì a loro volta abbracciati che stavano piangendo.

La principessa soffocò una risata poi indicò a Kalooy il cestino.

"Che ne dici? Glieli portiamo?"

◾◾◾

In prossimità della porta della Sala della Lancia, Taiki e Watanabe, guidati da Miu e Kalooy, trovarono i battenti spalancati. All'interno, Kana stava fissando la statua della madre in una composta posa di raccoglimento. Eiji sbucò da un angolo dell'ingresso e fece un cenno alla fenice e al drago, cosicché si fermassero con lui.

Kalooy e Miu raggiunsero la sorella e le fecero dono di un oku, adagiando gli altri nell'acqua. I piccoli fiori navigarono disordinati, portando un'atmosfera di sacralità attorno alla statua cristallina.

Non passarono che pochi minuti e anche Heiko e Namis, con le Custodi al seguito, si unirono ai fratelli, mentre le due si fermarono con i propri pari, lasciando spazio ai Protettori e ai loro ricordi.

Namis appoggiò le mani sulle spalle di Kalooy, Heiko gli scombinò i ricci prima di andare da Kana e prenderla per mano. A sua volta la Reggente strinse a sé Miu che con un profondo sospiro si accoccolò con il capo sulla sua spalla.

In pace. 

Zemlyan: RebirthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora