CAPITOLO 4 - 4.2 Il ragazzo scomparso

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"Com'è possibile? Era lì, a portata di mano

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"Com'è possibile? Era lì, a portata di mano. Perché hanno fallito?", inveì un giovane davanti all'imponente scrivania che affacciava, da sotto una finestra a volta, su un'immensa vallata desolata.

Con un unico, rabbioso gesto della mano, tutto ciò che vi era appoggiato finì sul pavimento e fogli, inchiostro e pennini vennero calpestati da passi nervosi.

"Dove... DOVE HO SBAGLIATO?", tuonò, stringendosi i capelli nero cenere come a volerli sradicare.

"Perché vi tormentate, mio Signore?", domandò una voce calda e profonda da una zona buia della stanza. "Suvvia, avete fatto arrivare i Dara sulla Terra e avete trovato l'amuleto. Un enorme passo avanti rispetto, solo, a poche settimane fa. Se non fosse intervenuta la Protettrice di Coraggio, a quest'ora il ciondolo sarebbe in mano Vostra. Quei cinque mocciosi staranno cominciando a comprendere quale sia il vostro reale potere", disse il consigliere avvicinandosi e abbassando solenne l'ampio cappuccio grigio. "In poco tempo siete riuscito a padroneggiare l'Ombra come nessuno dei Vostri predecessori, perciò non crucciatevi. E poi avrete modo di ritentare con il Drago. Dopotutto, la Virtù è stata trovata, non liberata."

Il giovane si scostò, poco convinto di quella spiegazione, e rivolse la propria attenzione al tetro panorama esterno.

L'altro però non demorse e proseguì il suo adulante discorso.

"Ma guardatevi! È difficile credere che un tempo eravate un povero umano indifeso. Nessuno voleva esservi amico, mi diceste! Il piccolo Matsuda Kudo era troppo gracile e sensibile agli occhi dei suoi simili per..."

"Vark, quante volte te lo devo ripetere? Non voglio più sentir pronunciare quel nome! Quel perdente è morto. Io sono Kujo, Sacerdote dell'Ombra", ribatté il ragazzo, sollevando controluce l'amuleto che teneva al collo: un maestoso corvo, che con le ali proteggeva un'ampolla piena di liquido torbido, disegnò tremuli bagliori sul volto pallido del suo possessore.

È questo ciò che sono sempre stato? Un tempo eri così candito... Forse ti sei arresto al colore della mia anima?

Abbassato il gioiello, il Sacerdote ammirò i disordinati filamenti neri e biancastri che vorticavano nell'acqua grigia, ricordando un passato che avrebbe voluto non gli appartenesse.

◾◾◾

Nessuno riusciva a dare una spiegazione al violento odio che era esploso improvviso in un ragazzino di soli tredici anni. Kujo, invece, lo sapeva: per l'ennesima volta i soliti compagni di classe avevano iniziato a spintonarlo e a deriderlo, ma quel giorno in lui era scattato qualcosa di diverso, una scintilla.

Quei bulletti lo prendevano spesso di mira, soprattutto per il suo strano colore di occhi, l'uno azzurro come il ghiaccio, l'altro nero come l'inchiostro, ma in quell'occasione l'argomento di discussione fu la sua situazione famigliare e più i suoi aguzzini ne ridevano, più nella mente della vittima prese forma una rabbia verace. Raccolto un pezzo di legno dall'angolo del cassonetto in cui forse lo avrebbero gettato, ruppe la gamba a uno di loro.

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