CAPITOLO 13 - 13.2 La vera forma delle Virtù

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Taiki stava camminando con Watanabe e Kalooy, che aveva l'aria molto annoiata

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Taiki stava camminando con Watanabe e Kalooy, che aveva l'aria molto annoiata.

"Uffa, a queste riunioni non ci sono mai argomenti su cui possa dire la mia. Pensare che mi aspetta un altro barboso consiglio non mi rende per niente felice."

"Non dire così, sono informazioni importanti per tutti noi. E una volta finito, avrai della conoscenza in più da condividere", provò a risollevarlo la fenice.

"Io ti dirò di cosa abbiamo parlato se stasera mi preparerai la pizza."

"Pizza?", domandò Eiji poco dietro. "Anche io amo la pizza."

Watanabe guardò prima la scimmia, poi il Protettore.

"Ma io e te non abbiamo in programma di rientrare questa sera, come faccio a..."

"Non sono io il cuoco, inventati qualcosa. Voglio la pizza."

"Ma, Kalooy, non conosco i vostri impasti, non so se ci sono gli ingredienti e poi ho le ali."

"Ehi, non vorrai deludere il tuo fidato compagno", rincarò Eiji intonando un motivetto sgangherato che aveva pizza come unica parola di strofe e ritornello.

Taiki stava ridendo sotto i baffi quando, accovacciati dietro una colonna, si palesarono due fianchi rossi. Anche gli altri ovviamente se ne erano accorti, soprattutto per la coda agitata che frustava l'aria e il pavimento. Poi Sayuri scattò, provando con un balzo ad acchiappare Eiji che corse via schivandola. Kalooy si lanciò a sua volta all'inseguimento, dimenticando la pizza e ogni altra faccenda.

Taiki era divertito, ma non riuscì a farsi travolgere dalla spensieratezza che aveva colpito i compagni. Perché Miu ha detto quelle cose? Non l'ho battuta in nessuna delle prove a cui mi ha sottoposto. Per quanta fiducia possa avere, sarò io ad affrontare Coraggio e sarebbe stato carino se avesse chiesto la mia opinione.

Sentendo delle voci alzò il muso. Namis e Odan si stavano avvicinando e quella poteva essere la sua occasione per chiedere qualche dritta.

"Namis, scusa, ti posso parlare?"

"Certo, cosa posso fare per te?"

"Per caso, conosci qualche metodo per migliorare nel combattimento. Non è che Miu non sia una brava insegnante, anzi, lo è fin troppo. Ma vorrei dimostrarle che sto dando il massimo, capisci?"

"Non sei ancora riuscito a sconfiggerla, vero? Non è affatto semplice superare mia sorella", ridacchiò il comandante abbassando la voce.

"Quindi tu ci sei riuscito?"

"Io? Sempre. E vorrei poterti aiutare, ma non saprei come farlo. Io e Sayuri, ad esempio, siamo specializzati nel combattimento corpo a corpo, che tipo di consigli potrei darti se non so in che arma ti trasformerai?"

Il drago tornò a fissare il cortile, poi Odan e Watanabe, e infine di nuovo Namis.

"Cosa? Come? Arma-chi?"

"COSÌÌÌÌÌ", urlò Sayuri, aggredendo il Protettore.

Taiki sgranò gli occhi: la tigre svanì in un lampo rosso e sulle braccia di Namis comparvero due bracciali lunghi dal gomito alla mano, muniti di quattro artigli ciascuno. A protezione delle dita erano intagliate due teste di tigre.

"Sayuri. Ti ho detto che non devi innescare il contatto senza il mio consenso. NO. Non mi interessa se Taiki voleva.... Non è vero... Sayuri, smettila!", battibeccò da solo Onore. "E vedi di ritrarre le lame."

Eiji scese dall'albero su cui era salito e raggiunse il migliore amico a bocca aperta.

"Anche io ho fatto la stessa faccia. Quando io e Kana abbiamo provato la connessione, pensavo fosse più difficile. In realtà è una sensazione stramba, ma ci si abitua in fretta."

"Ehi, Taiki, ehi, guarda noi", lo richiamò Kalooy.

Il giovane afferrò per le ali il proprio Custode e lo scosse energicamente. Watanabe si divincolò, ma poi si arrese. Con lo stesso lampo di luce, ma nelle sfumature del viola, la Virtù si modellò in un enorme scudo alto quasi quanto il Protettore. A una prima occhiata sembrava di marmo bianco pesantissimo. Al centro era intarsiata la sagoma della fenice le cui ali aperte sui lati ne definivano il contorno superiore. Il fondo terminava a punta e nel mezzo una grande pietra viola brillante copriva quasi per intero il petto dell'uccello. La testa era scolpita ricurva, con il becco verso quella specie di ametista e al di sopra svettava una morbida piuma fluente, l'unica parte non rigida.

"Bello, vero? Heiko, Yumiko, fatevi vedere anche voi", chiese entusiasta Pietà notando il fratello prossimo a raggiungerli.

"Solo se prometti di impegnarti nell'allenamento", lo rimbeccò la cerva, posizionandosi di fronte al proprio Protettore che allungò una mano.

Lei la sfiorò con il muso e scomparve in un lampo azzurro. Al suo posto apparvero due spade dall'impugnatura cobalto e la guardia ramificata. Le lame somigliavano a cristalli e gli intarsi richiamavano quelli sulle corna. Heiko si avvicinò a Taiki e gliele mostrò, mentre Miu sopraggiungeva alle loro spalle.

"Sbaglio o non avevi ancora detto nulla al tuo Custode?", le chiese Namis.

"Forse non mi ha ascoltata quando ho detto che sarebbe diventato un'arma portentosa."

Odan si inginocchiò con una mano sul cuore.

"Io ti ascolto sempre, principessa. Non mi perderei nemmeno una delle tue soavi parole."

Lei lo ignorò.

"Ne parleremo con calma una volta tornati sulla Terra. Ora non ha molta importanza, visto che fin quando non incarnerà la Virtù non ci è dato sapere che aspetto avrà."

Invece ha importanza, sono io che dovrò trasformami... si può sapere perché fa così?

"E tu in che cosa ti trasformi?", domandò Taiki a Eiji per distrarsi.

"Non te lo dico."

"E perché, scusa?"

"Se supererai la prova, allora vedrai il mio aspetto."

"E se non dovessi farcela? Mi lasceresti con questo dubbio?"

"Scommettiamo: io dico che ce la farai. In quel caso vedrai cosa sono. Se invece dovessi perdere..."

"Ti raserai il pelo."

"Andata. Ma bada bene: mi sono affezionato a questo bel manto giallo e non intendo separarmene."

Nel frattempo tutti i Custodi tornarono alla propria forma animale.

"Noi dobbiamo andare a discutere con i Veji, fate come se foste a casa vostra. Se vi venisse fame cercate Agalei", disse loro la Reggente che si allontanò con i fratelli lasciandoli nel cortile.

Taiki si discostò dagli amici per controllare l'amuleto in una piccola fontana, ma il liquido era ancora copioso. Poi si incantò a osservare il proprio riflesso indefinito. Forse Miu ha ragione, sono pronto. Dopotutto le ho promesso che la prossima volta che verremo qui, lo faremo senza che debba ferirsi. Ho fatto la mia scelta, terrò fede alla mia parola.

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