CAPITOLO 5 - 5.4 Mettersi alla prova

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Nella palestra illuminata dagli ultimi raggi di sole, Eiji e il nonno, l'uno di fronte all'altro al centro della stanza, proiettavano lunghe ombre verso gli unici spettatori, Miu e Taiki

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Nella palestra illuminata dagli ultimi raggi di sole, Eiji e il nonno, l'uno di fronte all'altro al centro della stanza, proiettavano lunghe ombre verso gli unici spettatori, Miu e Taiki.

Maestro e nipote si osservavano con intensità: entrambi a torso nudo, seduti in ginocchio con le braccia abbandonate sulle cosce e i palmi all'insù, erano in un apparente stato di rilassamento. Ed era il movimento sincronizzato del ventre di entrambi a impensierire Taiki, che si chiedeva chi sarebbe stato a fare la prima mossa.

"Ti prego, non nominarmi, altrimenti mi rompo. Chi sono?", disse d'un tratto il nonno, pronunciando con calma ogni singola parola.

Un indovinello? Non capisco, che razza di prova sarebbe questa? si domandò Taiki confuso: si aspettava uno scontro al cardiopalma, invece si voltò verso Miu per avere qualche delucidazione, ma la ragazza era concentrata sui due sfidanti.

Eiji, mantenendo lo stato di meditazione, non rispose, ma non trattenne un leggero sorriso.

Dopo interminabili minuti di silenzio, il nonno si schiarì la voce.

"Quindi, ti arrendi? Non sai darmi una risposta?"

Taiki si chinò in avanti osservando meglio il migliore amico che aggiustando la propria posa, forse perché l'emozione un po' lo aveva deconcentrato, strinse forte entrambe le mani.

"Ma, nonno, io non volevo romperlo, perché lo hai fatto tu?"

Il maestro rise compiaciuto esibendo i pochi denti rimasti e una scintilla gialla gli illuminò gli occhi.

"Lo vedi, Spirito? Questo è mio nipote: fiero e testardo quanto l'umano che avevi scelto. Grazie per avermi fatto compagnia così a lungo. Ti affido la vita di una persona eccezionale e ti prego di averne cura, molta più di quanto ne abbia mai avuta io. Un giorno gli chiederò perdono per avergli dato una così grande responsabilità, perciò vedi di riportarlo qui. Fidati di lui, saprà essere all'altezza."

Un improvviso vento caldo avvolse l'intera stanza e Taiki, sentendolo, si guardò intorno. Eiji, invece, si osservò prima le mani sbalordito, poi il corpo, infine dietro le spalle.

"Cos'è questa strana energia? Ce l'ho fatta?", domandò al nonno, che si era alzato e gli stava rivolgendo un profondo inchino.

"Lo Spirito di Saggezza ha trovato una nuova dimora. Non puoi vederlo, ma è proprio alle spalle di Eiji che rende onore al signor Togashi e lo ringrazia per tutto", chiarì Miu a voce alta, inchinata a propria volta per omaggiare la Virtù della sorella.

Il nuovo Custode fece il gesto della vittoria verso Taiki, che pur non avendo capito nulla in ogni caso, decise di non farsene un problema e di correre dal l'amico, abbracciandolo e scuotendolo, più per liberare se stesso dall'ansia che per fargli festa.

Anche la principessa si avvicinò.

"Vorrei ringraziarvi da parte di tutti gli zemlyani per l'aiuto. Lei, signor Togashi, per ciò che ha fatto e tu, Eiji, per ciò che farai."

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