CAPITOLO 26 - 26.1 Quello che rimane

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Dedicato a:@isabel-giacomelli

Miu, Namis, Heiko e Kalooy erano attoniti accanto al corpo di Kana, avvolti da un silenzio angosciante

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Miu, Namis, Heiko e Kalooy erano attoniti accanto al corpo di Kana, avvolti da un silenzio angosciante. Nessuno tra le fila dell'esercito osava proferire una sola parola, sgomenti e altrettanto immobili dinanzi ai loro principi.

Kalooy baciò la mano della sorella adagiandola sul ventre insieme all'altra, senza distogliere lo sguardo da quello ormai vuoto e socchiuso di lei. Miu, non sapendo come comportarsi, allungò il braccio a toccare la spalla del fratellino che singhiozzava, per provare a dargli conforto.

Namis, invece, afferrò d'impulso Heiko per un braccio, lo sollevò e lo trascinò a qualche metro di distanza. L'altro non oppose resistenza e tenne la testa bassa, estraneo a quanto accadeva.

"Heiko", lo apostrofò il comandante, attendendo che gli rivolgesse la minima attenzione. "Heiko."

E quando questi, dopo l'ennesimo richiamo, alzò il viso, un pugno lo colpì dritto allo zigomo, facendolo franare a terra. Miu si lanciò verso i due e interruppe un secondo colpo portandosi a protezione del ferito.

"Smettila, non hai sentito che cosa ha detto Kana? La guerra non è finita e c'è bisogno di tutti noi."

"Non puoi chiedermi di continuare a combattere al suo fianco, di perdonarlo... di fidarmi, di questo traditore", ringhiò Onore.

"Non abbiamo scelta, la nostra è una missione e tu..."

"No, Miu. Ha ragione lui. Non merito alcuna compassione... tantomeno il vostro perdono", disse Heiko sfibrato, portandosi a sedere.

In quel momento Kalooy gli si avvicinò e lo strinse.

"Questa sconfitta non è solo tua. Non siamo stati capaci di capirti."

Heiko sprofondò il viso nella spalla del più piccolo e cominciò a piangere come non aveva mai fatto prima. Miu si voltò a osservarli: erano sempre stati i più grandi a dare loro un conforto, ma in quel frangente i confini dell'età avevano perso ogni valore.

La scena le ricordò il giorno in cui si trovarono tutti di fronte alla statua della madre, la notte in cui si erano resi conto che avrebbero dovuto diventare grandi senza esserlo davvero. In quella occasione, l'unico a non versare una lacrima era stato proprio Heiko, che aveva invece offerto il proprio conforto sia a lei sia a Kalooy.

Tempo dopo, passando per la Sala della Lancia, lo aveva sentito dire di fronte alla statua che la morte e il sacrificio di Lìfe erano parte di una giustizia che lui non comprendeva, anche se aveva imparato a elevarla oltre ogni personale convinzione. Ma fra le rigide imposizioni della propria Virtù dovevano essersi insinuati, nel tempo, involontari sentimenti che aveva combattuto fino a logorarsi, percorrendo un bivio nel mezzo, dove non c'era una strada battuta, ma un bosco di insidie e nessuna certezza di giungere a una meta.

La principessa strinse la mano a Namis, consapevole che sarebbero stati lui ed Heiko ad avere maggiore bisogno di amore e sostegno.

"Il sacrificio di Kana sarebbe potuto toccare a chiunque di noi. Morire era un'opzione che non abbiamo mai scartato. Siamo caduti vittime dell'oscurità di Kujo e abbiamo perduto le nostre Virtù. Ma Kana no: lei ed Eiji ci hanno salvati perché non hanno infranto la fiducia tra loro e in noi. Perciò non voglio deluderla, né vanificare il suo gesto. Non so che cosa sarà di Zemlyan ora che abbiamo perso Saggezza, o come ci comporteremo rispetto alla Legge, ma non sarà perché me lo impone un precetto che andrò avanti: è il mio cuore che desidera riportare l'equilibrio e salvare il nostro regno, e la Terra. Lo farò per voi, per Taiki, Sayuri, Watanabe, Yumiko, Eiji e Kana. Finché saranno con noi, e io so che è così, non abbandonerò la speranza."

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